Il Pagellone del 2012-2013 - Portieri e difesa: Rossettini da oscar, Murru e Del Fabro in rampa di lancio

Il Pagellone del 2012-2013 - Portieri e difesa: Rossettini da oscar, Murru e Del Fabro in rampa di lancioTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
martedì 21 maggio 2013, 15:30Primo piano
di Roberto Rubiu

Cinquantacinque gol subiti in un campionato (quarta peggior performance in coabitazione col Torino) non depongono certo a favore della solidità di un reparto, quello difensivo, che pure ha offerto non poche soddisfazioni, arrivate in special modo dai singoli. Dalla crescita di Agazzi, approdato addirittura alla Nazionale, all’affermazione di Rossettini, passando per la crescita del giovane Murru, si può dire che la retroguardia rossoblù sia stata degna protagonista della stagione da incorniciare del Cagliari.
Analizziamo ora le prestazioni di portieri e difensori presi singolarmente.

PORTIERI

Michael Agazzi 7 - (33 presenze, 45 gol subiti) Sembra passata un’enternità dal suo primo anno da titolare in rossoblù. Quello, per intenderci, passato con alle spalle l’ingombrante presenza di Marchetti. Eppure di anni ne sono trascorsi appena due. Nel frattempo la crescita del portierone bergamasco è stata imponente: ha colmato pian piano i suoi difetti cronici (presa e uscite alte) ed è diventato un estremo difensore di grande affidabilità, al punto da entrare di diritto nella top five dei portieri italiani del momento. La convocazione in Nazionale per la fase di preparazione alla Confederations Cup è il giusto premio, sia per il lavoro meticoloso svolto negli ultimi anni, che per l’ultima stagione ad alti livelli. Bravo.

Vlada Avramov 6 - (4 presenze, 7 gol subiti) Si conferma un secondo affidabile oltre che un uomo chiave dello spogliatoio. Non per niente gode della fiducia di compagni e tifosi, con questi ultimi che lo vedrebbero bene come potenziale titolare in caso di partenza di Agazzi. Gioca dal primo minuto in tre occasioni e subentra nelle sfide con Lazio e Sampdoria, svolgendo sempre al meglio il proprio compito.

DIFENSORI

Francesco Pisano 7 - (28 presenze, 1 rete) L’inizio di stagione è da incubo: Ficcadenti non vede Avelar e lo costringe a spostarsi sulla sinistra, dove inanella brutte prestazioni in serie. Restituito alla sua naturale collocazione con l’approdo in panchina di Lopez e Pulga, cresce fino ad arrivare ad altissimi livelli di rendimento, prima che l’ennesimo infortunio gli faccia finire la stagione in anticipo. La perla della sua annata è il gol alla Roma del 1 febbraio, il suo primo in carriera, celebrato con un’esultanza impazzita.

Davide Astori 6,5 - (32 presenze, 0 reti) Diciamo la verità: quella appena trascorsa non è stata la sua miglior stagione in rossoblù. Forse turbato dalle continue voci di mercato, inizia il campionato non benissimo (a Marassi col Genoa è responsabile di entrambe le reti che costano la sconfitta al Cagliari) e prosegue alternando ottime partite ad amnesie e sfortunate autoreti. Una costante del suo 2012/13 sono i falli da rigore, che gli vengono fischiati in quantità industriale, a volte in maniera fin troppo fiscale (vedi Cagliari-Milan). Nel momento più difficile della stagione, però, torna sui suoi standard di rendimento, formando con Rossettini una delle più solide coppie centrali della Serie A.

Lorenzo Ariaudo 6 - (17 presenze, 0 reti) Erede designato di Astori, sta ancora aspettando la sua grande chance da titolare. Nel frattempo si rende protagonsta di un’altra annata senza particolari sussulti, passata a fare la spola tra campo e panchina. Quando viene chiamato in causa dimostra comunque una crescente sicurezza nei suoi mezzi.

Luca Rossettini 7,5 - (28 presenze, 0 reti) Una delle sorprese più liete del Cagliari 2012/13. E dire che la sua esperienza sarda non era cominciata benissimo: al rientro dall’ingloriosa trasferta di Parma, infatti, viene beccato da alcuni tifosi, che lo additano come uno dei responsabili del capitombolo, mentre nella successiva sfida con la Juventus Lopez e Pulga lo lasciano in panchina in luogo del giovane ed inesperto Del Fabro. Da quel momento la stagione dell’ex Siena cambia radicalmente: pian piano cresce e si afferma come il migliore, per rendimento, dell’intero pacchetto arretrato, diventando un punto di riferimento per i compagni. Acquisto azzeccatissimo.

Danilo Avelar 6 - (20 presenze, 0 reti) Chiamato a colmare il vuoto lasciato dall’eterno Agostini, disputa una stagione dignitosa anche se fatta di numerosi alti e bassi. Inizialmente Ficcadenti lo tiene in panchina, preferendogli (abbastanza inspiegabilmente) un Pisano fuori ruolo. Lopez e Pulga lo lanciano da titolare e lui se la cava discretamente bene. Accusato da più parti di essere lacunoso nella fase difensiva, il brasiliano in venti gare soffre solamente l’intraprendenza di Cerci del Torino, sia nella partita di andata che in quella di ritorno. La sua perla è la gara di San Siro contro l’Inter, quando mette in seria difficoltà un monumento come Javier Zanetti. Misteriosamente abbandonato nel finale di campionato.

Dario Del Fabro 6,5 - (3 presenze, 0 reti) Tre apparizioni, tutte in momenti particolarmente delicati. Subentra a Parma contro la Juventus e paga per tutti, vedendosi fischiare contro un rigore che sa di compensazione dopo quello assegnato al Cagliari nel primo tempo. Il battesimo di fuoco arriva però all’Olimpico di Roma, quando mette la museruola al panzer Klose, sfoggiando una personalità davvero insospettabile per un ragazzo della sua età. Ha tutte le carte in regola per diventare il centrale del futuro.

Nicola Murru 7 - (13 presenze, 0 reti) Il duo in panchina gli dà grande fiducia, lanciandolo quasi subito da titolare. Lui ripaga ampiamente, giocando senza timori reverenziali anche contro avversari molto quotati. Solido e attento in difesa, mostra anche una buona capacità di cross. A Napoli sfuora l’eurogol da 30 metri, mentre contro la Samp si fa beffe del più navigato De Silvestri aggirandolo con un colpo di tacco da cineteca. Ha appena 19 anni, ma la Nazionale Under 21 di Mangia lo tiene già d’occhio. Il futuro è suo.

Gabriele Perico 5,5 - (15 presenze, 0 reti) E’ antipatico assegnare delle insufficienze dopo una stagione così travagliata, ma per il terzo anno consecutivo Il Pereg non riesce a lasciare traccia. Senza infamia né lode nelle migliori occasioni, va in netta difficoltà quando il livello tecnico delle sfide si alza (Napoli docet).