Regressione

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© foto di Federico Gaetano
domenica 23 dicembre 2018, 15:00Il punto
di Francesco Ortu

Totale disfatta, non solo nel risultato ma soprattutto per quanto riguarda la prestazione, nella gara dell’Olimpico contro la Lazio per 3-1. Sbandamento preoccupante visti i positivi atteggiamenti delle precedenti partite.

Altro cambio davanti per Maran che mantiene lo scheletro del match contro il Napoli ma davanti schiera il tandem JP-Cerri. I primi minuti possono essere spiegati con il termine “bombardamento”. I rossoblù vedono la metà campo avversaria quasi come una meta lontana ed esotica mentre rimangono trincerati in una guerra di logoramento. Non che questo duri a lungo perché il forcing dei biancocelesti si fa pesante sino a quando non dilagano con la prima marcatura: Cragno respinge verso il centro un tiro di Correa servendo Milinkovic-Savic che torna al gol (un regalino di Natale che non potevamo non fare). Pensate che, come al solito, questa sia la sveglia per riniziare a giocare? Quest’oggi no, infatti la Lazio ha ancora il pallino assoluto del gioco e, su calcio d’angolo, ottiene il raddoppio con Acerbi che approfitta della palla trattenuta male dall’estremo difensore rossoblù. Le uniche azioni dei sardi arrivano da Cerri che risulta quello più in vita della prima frazione e da Ionita che arriva vicinissimo al gol. Il secondo tempo parte con Barella&co. leggermente più frizzanti e attivi, grazie anche agli ingressi di Farias e Pajac, che però non si rendono mai pericoloso. Gli uomini di Inzaghi aspettano sapientemente e ripartono con contropiedi micidiali che portano al 3-0 di Lulic e che avrebbero potuto portare ad altre reti ma il risultato viene “salvato”. La consolazione finale è il rigore assegnato con il VAR e trasformato da JP.

La prestazione è un passo indietro abbastanza netto, prendendo pure con riferimento le prestazioni anche recenti con le pari livello. Una partita che aveva un retrogusto quasi di rastelliana memoria, con scelte tattiche e atteggiamento completamente sbagliati. La squadra non solo scende molle, svogliato e quasi fastidioso ma è costretto a cambiare modulo più volte durante l’incontro per tentare di arginare (sensa successo) l’avversario.

Se dovessimo indicare il migliore in campo in questa Waterloo diremmo senza dubbio Romagna. Continua, lontano dai riflettori, la crescita del centrale ex Juve che  mette sempre più in mostra le caratteristiche che lo avevano annoverato fra i giovani più talentuosi della sua generazione. Il suo cliente era Immobile, abbastanza scomodo quindi, ma lui non ferma alla nomea e lo morde alle caviglie negandoli più volte la gioia del gol.

Ora mancano due partite alla fine del girone, Genoa e Udinese che sono due dirette concorrenti alla salvezza. L’unico risultato lontanamente accettabile è la vittoria, nient’altro. Sarebbe magari tentare un cambio modulo visto che il 4-3-1-2 sta arrancando non poco e i dogmatismi possono essere alquanto dannosi e, da quanto avrete capito tutti, non possiamo permetterci errori.