PROVIAMO A DIVERTIRCI

PROVIAMO A DIVERTIRCI
sabato 17 febbraio 2024, 00:45Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

 di Vittorio Sanna

Facce tristi, polemiche, depressione, crisi. Tutte parole che fanno a cazzotti con la parola “Sport”. È una parola inglese apparsa nel 1532 e significa “divertimento”. Non ci stiamo divertendo, ne’ in campo tanto meno fuori e forse, alla fine, è la ragione per la quale non si vince. Sta diventando un lavoro, una fatica, una tensione, il campionato del Cagliari. Per tutti. Insieme. Una fatica per i calciatori che hanno il folletto delle sette berrette sullo stomaco, che gli balla addosso anche durante il giorno. Un peso che si vede nella corsa, nella giocata, nel tentativo di difendere e attaccare. Troppi pensieri, troppi ragionamenti, troppe tensioni. Facciamola facile.

Il folletto, per chi non lo sapesse, è un personaggio delle fiabe sarde, capace di rovinarti il sonno, di procurarti degli incubi. È il simbolo della preoccupazione che è necessario neutralizzare e lo si può fare solo giocando con lui, tentando di levargli almeno un cappello. Quello che deve fare il Cagliari a Udine, per divertirsi. I funerali sono stati già fatti in anticipo. In tanti hanno già annunciato la retrocessione dei rossoblu, l’impossibilità di salvarsi. E allora, visto che non c’è più niente da fare, giochiamoci queste quattordici partite che restano. Divertendoci, senza il peso del risultato. 

Sembra tutto un gioco, anche analizzare il momento. È la terapia del sorriso, la metodologia per combattere la depressione. Il Cagliari e i suoi protagonisti principali, è necessario non prenderli di petto perché si rischia di ingigantire il mostro della rabbia e della tristezza. A dire continuamente che sono scarsi magari alla fine ci credono e si calano in un pozzo più profondo del reale. Bisogna ripartire dal concetto che nello sport, se ti diverti a faticare e fare sacrifici, non esiste la sconfitta. Non esiste il non si può fare. Non esiste il non essere capace. Tutto deve essere una sfida. Esiste il percorso per arrivare alla vittoria che passa per le sconfitte. Esiste il non saper fare di oggi che deve diventare l’abilità di domani. A patto di non arrendersi, alla condizione di continuare a sognare, di continuare a divertirsi nell’affrontare anche gli ostacoli peggiori, la fatica e il sacrificio.

È lo spirito dello sport di cui dobbiamo riappropriarci. Lo stesso che nella passata stagione ci ha portato a un risultato superiore alle nostre potenzialità. Ci siamo arrivati divertendoci, senza che nessuno lo pretendesse. È sul cuore che dobbiamo lavorare, alleggerendo la testa e riprendendo a giocare. Con la semplicità di ciò che sappiamo già fare e con l’idea di imparare cose nuove. Ma senza becchini e cornacchie, senza orazioni funebri, senza alambicchi e sfere magiche. Senza specchi per le diverse brame e mele avvelenate di presunti Re e Principessi. Per Sport. Facciamolo per sport. L’unico modo di riappacificarci con noi stessi e quindi con il mondo. Giochiamo con l’Udinese per vincere, sapendo che si può anche perdere ma senza farci bloccare dalla paura. Con lo spirito di chi vuole vivere e misurarsi e non di chi viene già misurato perché dato morto. Undici contro undici. Uomini e non macchine. Chi si divertirà di più vincerà la partita.