FACCIAMO NOI LE FESTE

FACCIAMO NOI LE FESTE
giovedì 7 dicembre 2023, 08:00Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

di Vittorio Sanna

O facciamo festa o ci fanno la festa. Il periodo è quello giusto, Dicembre, Mes’e Idas in sardo, mese di feste. Il nome prende spunto dalle numerose ricorrenze sacre del passato in cui si celebrava il fuoco e la luce, ancor prima della nascita. Il fuoco e la luce…

Ci vuole il fuoco dentro per riuscire nelle cinque partite che rimangono ad ottenere i punti della speranza e della tranquillità. Il 6 gennaio ci verrà consegnato  l’oro, l’incenso e la mirra del girone d’andata e dalla diversa quantità dipenderà il girone di ritorno che potrà essere corretto dal mercato invernale. Il fuoco dentro che forse è mancato nell’approccio alla partita con la Lazio. Per accenderlo c’è voluto oltre al gol, l’ingiusta espulsione di Makoumbou ma anche legna dalla cascina per rimediare ad un Cagliari smanicato a sinistra da dove si è infilata la corrente fredda che ha procurato i malanni. Si spera di ottenere l’oro della regalità. Ci vorranno polveri asciutte, quelle giuste, per far esplodere un potenziale offensivo che offre un ventaglio di soluzioni da vestire a seconda dei difetti degli avversari, non solo delle qualità.

Ci vorrà il valore emotivo e caratteriale, la spiritualità dell’incenso, per fare in modo che tutto ciò che luccica si possa cogliere come potenziale di valori di attaccamento, sacrificio e dedizione in nome di una squadra e della sua gente.

Per rivedere la luce fin da questo primo mezzo campionato serve almeno stare vicino alla metà dei punti in palio, sette o otto, visto che il sette e mezzo si gioca solo con le carte. Sassuolo, Verona, Empoli e Lecce oltre al Napoli di un Mazzarri a cui non sarebbe male rendere un po’ del disamore che ci ha procurato, sono le avversarie che si possono battere, dalle quali pretendere mezzo bottino in totale non sembra una grande richiesta.

È quel che il Cagliari è in grado di fare. L’assoluzione dell’Olimpico passa per i torti subiti e per le occasioni del recupero. “Arrendersi, mai!” non è solo una questione di tempo. Non basta non arrendersi quando si entra nel tempo extra, bisogna farlo anche qualche quarto d’ora prima di avere il coccodrillo a scandire i secondi.

Pavoletti come Altafini, ma senza esagerare. Pavoloso ancora tutti i capelli, non è curvo con la schiena pronto all’invecchiamento. Il vecchio Josè era realmente vecchio e il ricordo di un 1-1 a Cagliari, raggiunto proprio da lui, ci permette di parlare con cognizione di causa. Se Pavolettiè colui che inquadra la porta, diamogli il tempo di tentarci un po’ di più.

Tenendo conto che Lapadula ha bisogno di stare dentro l’area, che Luvumbo può anche giocare centrale, che Oristanio scalpita per crescere in campo, che Shomurodov e Petagna malgrado tutto  danno segnali di miglioramento. Le risorse ci sono, la strategia al tecnico non manca, è guida sicura in settimana e durante la partita.

Per fare  festa, nel mese delle feste, è necessario essere noi causa delnostro destino. Causa positiva si intende. Guai aspettarsi qualcosa dagli altri. Si rischia una grande quantità di mirra, l’annuncio della morte nella prossima primavera, l’unto che veniva utilizzato proprio per le sepolture.C’è quindi una profonda differenza se la festa la facciamo noi o se la festa ce la fanno gli altri. L’italiano puntualizza sornione per non confonderci, per farci capire la differenza tra l’essere protagonisti del nostro futuro o semplicemente oggetto della festa avversaria. A cui non vogliamo contribuire come abbiamo fatto soli due anni fa.