Le accuse di Mazzarri, i tweet di De La e la coppa del formaggio: quanto è lontana in Italia una cultura sportiva accettabile

Le accuse di Mazzarri, i tweet di De La e la coppa del formaggio: quanto è lontana in Italia una cultura sportiva accettabile
mercoledì 24 aprile 2013, 18:00Il punto
di Roberto Rubiu

Perdere al novantaquattresimo per un'autorete fa male, specie dopo una partita giocata sostanzialmente alla pari contro un avversario fortissimo e ormai lanciato verso la meritata qualificazione in Champions League. Ma più che la sconfitta in sé, sicuramente preventivabile alla vigilia, è stato ciò che è successo attorno a Napoli-Cagliari a lasciare l'amaro in bocca ai tifosi. Le polemiche dell'infuocato post partita impongono infatti una seria riflessione sul livello di cultura sportiva che appartiene, al giorno d'oggi, al nostro calcio. Un calcio in cui in cui viene considerato strano o addirittura deprecabile il comportamento di chi, pur con una classifica oramai tranquilla, si presenta in campo con la legittima ambizione di portare a casa qualche punto.

Per informazioni, citofonare a casa Mazzarri. Il tecnico del Napoli è rimasto profondamente irritato dal piglio agonostico mostrato dagli uomini di Ivo Pulga sul terreno del San Paolo, al punto da indirizzare, degnamente supportato dal vice Frustalupi, una serie di improperi e di minacce più o meno velate alla panchina rossoblù dopo il gol del definitivo 3-2 realizzato da Insigne con l'involontaria collaborazione di Perico (a proposito, non ce ne voglia il bravissimo Lorenzo, ma se domenica pomeriggio a Napoli è stato realizzato un gol cosiddetto "alla Del Piero", quello lo ha messo a segno il suo ex compagno di squadra al Foggia Marco Sau). "Così imparate, ci vediamo dopo, pezzi di m***a". Questo l'esplicito invito rivolto da sir Walter. L'impegno sul rettangolo di gioco è in effetti un affronto intollerabile, che non può certo restare impunito. Perché mai il Cagliari avrebbe dovuto osare di mettere i bastoni tra le ruote al Napoli? Forse per tutelare la regolarità del campionato? Forse per rispetto della maglia e dei tifosi rossoblù, che sentono tanto questa sfida? Forse perché i giocatori, in fondo, sono pagati anche per giocare con il massimo impegno tutte le partite? Tutte cose di poco conto, a quanto pare, per Mazzarri, che, come sottolineato dal responsabile della comunicazione del Cagliari, ha poi preferito disertare l'appuntamento nel post gara.

A ricordarci ancora una volta, semmai ce ne fosse stato bisogno, quanto questa non-cultura sportiva si sia allargata a macchia d'olio fino a raggiungere anche altri tipi di addetti ai lavori, ci hanno pensato anche gli emuli di Walter Mazzarri presenti in tribuna stampa. Giornalisti che, in barba al buon senso che la deontologia professionale imporrebbe, si sono permessi di spernacchiare un avversario arrivato al San Paolo con l'assurda (a quanto pare) pretesa di portare via punti. "Ma che vi state giocando, la coppa del formaggio?" Così ha esclamato l'illuminato Carlo Alvino, telecronista tifoso (oltre ogni ragionevole limite) che in queste ore sta costando una pioggia di disdette a Sky.

Già, Sky. Proprio l'emittente di Rupert Murdoch non si è voluta sottrarre allo squallido teatrino, inventando di sana pianta il labiale di un dialogo tra Behrami e Nainggolan e ignorando quello ben più chiaro di Mazzarri verso la panchina del Cagliari. Il tutto a coronamento dell'ennesima telecronaca napolicentrica, in cui l'avversario rappresentava poco più che un seccante ostacolo nella trionfale cavalcata dei prodi azzurri verso l'Europa che conta.

A chiudere (in)degnamente il pomeriggio ci ha poi pensato Aurelio De Laurentiis che, con l'aplomb già mostrato in occasione della finale di Supercoppa, quando ordinò ai suoi di non partecipare alla cerimonia di premiazione (caso unico nella storia del calcio italiano, e qualcosa vorrà pur dire), ha pensato bene di dedicare la vittoria del Napoli a Cellino, Astori e Nainggolan, corredando il suo tweet al veleno con un delirante video che ha richiamato alla mente di molti appassionati le performance di alcuni leggendari fenomeni trash di Youtube.

Per carità, la provocazione risulterebbe anche simpatica o quanto meno originale, se non fosse che il presidente del Cagliari si trova ora agli arresti domiciliari, ed è quindi impossibilitato a rispondere. Per il resto, il consiglio che ci sentiamo di dare al vulcanico ADL, è quello di imparare a vivere meglio i "no" in sede di calciomercato. A poco vale, in fine, appellarsi ogni volta agli insulti che Cellino rivolse ai napoletani qualche anno fa: due comportamenti sbagliati non si compensano a vicenda, ma rimangono, appunto, solo due comportamenti sbagliati.