Zeman al CdS: "Difficile cambiare il sistema se i personaggi sono sempre quelli"

Zeman al CdS: "Difficile cambiare il sistema se i personaggi sono sempre quelli"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Liggi/TuttoCagliari.net
mercoledì 13 agosto 2014, 09:32Primo piano
di Marco Deiana

E' il solito Zdenek Zeman, personaggio senza peli sulla lingua e che non ha paura di parlare, criticare e lanciare messaggi forti. Passano gli anni ma il boemo non cambia e stavolta ha deciso di parlare ai microfoni del Corriere dello Sport. Argomentazioni varie: dall'elezione del presidente della Figc alla Nazionale, dal progetto Cagliari al suo credo calcistico. Ecco alcune sue dichiarazioni. Si parte con la situazione all'interno del calcio italiano dopo la nomina di Tavecchio come nuovo presidente della Figc: "E’ difficile cambiare il sistema se i personaggi sono sempre quelli, uomini che danno poca importanza al calcio giocato: è una casta che ha scelto il suo presidente. So bene che nel calcio ci sono quelli che pensano solo a far soldi. Li combatto, sono diverso. E insisto sulla mia strada. Dalla mia panchina e sui campi io vedo correre persone, non soldi, sento battere cuori, non le casse del business".

Il boemo si concede una battuta anche sull'Italia: "C’è a monte un problema di cultura, di lavoro, di settori giovanili poco curati. Conte ct? E’ un allenatore, alla Nazionale serve un selezionatore". Si prosegue parlando del suo credo calcistico: "Sto spiegando alla squadra che occorre lavorare duramente per far divertire la gente sugli spalti, i tifosi, quelli veri. Persone che non hanno niente a che fare con i violenti. Chissà perché quello che non si può fare in mezzo alla strada è permesso dentro lo stadio. C’è spazio anche per noi. Mi diverto seguendo il mio progetto di calcio. Sono contro il sistema, fuori dal Palazzo, ma insieme a tante persone che apprezzano ciò che faccio. Ciò mi ha dato la spinta e le soddisfazioni per andare avanti". Il tecnico del Cagliari prosegue parlando della sua idea di gruppo: "E’ cambiato il rapporto dei calciatori fra loro. Prima stavano molto in gruppo, non ognuno per sé o chiuso con le cuffie o a navigare su Internet. Devo dire che a Cagliari c’è un bel gruppo, ho dieci giovani molto impegnati sul lavoro. E anche molto in sintonia fra loro. Io credo nei rapporti personali, detesto persino l’uso del telefono. A me piace giocare a carte e vedere i ragazzi giocare, anche se molte società lo proibiscono".

Infine qualche battuta sul nuovo progetto del Cagliari guidato dal patron Tommaso Giulini, ecco le dichiarazioni del boemo sullo stadio e sull'ambizione del presidente rossoblu: "Il problema dello stadio è importante, soprattutto per una società di Serie A. Ma anche qui vorrei distinguere fra sport e affarismo. Se costruire lo stadio diventa un alibi e uno strumento per poter realizzare investimenti immobiliari intorno e dentro lo stadio, questo non giova al calcio. Per me sarebbe bene aggiustare e migliorare gli stadi che ci sono. Sono contento che il presidente abbia grandi ambizioni e sogni, fondamentali nello sport. Poi bisogna rendersi conto della realtà. Se si vuole arrivare a qualche obiettivo, occorre sapere come arrivarci, con un progetto di lunga durata".