Gabriel-Rafael, il nodo da sciogliere

Gabriel-Rafael, il nodo da sciogliereTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
mercoledì 15 marzo 2017, 07:00Primo piano
di Pietro Piga

Settimana dopo settimana, partita dopo partita, lo scacchiere del Cagliari è in continua evoluzione. Cambiano gli schieramenti, ma anche i giocatori: tra problemi fisici, squalifiche e scelte tecniche, Massimo Rastelli si presenta all’avversario di turno con almeno una novità rispetto alla gara precedente. Anche in quella di Firenze, persa all’extratime, sono stati quattro gli interpreti rossoblu diversi rispetto alla sfida contro l’Inter. È spiccato all’occhio, seppur fosse stato annunciato dall’allenatore nella conferenza stampa della vigilia, la presenza di Rafael come guardiano dei pali e la conseguente panchina di Gabriel.

IL RITORNO. Rafael, dopo aver preso il posto di Storari nell’ultima uscita dell’anno contro il Sassuolo e nelle successive sette gare, si era accomodato in panca nelle trasferte di Genova (casa Sampdoria) e Crotone, finendo nel mazzo delle riserve anche nella disfatta contro l’Inter. A sette giorni di distanza dalla manita nerazzurra, il numero uno del Cagliari è stato richiamato in causa da Rastelli, in virtù delle poche certezze assicurate da Gabriel. E lui, fresco di rinnovo contrattuale fino al 2018, non ha deluso le attese nel face to face contro la Fiorentina: indicazioni, rassicurazioni e, soprattutto, parate. Quelle che per poco, fino al 47’ del secondo tempo, non hanno consegnato ai rossoblu un punto in più in classifica.

UN TUFFO DOPO L’ALTRO. Il trentacinquenne di San Paolo, già nel primo tempo, aveva chiuso la porta in faccia a Tello, Saponara e Bernardeschi, intervenendo pure, con attenzione, su una serie di spioventi che passavano nell’area di rigore. Nella ripresa, Rafael ha fatto la voce grossa per due volte su Chiesa, autore di una doppia conclusione violenta, con un tuffo basso e un balzo felino. Però, sul più bello, la beffa è stata servita da Kalinic, il cui colpo di testa è stato sì toccato dal brasiliano, ma ha varcato ugualmente la linea di porta. Peccato. Rafael, oltre ad aver ribadito di che pasta è fatto attraverso i salvataggi, si è dimostrato un affidabile direttore della difesa, aiutando e incitando i compagni.

BOCCIATO O RIMANDATO? Quello che non è riuscito a fare, invece, Gabriel. Tre partite, quelle contro Sampdoria, Crotone e Inter, nelle quali il portiere si è esibito in qualche buon intervento, ma è sempre parso in difficoltà, a volte spaesato, e incapace di comandare il reparto difensivo. Gettato nella mischia all’improvviso, dopo aver osservato i la squadra dalla panchina per quattro volte e una volta dalla tribuna. Il ventiquattrenne di Unai, che prima dell’esordio in rossoblu non scendeva in campo da poco meno di un anno, è sbarcato in Sardegna dal Milan, tramite lo scambio con Storari, per riprendere la misura dei pali, dell’area di rigore e minuti, fondamentali per la sua crescita. Rastelli, dopo il periodo di ambientato, si è affidato a Gabriel, ma gli errori contro l’Inter hanno fatto compiere un passo indietro all’allenatore. Che però, già nel post-partita, l’aveva difeso a spada tratta: «Non è il capro espiatorio della sconfitta». E poi, prima della partenza per Firenze, ha giustificato così il cambio di guardia: «Sta a riposo, ha bisogno di ricaricare le pile. Avrà modo di dimostrare il proprio valore». Ma ora, vista l’abbondante sufficienza rimediata da Rafael all’Artemio Franchi, per Gabriel il gioco si fa duro.

TEMPO DI SCELTE. «Tra Gabriel e Rafael non esiste alcun dualismo, tutto ciò l’avete inventato voi giornalisti». Parola di Rastelli, che rispose così qualche settimana davanti a taccuini e telecamere. L’allenatore, giunti a dieci giornate dalla fine del campionato, dovrà prendere una decisione definitiva perché il ruolo del portiere è delicato e importante. L’alternanza potrebbe risultare «nociva» non solo per i due estremi difensori verdeoro, che perderebbero la continuità, ma anche per i componenti della retroguardia, che andrebbero in confusione con un numero uno a partita. A Rastelli, a partire dalla sfida contro la Lazio, l’ardua scelta.