Il Pagellone del 2012/2013 - Centrocampo e attacco: l'esplosione di Ekdal e la poesia di Sau
Un centrocampo numericamente ridotto ma composto da giocatori di prima fascia, un attacco da far invidia alle grandi del campionato. Il segreto dell'ottima stagione disputata dal Cagliari, contro ogni ostacolo extra calcistico e contro ogni pronostico, risiede anche e sopratutto nella grande qualità che i rossoblù sono stati in grado di mettere in campo tra centrocampo e attacco. Una linea mediata arricchita, rispetto allo scorso campionato, dalla crescita esponenziale di Ekdal e dall'arrivo del promettente Cabrera. Un attacco numeroso ed estremamente vario, in cui tutti hanno giocato un ruolo importante nell'arco della stagione. Vediamo l'analisi della stagione disputata da ciascun componente del centrocampo e dell'attacco rossoblù.
CENTROCAMPISTI
Daniele Dessena 7 - (31 presenze, 3 gol) Un combattente nato, mezz'ala generosa sempre puntuale negli inserimenti offensivi così come nei raddoppi difensivi. L'esplosione di Ekdal avrebbe potuto comportarne un ridimensionamento del ruolo, ma scalzare dal proprio posto Dessena è compito arduo per chiunque. E' un pilastro del gruppo che non perde occasione per mostrare il suo attaccamento alla maglia.
Daniele Conti 7 - (29 presenze, 3 gol) Avendo grandissima considerazione per il professionista e per le sue qualità tecniche, si può dire che, complessivamente, ci si poteva aspettare anche qualcosa di più. Ma, andando a spulciare le singole prestazioni, non si può non osservare come ancora una volta le giocate più preziose, che portano punti importanti nelle fasi più calde della stagione, siano le sue. Il gol al Genoa ha quasi lo stesso peso della rete al Napoli che diede il la alla cavalcata salvezza del Cagliari di Ballardini. La doppietta al Torino, con la rete decisiva in pieno recupero, vale quasi la salvezza. E allora ad avercene, di capitani come lui.
Radja Nainggolan 7 - (34 presenze, 2 gol) A campionato finito è lecito pensare che si sia trattata della sua ultima stagione in rossoblù. D'altronde, in un campionato dal livello non certo eccelso, sono pochi i centrocampisti con le sue qualità. Anche quest'anno il belga ha mostrato tutto il suo strapotere fisico, unito a qualità tecniche e generosità. Tra le 20 squadre di A, forse solo nella Juventus avrebbe da vincere qualche ballottaggio per una maglia da titolare.
Albin Ekdal 7 - (31 presenze, 1 gol) Una piacevole sorpresa per il Cagliari, forse il giocatore che più di tutti ha fatto progressi rispetto alla stagione passata. Rappresenta l'identikit perfetto del centrocampista moderno: forte fisicamente, abile in fase di interdizione quanto in quella di costruzione del gioco. La sua esplosione consente alla società di valutare una cessione di Nainggolan sentendosi le spalle ampiamente coperte.
Matias Cabrera 6,5 - (7 presenze, 0 gol) Un infortunio l'ha tenuto fuori nelle ultime giornate della stagione, altrimenti siamo pronti a scommettere che avrebbe trovato anche la via del gol. Lanciato senza remore da Lopez in prima squadra, il 27enne uruguayano ha mostrato da subito di saper dare del tu al pallone. Utilizzato da trequartista e, più raramente, da mezz'ala, ha mostrato grandi qualità tecniche e voglia di arrivare. Una missione per Lopez: cucirgli addosso il ruolo di mezz'ala destra che nel Cagliari di Ballardini e Allegri fu di Michele Fini. Darebbe un'importante iniezione di qualità e imprevedibilità alla manovra offensiva della squadra.
Federico Casarini 6,5 - (11 presenze, 1 gol) Non è facile trascorrere una stagione dietro le quinte e, nonostante ciò, farsi sempre trovare pronto nel momento del bisogno. Casarini c'è riuscito, giocando sempre al di sopra della sufficienza quando squalifiche e infortuni hanno privato il Cagliari del suo centrocampo titolare. Un uomo squadra che sa stare dentro il gruppo. Siamo sicuri che il Cagliari non vorrà rinunciare a un calciatore e una persona come lui.
Sebastian Eriksson s.v. - (8 presenze, 0 gol) Otto presenze, per lo più finali di gara, senza una collocazione tattica ben precisa. Nel finale di stagione però Lopez ha iniziato a utilizzarlo con continuità sul versante sinistro del campo, fino all'ultima gara disputata da titolare da mezz'ala sinistra, con ottimi risultati. Chissà che dalla prossima stagione non possa rivelarsi finalmente un acquisto azzeccato.
Andrea Cossu 6,5 - (24 presenze, 0 gol) Stagione sfortunata quella del fantasista rossoblù: diversi infortuni, qualche esclusione per scelta tecnica, una condizione fisica approssimativa in una certa fase della stagione. Bravo Lopez a non perderlo mai e a recuperarlo nella fase cruciale della stagione. Con poche presenze da titolare, riesce a confezionare comunque 9 assist, 4 dei quali da fermo. Segno che il suo piedino può regalare ancora magie.
ATTACCANTI
Thiago Ribeiro Cardoso 6,5 - (29 presenze, 2 gol) Siamo sicuri che in tanti, vedendo una sufficienza piena affibiata al brasiliano, storceranno il naso. Due gol e un solo assist sono davvero un'elemosina per chi in Brasile veniva soprannominato Thiago Ribery. Eppure, al netto del suo ormai classico destro con manovra a rientrare da sinistra, simpaticamente definito busta nel gergo atecnico dei tifosi, il brasiliano mostra durante tutta la stagione un'encomiabile capacità di sacrificarsi e applicarsi alle direttive del tecnico: gioca di rado da seconda punta, suo ruolo naturale, e molto più spesso si ritrova a fare il trequartista, l'esterno del tridente e, quando c'è da portare acqua al mulino, l'esterno di centrocampo. Una chiave tattica importantissima nelle mani di Lopez, che in diverse occasioni ha portato a casa il bottino pieno anche grazie all'assetto tattico ottenuto con la collocazione in campo di Thiago Ribeiro.
Anderson Miguel da Silva Nenè 5,5 - (22 presenze, 3 gol) C'è stata una fase della stagione, con l'arrivo di Lopez e Pulga, in cui tutti, lui compreso, si sono convinti di poter rivedere la Tigre che stupiva con la maglia del Nacional de Madeira e vinceva la classifica marcatori portoghese davanti ai Cardozo, ai Lisandro Lopez e compagnia. Ma la rete al Torino e la doppietta al Siena sono stati solo episodi sporadici in una stagione in cui, ancora una volta, il brasiliano ha sofferto per lunghi tratti una crisi d'identità. Il ruolo che si è ritagliato, come alternativa preziosa in attacco, è utile alla causa, ma non rende merito alle sue qualità fisiche e tecniche che, anche nella sua prima stagione in rossoblù sotto la sapiente guida di Allegri, avevano consentito di scomodare paragoni illustri.
Mauricio Pinilla 7 - (23 presenza, 7 gol) Premessa: da un giocatore con i suoi numeri, è lecito attendersi di più. Per lunghissimi tratti del campionato rappresenta il punctum dolens della stagione rossoblù. L'ombra di se stesso, di un bomber spietato e spettacolare. Assapora a lungo il gusto amaro della panchina, a causa anche di una forma fisica e mentale non all'altezza dei compagni di reparto. Anche qui però risaltano le qualità di un giovane tecnico come Lopez, bravo a recuperare il cileno, ad attenderlo e presentarlo in campo nel momento più opportuno. El Pistolero riprende così a segnare, regalandosi una doppietta contro la sua storica ex, l'Inter, e chiudendo con 7 reti la sua stagione dai due volti.
Victor Ibarbo 7,5 - (34 presenze, 6 gol) C'è stata una fase del campionato in cui pareva essersi perso. Ogni volta che calcava il campo dava l'idea di esser confuso, incredibilmente lento, fuori dal gioco. Col senno di poi si è capito che stava attraversando una fase di crescita e trasformazione, completata la quale il suo impatto in campo è divenuto devastante. Lopez e Pulga gli hanno insegnato a giocare "dentro" il campo, svariando da destra a sinistra e diventando una mina vagante per gli avversari che raramente riescono a contenerlo. Sei reti per lui, con la tripletta alla Sampdoria a fare da cartolina per una stagione che sembra poter rappresentare l'antipasto di un prossimo campionato da assoluto protagonista.
Marco Sau 8 - (30 presenze, 12 gol) E' il cocco di tutti i tifosi, il sardo doc che incanta con il suo stile di gioco. Tocca la palla come in passato facevano i "piccoli" grandi fantasisti azzurri, i Zola, i Baggio, i Del Piero. Come loro, mira e spesso trova l'angolino opposto con il suo spettacolare destro a giro. Non si scandalizzi chi legge, in questo ingombrante paragone, l'esagerazione campanilistica tipica del commentatore sardo. Sau rappresenta una tipologia di giocatore dal gusto antico: fisico minuto, agilità, tecnica eccelsa racchiusa in due piedi magici e una grande intelligenza e facilità calcistica. In un calcio in cui crescono e si affermano bolidi in stile Bale o Cristiano Ronaldo, vedere tanta qualità racchiusa in 169cm per 65kg, ha qualcosa di poetico. 12 gol in 30 presenze alla sua prima stagione in A gli valgono la chiamata di Prandelli in Nazionale: probabilmente non andrà alla Confederation Cup, ma ha dalla sua le qualità e l'umiltà per crescere ancora e far si che la chiamata del ct non sia un evento sporadico.