Arrivi, cessioni, speranze, incognite: il punto sul primo mercato targato Giulini

Arrivi, cessioni, speranze, incognite: il punto sul primo mercato targato GiuliniTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Liggi/TuttoCagliari.net
lunedì 1 settembre 2014, 23:00Primo piano
di Nicola Atzori

Bisognerebbe tornare indietro 47 anni per riscontrare una sessione di mercato rivoluzionaria come quella che si è appena chiusa. Corre l'anno 1967, il Cagliari riesce sempre meno a sostenere i costi della serie A e deve mettere in vendita Riva, nonostante la furente reazione della tifoseria. Poi, la svolta: Enrico Rocca, patròn del Cagliari, trasforma il club in una Spa e quattro anonimi versano 150 milioni di vecchie lire nelle casse del club. Il Cagliari è salvo. Dalle prime indiscrezioni si scopre il coinvolgimento della Saras, industria petrolifera di proprietà della famiglia Moratti ai vertici dell'Inter. I Sardi cambiano dunque presidente (Efisio Corrias) e in cambio di Boninsegna arrivano in Sardegna gli interisti Domenghini e Gori, protagonisti negli anni d'oro rossoblù.

Tanti i punti in comune con l'attuale momento in casa Cagliari, molte di più le incognite. Dopo il colpo Zeman, già di per sè rivoluzionario, il neo presidente Giulini ha infatti sconvolto la rosa a sua disposizione, rimasta perlopiù invariata negli ultimi 5 anni. Partono Astori, Pinilla, Nenè, Adryan, Silvestri, Vecino, Tabanelli, Ibraimi, Perico, Del Fabro e Oikonomou, tutti marchio del Cagliari di Cellino. Sbarcano invece in Sardegna i difensori, Ceppitelli, Popescu, Balzano e Capuano; i centrocampisti Giorico e Pedro e gli attaccanti Rangel e Capello. Dall'Inter, quasi a rimarcare l'analogia col 1968, arrivano 3 giocatori: Benedetti, Crisetig e Longo. Una squadra rivoltata come un guanto, con Sau e Conti addetti al passaggio di testimone nella staffetta condotta da Marroccu, Zeman e Giulini. Tutto questo senza incisioni sul bilancio, con 10 milioni di entrate totali e 15 di uscite, cui si dovranno aggiungere i 7 milioni che la Roma dovrà versare per il riscatto di Astori.

Il tempo rivelerà la bontà degli acquisti e delle decisioni del nuovo patròn ma una cosa è sicura: il Cagliari non vedeva un mercato e, cosa ancora più importante, un progetto del genere da tanto, troppo tempo. Al Cagliari, alla Sardegna e ai suoi sostenitori serviva una ventata d'aria fresca, a lungo desiderata ma mai arrivata. Ora l'attesa è finita, Giulini potrà fallire o aver ragione delle sue azioni ma certo non si potrà dire che non ne sia valsa la pena.