Marco Giampaolo, quando "la dignita non ha prezzo"

Marco Giampaolo, quando "la dignita non ha prezzo"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
lunedì 2 agosto 2021, 02:08Primo piano
di Giancarlo Cornacchia
Le coraggiose parole di un ex

Ricordato per il suo celebre aforisma "la dignità non ha prezzo" sbattuto in faccia al presidente Cellino, Marco Giampaolo oggi è un allenatore disoccupato. Descritto dagli stessi colleghi tra i più preparati in circolazione, non ha mai raccolto tanta fortuna e solo dalla sua esperienza dello scorso campionato ad Empoli ha iniziato a dire veramente la sua. Arrivato a Cagliari nell'estate 2006, volle sin da subito cambiare le cose a partire dal modulo: il 4-4-2 era il suo marchio di fabbrica, ma i rossoblu, abituati da tempo ad applicare il 4-3-3, faticarono e non poco ad applicare il credo del tecnico di Bellinzona, tant'è vero che senatori come Langella ed Esposito iniziarono ben presto a storcere il naso per le modifiche tattiche che li voleva lontani dalla porta. Ergo, dopo sedici giornate, solo due vittorie, tanti pareggi ed un gioco al limite del noioso, viene esonerato. Ma la cura Colomba è talmente controproducente che il vulcanico presidente rossoblu lo richiama dieci giornate dopo ed il Cagliari ottiene la salvezza ad un una giornata dal termine del campionato dopo il pirotecnico 3-2 sulla Roma. La stagione successiva è preceduta da una rivoluzione generale: Giampaolo da il via al rinnovamento con le cessioni di Suazo, Esposito, Langella, e gli acquisti dei giovani Acquafresca, Matri e Foggia. L'esordio è da ricordare: 0-2 in casa del Napoli e tifosi già in delirio.

Poi, dopo la sconfitta interna per 2-3 contro la Juventus, qualcosa Inizia a scricchiolare. Il caso Foggia-Marchini, presunti malcontenti interni, e Cellino che gli consegna il ben servito dopo undici partite. Arriva Nedo Sonetti, chiamato da un presidente disperato che non voleva scendere in serie B, ma il tecnico di Piombino non riesce a cavare un solo ragno dal buco di una situazione disastrosa, tant'è vero che dopo il 5-1 rimediato a Firenze preferisce alzare bandiera bianca. Ed ecco venire fuori l'orgoglio di un uomo che si rifiuta di fare il burattino: richiamato da Massimo Cellino r al capezzale di un Cagliari delerito, il tecnico risponde in questo modo "Pur nella consapevolezza del danno economico che ne deriverà, rinuncio a tornare a Cagliari. L'orgoglio e la dignità non hanno prezzo". Scelta orgogliosa che gli costò il conseguente licenziamento per cosiddetta giusta causa, ma la stima dell'intera Italia calcistica.