12 aprile 1970, una data scolpita nella memoria dei tifosi

12 aprile 1970, una data scolpita nella memoria dei tifosi
venerdì 12 aprile 2019, 20:21News
di Luca Pes
A 49 anni dal trionfo tricolore, il ricordo di una gioia indimenticabile

Un calcio diverso, meno esasperato, meno schiavo del business e ancorato ai veri valori dello sport. Le emozioni giungono in diretta tramite le voci di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Per le immagini, ancora in bianco e nero, è necessario attendere “La Domenica Sportiva”. Il Cagliari fa ormai parte dell'élite del calcio italiano e nel campionato 1969-70 duella a lungo con la Juventus. Lo scontro diretto a Torino termina 2-2, la settimana successiva i bianconeri cadono a Firenze e il Cagliari, battendo il Verona, si lancia verso il titolo.

Arriva il 12 aprile 1970: mancano due giornate al termine del campionato, allo stadio Amsicora si gioca Cagliari-Bari e i rossoblù possono conquistare matematicamente lo scudetto. La Sardegna è in trepidante attesa, i campioni non deludono. 2-0 il risultato finale con reti di Gigi Riva e Bobo Gori. Nel capoluogo e in tutta l'isola può partire la festa: caroselli d'auto, bandiere al vento, ma soprattutto tanta gioia. Una festa iniziata fin dalle prime ore del mattino, quando migliaia di tifosi si riversano in città per assistere all'incontro decisivo in chiave scudetto, e poi proseguita per tutta l'estate nei Cagliari Club sparsi per l'isola. “Il segreto della nostra vittoria è che ci volevamo e ci vogliamo bene - ha dichiarato qualche anno fa Gigi Riva - eravamo uniti, una cosa sola. Se toccavano uno di noi, tutti gli altri scattavano come una molla”.

Il Cagliari chiude il campionato a 45 punti, con 4 lunghezze di vantaggio sull'Inter e ben 7 sulla Juventus, per un lungo periodo principale avversaria dei sardi nella lotta tricolore. 21 le reti di Gigi Riva sulle 42 totali messe a segno dal Cagliari. Gli 11 gol subiti in 30 partite sono tuttora un record: 0,37 gol rappresentano la media gol subiti a partita più bassa di sempre.

A soli sei anni di distanza dalla prima partecipazione al campionato di Serie A il Cagliari diventa Campione d'Italia. Per la prima volta una squadra del sud vince il titolo. Uno scudetto ricco di significato per Cagliari e l'intera isola, considerata fino a quel momento, per dirla alla Gigi Riva, solamente “patria di pastori e banditi”. La vittoria del riscatto per una terra considerata troppo lontana dal “continente”, destinata proprio in quegli anni a diventare un'ambita meta turistica grazie, in particolare, al boom turistico della Costa Smeralda.

“Lo scudetto del Cagliari rappresentò il vero ingresso della Sardegna in Italia – scrisse Gianni Brera - La Sardegna aveva bisogno di una grande affermazione e l'ha avuta con il calcio, battendo gli squadroni di Milano e Torino, tradizionalmente le capitali del football italiano. Lo scudetto ha permesso alla Sardegna di liberarsi da antichi complessi di inferiorità ed è stata un'impresa positiva, un evento gioioso”.

Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva. Questa la formazione scudettata nel campionato 1969-70. Undici nomi che vengono recitati a memoria da tutti i tifosi rossoblu, undici campioni che hanno riempito d'orgoglio l’intera regione. È opinione di molti: “Quello scudetto vale più di dieci titoli di Juventus, Milan o Inter”.