Pisano: "Ho il Cagliari nel cuore. E tatuato sulla pelle"

Pisano: "Ho il Cagliari nel cuore. E tatuato sulla pelle"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
venerdì 18 luglio 2014, 12:58News
di Ivan Braina

Francesco Pisano, classe 1986, terzino destro, è uno dei veterani rossoblù. E vuole essere una bandiera: "Sono attaccatissimo a questa maglia, come tutti i sardi, al punto che mi sono fatto fare un tatuaggio che simboleggia la squadra. Il Cagliari è qualcosa di unico: anche i giocatori che vengono da fuori ne avvertono subito il fascino e ne rimangono coinvolti".

Lo stemma del club sulla coscia destra, con cinque numeri: 5 di Conti, 7 di Cossu, 14 di Francesco, 31 di  Agostini e il 6 di Lopez, ex mister: "Siamo tutti amicissimi, siamo molto legati e abbiamo il Cagliari nel cuore". E' rimasto a Cagliari, ha resistito a qualunque tentazione: "Semplicemente perché non ho mai pensato di lasciare il Cagliari. Si sta troppo bene nella propria terra. E ora sento che con la nuova gestione c'è un diverso entusiasmo". I suoi genitori sono i suoi primi tifosi al S.Elia: "Le partite in casa le vedono tutte".

Iniziò con Daniele Arrigoni che lo portò in ritiro la prima volta quando aveva 18 anni, ad Asiago. Ora, a 28 anni, a Sappada è pronto a una nuova avventura: "Quest'anno sono sono cambiate tante cose, il gruppo è un bel mix di gioventù ed esperienza. Dobbiamo ancora iniziare il lavoro tattico, per adesso stiamo svolgendo la parte atletica. Spero che faremo un buon campionato". Con Zeman dovrà osare di più e sulla corsia di destra avrà la concorrenza di Balzano, un fedelissimo del boemo: "Lo so. Ma non mi spavento, di concorrenti ne ho avuti tanti".

Parla poco, non ama i riflettori: "In questo ho preso da Daniele Conti, non amo parlare e fare proclami, lavoro e amo giocare". Eppure è uno dei difensori più affidabili della serie A: "Nasco e sono difensore". Ricorda la partita col Milan, gestione Allegri, in cui non fece vedere la palla a Ronaldinho: "Venivamo da cinque partite senza vittorie, fu la svolta per noi e per Allegri". Con Zeman ho capito che si deve lavorare".  Fu goleador nella partita che segnò il destino del tecnico alla Roma nel febbraio 2013: "Segnai il 4-1 ma quel giorno Cossu mi attaccò il 14 in camera. Aveva previsto che avrei fatto gol".