Cagliari-Milan: c'eravamo tanto odiati...

Cagliari-Milan: c'eravamo tanto odiati...TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
sabato 9 febbraio 2013, 22:03News
di Roberto Rubiu

Ha destato molta perplessità tra i tifosi del Cagliari la scelta del Prefetto Alessio Giuffrida, che nei giorni scorsi si è opposto alle decisioni dell'Osservatorio per le Manifestazioni Sportive chiedendo la chiusura di Is Arenas per la sfida tra Cagliari e Milan. In molti, infatti, si sono chiesti dove risiedano le ragioni di tanta preoccupazione verso una rivalità che in Sardegna, allo stato attuale delle cose, non è certo sentita quanto quella con gli acerrimi nemici del Napoli. Sulla vicenda è intervenuto anche Silvio Berlusconi, che ha parlato di rapporti storicamente "ideali" tra la tifoseria rossoblù e quella del Milan. Ma è sempre stato così? La realtà dei fatti dice un'altra cosa. Quella che appare oggi una partita come tante altre, negli anni '90 è stata infatti caratterizzata da una feroce rivalità tra gruppi ultras. Una storia fatta di sassaiole, furti di striscioni e violenti scontri.

Tutto comincia il 2 febbraio del 1992: al Sant'Elia arriva il Milan di Fabio Capello, uno squadrone che al termine del campionato porterà a casa il 12esimo tricolore. I rossoblù giocano un primo tempo stellare e passano addirittura in vantaggio con Bisoli, ma  poi crollano fisicamente nella ripresa e cadono sotto i colpi di Van Basten (autore di una tripletta) e Massaro. Sugli spalti, prima e durante il match, accade il finimondo: alcuni razzi partiti dal settore occupato dai tifosi milanisti finiscono sulla tribuna centrale. Ne fa le spese un ragazzo, che viene colpito al viso e finisce all'ospedale assieme ad altre 4 persone. I tifosi cagliaritani e quelli milanisti si rendono protagonisti di un'incredibile escalation di violenza, proseguita con un fittissimo lancio di oggetti: poltroncine e lattine piovono dalla Curva Sud verso il settore ospiti e viceversa. Al termine della gara gli ultras del Cagliari si trasferiscono all'esterno dello stadio alla ricerca dei rivali per la resa dei conti, ma lasciano incustodito lo striscione dei "Furiosi": i tifosi rossoneri ringraziano e se ne appropriano, approfittando dello stadio deserto. Nel codice delle curve il furto di uno striscione è lo smacco più grave possibile: i gruppi della Nord rossoblù reagiscono rabbiosamente e trasformano le vie del centro in un teatro di guerriglia urbana. Gli sforzi per il recupero dello striscione si rivelano però vani: i tifosi milanisti salpano dal porto di Cagliari esponendo beffardamente lo stendardo dei "Furiosi" al contrario in segno di scherno. Il pomeriggio di ordinaria follia si chiuderà con 20 feriti, 2 arresti, numerosi fermati e 2 auto bruciate, una delle quali appartenente al giornalista Mediaset Carlo Pellegatti. Intanto il caso dello striscione rubato scuoterà l'ambiente ultras, arrivando a diventare una sorta di caso diplomatico. Qualche tempo dopo i "Furiosi", complice - si dice - un capo tifoso interista di origine sarda, riusciranno a vendicarsi rubando uno striscione delle Brigate Rossonere.

Il Milan tornerà poi a Cagliari il 22 maggio 1993, e il copione sarà lo stesso: 7 arresti, 6 denunce a piede libero, 20 agenti feriti e numerosi danni sia all'interno che all'esterno dello stadio dopo una notte di incidenti.

Le cronache riportano altre scaramucce di lieve entità tra le due tifoserie nel corso degli anni '90, ma non si registrano scontri importanti fino al 2004, quando gli schieramenti ultras di Milan e Cagliari vengono a contatto nella zona di San Siro prima di una gara terminata 1-0 per i rossoneri.

L'8 febbraio 2007 sessantuno ultras milanisti vengono denunciati dalla Digos di Cagliari per aver tentato di aggredire, nei parcheggi di fronte alla Curva Nord, alcuni tifosi rossoblù non appartenenti a gruppi organizzati. Questo episodio, risalente ormai a 6 anni fa, è stato l'ultimo fatto di violenza collegato a Cagliari-Milan. Una sfida dal passato ad altissima tensione.