ESCLUSIVA TC - Gianpietro Piovani: "Brescia è la mia città, ma Cagliari è nel mio cuore"

ESCLUSIVA TC - Gianpietro Piovani: "Brescia è la mia città, ma Cagliari è nel mio cuore"
giovedì 26 novembre 2015, 21:54Primo piano
di Giancarlo Cornacchia
Due chiacchiere con il doppio ex di Brescia e Cagliari

Stagione 1988/89, allo stadio "Acquedotto" di Sassari si gioca il terribile derby Torres-Cagliari. Al quarto minuto del primo tempo l'attaccante Guglielmo Coppola raccolige un pallone sulla destra e lo serve al suo compagno di reparto che con un terrificante destro rasoterra realizza il goal del vantaggio per il Cagliari lasciando increduli i diceimila tifosi sassaresi. L'autore del goal rispondeva al nome di Gianpietro Piovani che abbiamo avuto il piacere di raggiungere telefonicamente per parlare della sfida di sabato pomeriggio tra Brescia (squadra dove ha militato per diversi anni) ed appunto Cagliari.

Che combina oggi Piovani?

Sono diventato allenatore della formazione Berretti della Feralpi Salò dopo esserne stato per tre anni responsabile del settore giovanile. Sono contento perchè ho la possibilità di giocare con i giovani, una cosa che da molta soddisfazione. Andiamo indietro con il tempo di circa venticinque anni.

Che ricordo hai della tua esperienza a Cagliari?

Meravoglioso. Ho giocato poco, solo una stagione, ma è stato un anno bellissimo sotto tutti gli aspetti. L'ambiente era eccezionale, una squadra composta da giocatori professionali ed umanamente eccezionali. Abbiamo avuto modo di creare un'atmosfera familiare, un rapporto stretto in campo e fuori. Tutti questi elementi uniti alla saggezza di Claudio Ranieri, allenatore dalla quale ho appreso tantissimo ed ancora oggi metto in pratica i suoi insegnamenti, ci hanno permesso di raggiungere la promozione in serie B. Nella mente dei tifosi rossoblu è rimasto impresso il tuo goal contro la Torres. E chi se lo dimentica! Giocammo una partita fantastica, ma Bardi pareggiò al novantesimo. In quella stessa stagione segnai sempre contro la Torres nella semifinale di coppa Italia e li eliminammo, per poi vincere la finale contro la Spal.

E da allora diventasti Pedrogoal.

Verissimo. Non ero arrivato a Cagliari da molto, ma bastò quel goal a farmi guadagnare l'affetto dei tifosi. Ricordo che il giorno dopo la partita furono in tanti a fermarmi per strada per farmi i complimenti. Li ricordo con tantissimo affetto, Cagliari è una città che mi è rimasta nel cuore nonostante ci abbia militato per una sola stagione. Posso vantarmi di non essere mai stato fischiato dalla tifoseria rossoblu tutte le volte che sono tornato da avversario con il Piacenza ed il Livorno. Anzi, dopo lo spareggio che condannò il Cagliari alla serie B nel 1997 ed io giocavo con il Piacenza, mi avvicinai ai ventimila sardi presenti a Napoli e loro mi applaudirono, segno evidente che sono rimasto nel loro cuore e questo mi fece un piacere immenso.

Cosa ti impedì di contnuare la tua esperienza in Sardegna? Ero di proprietà del Brescia. Con l'allora ds del Cagliari, Carmine Longo, avevo già firmato un contratto di altri due anni. Volevo rimanere a tutti i costi perchè mi trovavo benissimo e così anche la mia famiglia. L'anno successivo, però, arrivò a Brescia Franco Varrella che, su consiglio di Arrigo Sacchi, chiese alla dirigenza di riportarmi a "casa" per giocare in serie B. Ne rimasi profondamente deluso. Avevo stretto, come già detto, un rapporto speciale con i vari Ielpo, Bibi Provitali, Pacioni, ma soprattutto con la città.

Torniamo ad oggi. Da doppio ex come vedi la partita tra Brescia e Cagliari?

Beh, non seguo tantissimo il Brescia anche se sono a poca distanza. So comunque che la nuova dirigenza ha portato nuova linfa ed entusiasmo sia tra la gente che nella stessa squadra composta da diversi giovani che corrono e si divertono. Sabato rientrerà Caracciolo che fornirà l'esperienza necessaria. E poi in panchina c'è un bravo tecnico come Boscaglia. Il Cagliari? Massimo Rastelli è stato mio compagno per diversi anni nel Piacenza ed è un amico. Lo sento spesso e sono davvero contento per i risultati che sta raggiungendo. Con umiltà e concretezza riesce a creare un ambiente familiare con i giocatori, il che rende più facile accettare le sue idee di calcio e sono sicuro che riuscirà nell'intento di riportare il Cagliari in serie A.