Dopo le testate online, anche la Gazzetta resta fuori da Is Arenas. "Accrediti negati senza motivo"

Dopo le testate online, anche la Gazzetta resta fuori da Is Arenas. "Accrediti negati senza motivo"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 1 ottobre 2012, 17:37News
di Fabio Frongia

Nel 2011 cominciava la nostra protesta (leggi qui). Stanchi di subire un ostracismo inaccettabile ogni qual volta qualcuno di Tuttocagliari.net provava ad entrare al S.Elia o ad Assemini per raccontare le vicende rossoblù, a ottobre 2011 interrompevamo i nostri aggiornamenti. L'eco della nostra voce arrivava all'Ussi e sugli altri media (leggi qui), senza però incontrare un cambio di rotta nei comportamenti di Massimo Cellino e del Cagliari Calcio.

Come dimostra la vicenda che ieri ha visto protagonista Francesco Velluzzi, inviato della Gazzetta dello Sport respinto a Is Arenas. Raccontata nell'edizione odierna della 'Rosa' e che segue le recenti rimostranze di calciomercato.com. Tutti coloro i quali vengono a conoscenza della prassi celliniana si stupiscono, increduli di come nel 2012 possano ancora succedere episodi del genere.

In realtà, per Velluzzi non è la prima volta. "Cosa ho fatto di male? Nulla - esordisce Velluzzi - Ma la settimana scorsa sono stato qui 4 giorni per raccontare le vicende dello stadio e la vigilia della sfida con la Roma, poi non disputata. Ho pure intervistato il sindaco di Cagliari Zedda, il nemico numero uno di Cellino che nel '94 mi negò l'accredito per l'Inter: sosteneva che portassi sfortuna al Cagliari".

La cronaca di un pomeriggio sbalorditivo. "Pur con problemi (per i giornalisti neppure un banco, gli spogliatoi in una palestra attigua, il tabellone s'inceppa), ora Is Arenas è agibile. Niente accredito per noi, non è stato possibile perché alle 14.30, davanti al botteghino accrediti, ho scoperto che il mio non c'era. L'addetta mi dice: 'Ne ho due, ma non il suo'. Allungo l'occhio sulla lista e vedo che il mio nome è cancellato con una penna blu. Martedì la segreteria della Gazzetta aveva spedito la richiesta di accredito. Alle 15 il botteghino viene chiuso, cerco gli addetti stampa del Cagliari: il responsabile non sta bene, i vice, Alessandro Steri e Francesco Ciusa, non mi rispondono. Alle 15.39 ricevo un sms da Ciusa: 'Ho fatto il possibile, ma purtroppo non abbiamo la possibilità di procurarti un pass. Mi dispiace".

Ancora una volta, al momento di chiedere spiegazioni ci si imbatte nel silenzio. Uno scarica barile imbarazzante che poi finisce nel nulla, nel più classico mistero a tinte rossoblù. Una sensazione già vissuta da qualche giornalista a Trieste e dagli abbonati che avevano intrapreso una causa legale contro il Cagliari. "Avviso la Questura - prosegue Velluzzi - che già deve contenere gli ultrà che contestano Ficcadenti. Il vicequestore Mattera mi parla, una sua collaboratrice prende i miei dati. Provano a farmi entrare. Niente. Il Cagliari perde, si scatenano gli ultrà. Cellino esce alle 17.30 e parla con Dessena. I tifosi gli chiedono la testa di Ficcadenti. Provo ad avvicinarlo, abbassa lo sguardo e finge di non vedere. E' in auto con l'amico Vasapollo e va via veloce".

Inevitabile anche il commento del direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, che ribadisce come il presidente del Cagliari Massimo Cellino non possa avere una buona considerazione a livello nazionale. Monti definisce Cellino "colui che ha cercato di terremotare il calcio", prima di commentare l'accaduto.

"Non abbiamo fatto gli articoli-ovazioni che gli piacerebbe sentire. Un atteggiamento degno del peggior integralismo religioso, politico e pallonaro. Ora ci spiegherà che a casa sua invita chi vuole. Peccato che una partita di calcio sia, da sempre, un grande spettacolo pubblico che richiede tutti i suoi interpreti: calciatori, allenatori, tifosi e, purtroppo per lui, pure quei gazzettari impuniti che talvolta osano criticarlo. Peccato soprattutto che lo stadio non sia suo, e che lo Stato provveda a spedirgli polizia, carabinieri, vigili e pompieri a spese della collettività".

"Cellino è consigliere federale e autorevole membro della Lega di Serie A. Non male come rappresentante delle istituzioni. Sarà il caso che qualcuno, sortendo la testa dalla sabbia, gli spieghi che il diritto di cronaca è costituzionalmente garantito. E se pure Velluzzi, ieri, avesse voluto comprarsi un biglietto e commentare la partita dagli spalti non avrebbe potuto visto che il pubblico pagante (esclusi gli abbonati) a Is Arenas non ci può mettere piede. Questa è Cellinoland: non un'arpa, ma il suono acre di una chitarra rock ne accarezza le macerie".

Ne è passata di acqua sotto i ponti, da quel 2011 in cui venivamo banditi da stadio e campo di allenamento. Noi, piccoli, facemmo un po' di rumore che non bastò a smuovere granché. Così come fu insufficiente la battaglia individuale del giornalista parmense Gabriele Majo, rendendo noto come il Cagliari fosse l'unica società di A a negare accrediti a giornalisti aventi diritto. Ora, anche il più importante quotidiano sportivo d'Italia alza la voce. Che sia la volta buona per ottenere un po' di giustizia evitando che venga raccontata una sola (pseudo) verità?