Il giusto atteggiamento

Il giusto atteggiamentoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
lunedì 23 ottobre 2017, 11:00Il punto
di Serafino Ghisu

Il Cagliari è uscito sconfitto dall’Olimpico, inanellando il quinto ko consecutivo. Ma i rossoblù, contro la Lazio, non hanno sfigurato. E’ sembrata una squadra combattiva, quella di Diego Lopez, che ha affrontato a viso aperto una delle formazioni più forti della Serie A.

Il tecnico uruguaiano, subentrato a Massimo Rastelli, ha accantonato il 4-3-1-2 per sposare il 3-4-1-2: fuori Cigarini e Pavoletti - gli acquisti del mercato estivo - dentro Dessena e Sau. Tra i pali Crosta (data l’indisponibilità di Cragno e le condizioni fisiche non ottimali di Rafael), che è stato uno dei meno positivi. Ma trovarsi di fronte Ciro Immobile, il miglior attaccante del campionato in termini di gol (13 in 9 partite), non è semplice. Soprattutto per un 19enne come Crosta, additato immediatamente dai più - dopo il rigore neutralizzato a Bacca nell’ultima partita della scorsa stagione - come campione. Forse non lo è (ancora), ma ha talento e ampi margini di miglioramento, necessita di crescere senza troppe pressioni.

Davanti a Crosta c’erano Pisacane, Romagna e Andreolli. Un trio su cui si può lavorare - qui l’onere è anche di Agostini - nonostante alcune gravi sbavature, in particolare quella del secondo gol dei biancocelesti. E se non bastasse il lavoro, a gennaio si dovrebbe intervenire sul mercato. In mezzo al campo alcune novità: due esterni (Padoin da una parte, Dessena dall’altra) e due centrali (Barella e Ionita). Poi Joao Pedro sulla trequarti, Sau e Farias davanti.

I cambi sono stati intelligenti: Pavoletti per Sau prima, Faragò per Dessena e Miangue per Padoin poi. Inserendo due esterni rapidi (Miangue e Faragò) e Pavoletti al centro dell’attacco, il gioco del Cagliari è cambiato: non più palla a terra, ma più cross dalle fasce verso il cuore dell’area di rigore biancoceleste per cercare Pavoletti. Proprio l’ex centravanti del Napoli ha trovato poi la rete, ma in posizione di offside, dopo la traversa colpita da Farias. E anche l’attaccante brasiliano nel primo tempo si è visto annullare - sempre per fuorigioco - il gol del possibile 1-1 dall’assistente di Pairetto.

I rossoblù, chiaramente inferiori ai biancocelesti sul piano tecnico, hanno lottato allo stremo, fino alla fine. 12 sono stati i tiri dei sardi (5 in porta, 5 fuori e 2 fermati). Numeri che non si leggevano da tempo. Il Cagliari ha attaccato tanto, più della Lazio, che ha tirato appena 3 volte in porta. E’ mancato il risultato, ma Lopez non poteva fare miracoli in meno di quattro giorni. E’ riuscito però a dare una “scossa” all’ambiente, inculcando nella mente dei giocatori il giusto atteggiamento. Si è vista, infatti, una compagine agguerrita, che ha affrontato senza paura un club di ben altro livello.

Il Cagliari torna nell’Isola sconfitto, ma col sorriso. Perché qualcosa di nuovo si è visto, dopo il cambio di allenatore. La squadra, con questo tipo di atteggiamento, ha le carte in regola per raccogliere i punti necessari per raggiungere la salvezza (nonostante alcuni giocatori continuino a palesare evidenti limiti tecnici). A cominciare da mercoledì, quando alla Sardegna Arena arriverà il Benevento.