I FANTASMI DEL PALCOSCENICO 

I FANTASMI DEL PALCOSCENICO 
mercoledì 3 gennaio 2024, 00:45Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

di Vittorio Sanna

Sono arrivati per dare valore ed esperienza alla rosa di Serie B del Cagliari neopromosso. Si ritrovano ad essere provetti teatranti del calcio che hanno approccio timido e raro con la massima scena. Nella serata nella Scala del Calcio, il Meazza di Milano, sono i fantasmi ad affiorare. Arrivano dal mercato scorso e proiettano in quello che è appena iniziato. Chi ha portato a Cagliari Jankto, Hatzidiakos, Wieteska, ha fatto pensare a calciatori in grado di dare una mano alla crescita della squadra. Oggi, sono loro ad aver bisogno d’aiuto. Trascorsi quattro mesi dallo scorso mercato e dall’inizio del campionato. Miglioramenti individuali, ambientazione, contributo alla causa comune è veramente difficile trovarne, anche a sforzarsi di essere ottimisti. Difficile capire se questi sono e basta, oppure se la loro gestione è sbagliata, se il loro stesso inserimento nella rosa non ha funzionato. Il più giovane, e solo lui, ha convinto, Matteo Prati. Il fatto stesso che lui non aveva bisogno di ulteriore scena, restando a casa, è una promozione sul campo per un calciatore che non tanto tempo fa giocava in Serie C. E qui nascono le riflessioni. Ma che mercato è puntare all’estero per avere poi calciatori che hanno bisogno più dei nostri ragazzi di essere accompagnati in un processo di crescita addirittura tardivo? Ma chi ha visto in questi calciatori i reali rinforzi?

I fantasmi di Milano hanno inferto una profonda delusione ai tifosi che non potevano neanche immaginare una figura di questo tipo, anche sul piano dell’orgoglio, al cospetto dei rincalzi rossoneri. Delusione che cerca colpevoli, ma al posto di questi bisogna cercare i responsabili che sappiano prendersi le pessime indicazioni avute per agire e riparare. Chiunque essi siano. Si tratta certamente di correggere il tiro o nel mercato o nella gestione del gruppo. Non è possibile vedere calciatori tanto cerei da sembrare immotivati. Ancor peggio pensare che possano esserci in rosa calciatori realmente immotivati.

Sarebbe facile infierire sui singoli ma ciascuno di loro fa capo ad un dirigente, in scrivania e sul campo. A loro si deve chiedere conto di uno stato simile di improduttività. E laddove ci sono da prendere delle decisioni, non si possono rinviare. Entrate e uscite hanno un tempo urgente quanto il cambio di direzione. Difficile è salire, più facile scivolare. Legge della natura che non vorremo vivere nello stretto giro di 365 giorni. Ancora una volta, speriamo proprio di no. Ma per sperare è necessario agire e non stare a guardare.