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domenica 4 marzo 2012, 20:11Il punto
di Christian Seu
Direttore responsabile di TuttoCagliari.net e già caporedattore di Tuttomercatoweb.com, Christian Seu collabora con l'ANSA. Si è occupato delle vicende della squadra isolana anche per Cuorerossoblu.com, InformazioneSportiva, Real Soccer e Goal.com

Non è il caso di stracciarsi le vesti, le prefiche possono tenere piegati i propri fazzoletti. Due sconfitte, contro altrettante avversarie dirette nella lotta per non retrocedere. Il Cagliari non era da Europa League dopo le affermazioni contro Roma e Palermo così come non è da cadetteria ora, dopo uno stop doppio che rischia di lasciare qualche scoria nel prosieguo del campionato. Contro il Siena la formazione rossoblù ha nuovamente messo in evidenza i limiti mostrati sin dall'inizio di un torneo altalenante, fatto di alti e bassi, in un ottovolante di prestazioni che si traduce in una classifica dai connotati anonimi. C'è tempo per fasciarsi la testa: la zona-B resta a sei punti e la mediocrità di questo campionato lascia intendere che la Ballardini-band possa ancora una volta sfangarsela senza troppi patemi d'animo.

Due le magagne che dovranno essere necessariamente oggetto di riflessione anche in estate, in sede di mercato. Anzitutto, refrain che si ripete dall'inizio della stagione, la sterilità dell'attacco. L'arrivo di Mauricio Pinilla ha avuto effetti taumaturgici sull'efficacia del pacchetto offensivo rossoblù, rivitalizzando anche elementi di indubbio valore come Thiago Ribeiro e Ibarbo. Ma è bastata l'assenza del cileno per far  tornare indietro le lancette della produttività negli ultimi 16 metri. Non basta il rientro di Nenè, che in questa stagione non è ancora riuscito a incidere. Senza Pinilla manca il grimaldello, il cric capace di far leva sulle debolezze difensive degli avversari.

Ma il problema non può essere circoscritto al solo attacco. I limiti del Cagliari stanno più generalmente nella fase offensiva. Il Cagliari di Allegri riusciva a imporre ovunque il proprio gioco, a tenere in mano saldamente il pallino della gara. Questo Cagliari invece - passato in meno di dodici mesi dalle mani di due ortodossi del difensivismo come Bisoli e Ficcadenti - fa fatica a impostare, a creare. Perché? Manca un centrocampista abile negli inserimenti, capace di sfruttare le proprie doti in fase di inserimento o magari di lanciare gli attaccanti. Ad aggravare il quadro ci pensa il momento di appannamento di Andrea Cossu, protagonista di un campionato fin qui sottotono. A Siena, nonostante l'emergenza, è emersa con forza un'altra lacuna evidente di questo Cagliari: mancano gli esterni capaci di arrivare con continuità in zona cross per sfruttare la stazza fisica dei vari Nenè, Pinilla e Larrivey. Agostini, Pisano, nè tantomeno Dessena e Perico hanno nelle corde la facilità al traversone: urge intervenire.