I 22 anni di Cellino a Cagliari e un salto di qualità mai arrivato

I 22 anni di Cellino a Cagliari e un salto di qualità mai arrivatoTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 11 giugno 2014, 10:00Il punto
di Marco Deiana

Si chiude alle ore 4:44 di mercoledì 11 giugno 2014 l'avventura di Massimo Cellino come proprietario e presidente del Cagliari Calcio; la società passa in mano a Tommaso Giulini che avrà il compito - almeno - di proseguire nella strada intrapresa dall'ormai ex patron rossoblu. L'imprenditore di Sanluri acquistò la società nell'estate del 1992 per circa 16 miliardi di vecchie lire (8 per l'acquisto del pacchetto societario e altri 8 per sanare i debiti del club); da quel giorno sono seguiti ben ventidue anni di gioie e dolori. I tifosi del Cagliari non si sono certamente annoiati con lui alla presidenza tra esoneri improvvisi, battute inaspettate e situazioni paradossali. Con Massimo Cellino alla presidenza la società rossoblu ha raggiunto una semifinale di Coppa Uefa (1993-1994), due semifinali di Coppa Italia (1999-2000 e 2004-2005) e ha mantenuto in Serie A il club negli ultimi dieci anni, tenendo sempre i conti in ordine e senza mai essere coivolto nei vari scandali relativi al calcioscommesse. Si può dire di tutto sull'ormai ex patron degli isolani (negativamente parlando), ma è riuscito a mantenere una società sana e pulita nella massima serie, pur con investimenti limitati. I tifosi gli rimproverano proprio la poca ambizione, quel salto di qualità mai arrivato e che Cellino ha più volte promesso, a patto di avere un nuovo stadio per il suo club. Nonostante tutto, l'imprenditore sardo è riuscito ad ottenere risultati discreti alla presidenza del Cagliari Calcio: nella sua prima stagione ha ottenuto il sesto posto in Serie A che ha permesso ai rossoblu di giocare in Coppa Uefa l'anno successivo, torneo che ha visto i sardi arrivare fino alle semifinali dopo un cammino impressionante; nello stesso anno la squadra conquistò il decimo posto in Serie A, seguirono un nono e un altro decimo posto. Poi la stagione 1996-1997, l'anno della dolorosa retrocessione in Serie B avvenuta nello spareggio del San Paolo contro il Piacenza: le lacrime di Tovaglieri sotto la curva del Cagliari, la tristezza di Carlo Mazzone e Roberto Muzzi, l'inizio della rivalità con Napoli e il Napoli. Nella stagione successiva con l'arrivo di Giampiero Ventura, la società isolana conquistò subito la promozione in Serie A, categoria che mantenne anche l'anno seguente grazie allo stesso tecnico genovese e alla qualità della rosa (Muzzi, O'Neill e Vasari su tutti). Ma la doccia fredda è dietro l'angolo: stagione 1999-2000, un Cagliari dal doppio volto vola in Coppa Italia (raggiungendo la semifinale) e si ferma al diciassettesimo posto in classifica che vale la retrocessione in serie cadetta. Seguiranno quattro stagioni in Serie B tra il rischio di una retrocessione in Serie C e la nuova promozione in Serie A avvenuta nella stagione 2003-2004 (in coppia con il Palermo) grazie alle giocate di Gianfranco Zola, tornato in Sardegna per riportare nella massima serie il Cagliari. Il campione di Oliena rimane in terra sarda anche nella stagione successiva, quella che vede i rossoblu conquistare un tranquillo decimo posto in classifica in Serie A e un'altra semifinale di Coppa Italia. Seguiranno altre nove stagioni nella massima serie italiana, con risultati altalenanti, tra salvezze sofferte e qualche piccola soddisfazione: la salvezza con Ballardini nella stagione 2007-2008 è epica, con un girone d'andata da ultimi in classifica ed un girone di ritorno con una media punti da qualificazione in Champions League. Sono seguite le belle stagioni con Max Allegri e Roberto Donadoni in panchina, con un Cagliari bello da vedere e che raccoglieva complimenti in tutta Italia; mentre negli ultimi anni la formazione sarda si è ritrovata a vagabondare in giro per l'Italia a causa dell'assenza dell'agibilità del Sant'Elia: tra una partita "casalinga" al Tardini, qualche partita al Nereo Rocco di Trieste e mezza stagione all'Is Arenas di Quartu Sant'Elena, il Cagliari non ha potuto sfrutta il "fattore casa" ma è riuscita a mantenere la categoria.

Tra i risultati ottenuti da Massimo Cellino in questi ventidue anni di presidenza è giusto sottolineare anche la costruzione del centro sportivo Ercole Cellino di Assemini, un piccolo gioiellino invidiato da parecchie società di Serie A. L'unica pecca della sua gestione è stata probabilmente l'assenza dello stadio di proprietà: tra i tentativi falliti nella costruzione dell'impianto ad Elmas e la realizzazione dello stadio (provvisorio) ad Is Arenas, il Cagliari si ritrova ancora all'interno di un Sant'Elia che non rende onore alla storia e alla tradizione del club isolano.