Buone prestazioni, pochi punti

Alla quinta di campionato è un dato di fatto: il Cagliari gioca bene. Colleziona buone prestazioni, almeno a sentire i commenti a caldo di mister Ficcadenti, ma i rossoblù sono poco concreti sottoporta, al primo errore vengono puniti e giocare senza tifosi è deleterio. Le analisi post partita somigliano sempre più a quelle che furono, al tempo, di Pierpaolo Bisoli. Lui, cacciato dal presidente Cellino per il rapporto burrascoso con alcuni cardini dello spogliatoio rossoblù, era spesso soddisfatto della sua squadra. Peccato però che la classifica, spesso, piangeva. Analisi che somigliano anche a una celebre scena del film "Blues Brothers", dove John Belushi spiega alla sua fidanzata il perché non si sia presentato al proprio matrimonio ("Non ti ho tradito. Dico sul serio. Ero rimasto senza benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo i soldi per prendere il taxi. La tintoria non mi aveva portato il tight. C’era il funerale di mia madre! Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio").

Il Cagliari colleziona buone prestazione, ma pochi punti. Per l'esattezza due in cinque partite. Zero vittorie, tre sconfitte (di cui una a tavolino con la Roma) e due pareggi. Pareggi arrivati in extremis: con l'Atalanta gol di Ekdal al 92' dopo aver giocato per più di un'ora con la superiorità numerica e col Palermo gol di Sau al 90', dopo che i rosanero avevano condotto in vantaggio tutta la gara. Peraltro il Palermo è la squadra che ha ottenuto meno punti di tutti. Quattro sconfitte e un pareggio, quello col Cagliari appunto.

6 gol subiti (senza contare lo 0-3 a tavolino) e solo due segnati. Ulteriore sintomo di una pericolosità degli avanti rossoblù assai limitata. Però il Cagliari fa tantissimo possesso palla. Anche ieri 30', come il Milan peraltro, a San Siro. Milan che finora non aveva mai vinto e nemmeno segnato nel suo stadio. Basta per definirla una "buona prestazione"?