Dopo la favola di Pisacane, ecco quella di Melchiorri: dalla malattia al primo gol in Serie A

Dopo la favola di Pisacane, ecco quella di Melchiorri: dalla malattia al primo gol in Serie ATUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico Gaetano
martedì 27 settembre 2016, 16:45Primo piano
di Serafino Ghisu

Dopo la bellissima favola di Fabio Pisacane, arriva anche quella di Federico Melchiorri. Il suo più grande sogno è sempre stato quello di giocare in Serie A. E dieci anni fa, precisamente il 20 dicembre 2006, lo coronò esordendo nella massima serie con la maglia del Siena in occasione del match contro l’Empoli. Non giocò dall’inizio, entrò in campo solo nei minuti finali, ma per lui non fece alcuna differenza: si sentiva l’uomo più felice del mondo. Ma dopo l’esordio, chiuso da gente più esperta, non trovò più spazio. Venne ceduto alla Sambenedettese, poi al Giulianova. Nella stagione 2009-2010 gli venne diagnosticata una grave malattia: cavernoma venoso. Molti parlavano di “addio al calcio”. Qualsiasi atleta si sarebbe potuto arrendere. Ma non Federico Melchiorri. Non volle saperne di appendere le scarpette al chiodo. Non a soli 23 anni. E così il giovane maceratese decise di ripartire dalle serie minori. Dopo sette mesi vestì la maglia del Tolentino, in Eccellenza, segnando 45 gol in due stagioni, poi quella della Maceratese, la squadra della sua città, dove collezionò 23 gol in 30 presenze. Numeri che convinsero il Padova a puntare su di lui. Melchiorri segnò sei gol con i biancoscudati, per poi passare al Pescara. Le sue speranze di salire in A con i biancazzurri si spensero solo nei minuti finali dei play-off contro il Bologna, quando il pallone, che colpì di testa, si innamorò della traversa e non volle saperne di entrare in rete. La scorsa estate lo volle il Carpi, che si affacciava per la prima volta in Serie A. Ma Melchiorri, sorprendentemente, rifiutò la proposta del presidente Caliumi per accettare quella del Cagliari di Tommaso Giulini, appena retrocesso nel campionato cadetto. Con i suoi 8 gol in 27 partite contribuì alla promozione dei sardi nella massima serie.

Avrebbe potuto segnare e giocare di più, ma la sfortuna continuò a bussare alla porta di Federico, che ad aprile fu costretto a fermarsi, ancora una volta. La diagnosi: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Ma Federico non volle mollare. Così cominciò a camminare tra terapie e campo. Prima con le stampelle, poi senza. Poi iniziò a correre. E quando corre, chi lo ferma più? Decise di rinunciare alle vacanze estive, con in testa un solo pensiero: tornare in Serie A. E così ieri sera, esattamente al 74’, è entrato nel rettangolo verde del Sant’Elia. Un quarto d’ora dopo Tachtsidis ha effettuato un lancio, forse troppo lungo per Melchiorri. Forse. Perché Federico ci ha creduto. Quel pallone poteva essere suo. E così ha corso a tutta velocità verso la sfera. Viviano è uscito male e Melchiorri con un guizzo lo ha superato, gli ha rubato la palla e l’ha calciata con il piede sinistro. La palla ha iniziato a rotolare, lentamente, verso la porta. Come se volesse dare il tempo a Melchiorri di rivivere tutti i momenti difficili che ha superato negli ultimi dieci anni. A Cagliari arriva un’altra favola, dopo quella di Pisacane. Una lezione di sport e di vita. Mai mollare, anche quando tutto sembra perduto. Da raccontare ai nipotini: “C’era una volta Federico Melchiorri, un uomo che aveva un sogno e che, nonostante tante avversità, non ha mai mollato…”.