Inter-Cagliari: storie di calcio e di affari di mercato

Inter-Cagliari: storie di calcio e di affari di mercatoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
sabato 27 settembre 2014, 09:01Primo piano
di Giancarlo Cornacchia
Dal Bonimba a Suazo, passando per Matteoli

Domenica si affronteranno Inter e Cagliari, due squadre i cui destini societari sono andati per diverso tempo a braccetto. Dalla famiglia Moratti, da sempre legata alla Sardegna, fino ad arrivare all'attuale dirigenza rossoblù composta da due ex protagonisti del CdA nerazzurro, Giulini e Filucchi, i due sodalizi sono stati protagonisti, oltre al campo, anche di diversi affari di mercato. Come non ricordare la vecchia volpe Andrea Arrica che, alle porte della stagione 69-70, diede le ultime pennellate al capolavoro Cagliari acquistando dai nerazzurri l'ala destra Domenghini, il centrocampista Poli e l'attaccante "Bobo" Gori. All'Inter andarono Boninsegna e ben 250 milioni di lire. Chi fece l'affare? Domenghini era un giocatore dalla classe eccelsa, ma Renata Fraizzoli, moglie del presidente nerazzurro Ivanoe, ebbe a dire: "Trenta minuti in campo di Mario Corso valgono i novanta minuti del Domingo". Detto, fatto e l'ala destra ci mise ben poco a far ricredere tutti quanti guadagnandosi il soprannome di "cavallo pazzo". Gori diventò la spalla ideale per Gigi Riva ed il Cagliari vinse lo storico scudetto. La stagione successiva sempre l'indimenticato Arrica bussò alla porta del sodalizio milanese: stavolta l'obiettivo era Luisito Suarez, puntato dal presidente rossoblù per affrontare la Coppa dei Campioni, ma Fraizzoli, visto l'affare fatto dal Cagliari la stagione precedente disse no. Andiamo alla stagione 90/91. Il Cagliari, appena ritornato in serie A grazie a Ranieri e gli Orrù, prelevano dai nerazzurri il sardo Gianfranco Matteoli, playmaker dalle perfette geometrie.

Era stato un autentico protagonista dell'undici di Trapattoni dello scudetto dei record, stagione 88/89. Diventato capitano del Cagliari primi anni novanta, fu rimpianto parecchio dalla dirigenza interista per il suo altissimo rendimento nonostante la non più verdissima età. "Vecchio Capitano", lo soprannominò Bruno Corda. Gianluca Festa fece il percorso inverso qualche anno dopo per la bella cifra di nove miliardi di lire. Marcatore tosto ed arcigno, ne sanno qualcosa i vari Van Basten e Batistuta. Stessa sorte anche per David Velasquez Suazo che, dopo caterbe di goal in maglia rossoblù, decise di effettuare il grande salto nel 2007, voluto fortemente da Roberto Mancini. Moratti, pur di accontentare il suo allenatore, scucì dal suo portafogli ben diciotto milioni di euro più la comproprietà di Robert Acquafresca. Dopo una discreta stagione da comprimario e otto goal realizzati, King David fu "fatto fuori" dall'arrivo di Josè Mourinho che non lo ritenne un giocatore utile per la causa nerazzurra. Il presente parla di diversi giovani interessanti come Crisètig, Longo, Benedetti che desiderano imporsi a Cagliari oggi, sperando di diventare colonne nerazzurre in futuro.