Zeman e il Cagliari: l'analisi sul cammino dei rossoblù

Zeman e il Cagliari: l'analisi sul cammino dei rossoblùTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 22 dicembre 2014, 08:00Primo piano
di Marco Deiana

Diciottesimo posto, zero vittorie in casa, appena dodici punti conquistati in queste prime sedici giornate di campionato; numeri pesanti per Zdenek Zeman e per il Cagliari. Una stagione difficile, messa comunque in preventivo in estate dalla dirigenza rossoblù per via della rivoluzione estiva, quando si decise di cedere giocatori d'esperienza per puntare su giovani calciatori in rampa di lancio. Insomma, un rischio calcolato. Zemanlandia però non è mai decollato definitivamente in Sardegna. Analizziamo il cammino del Cagliari dal ritiro estivo alla pausa natalizia con ZZ alla guida della squadra, ovvero le quattro fasi (cinque se si considera il mercato) che ha attraversato la squadra del boemo.

Il ritiro estivo e il mercato - Entusiasmo a Sappada per il nuovo Cagliari di Zeman. L'inizio di una nuova era: nuovo presidente e nuovo allenatore dalla mentalità offensiva. Durante il ritiro estivo la squadra lavora sodo: corsa, gradoni e tattica. Le prime amichevoli sono confortanti, poi successivamente arriveranno i test più impegnativi dove si iniziano ad intravedere le prime difficoltà della squadra, abituata per anni a giocare in modo difensivo. Nel mentre la dirigenza lavora sul mercato e deve spegnere un giorno sì e l'altro pure le voci sulle possibili cessioni dei big: Ibarbo, Astori e Sau. Alla fine il difensore verrà ceduto ad agosto. Il boemo chiede ed ottiene alcuni giocatori, arrivati tra l'inizio del ritiro e l'inizio del campionato. Tra questi spuntano due suoi pupilli: Balzano e Capuano, avuti durante la favolosa esperienza a Pescara. Il boemo avrebbe voluto anche Anania, portiere dai piedi buoni, adatto al suo gioco, nonché uomo di fiducia. L'accordo tra le parti però non venne raggiunto e il tecnico si ritrovò con i due giovani Cragno e Colombi, scelti dalla società con il suo "nullaòsta".

A caccia della mentalità zemaniana - La vittoria nel terzo turno di Coppa Italia contro il Catania ha dato morale alla squadra, ma Zemanlandia è ancora lontana. La squadra deve ancora capire bene le idee del nuovo tecnico, d'altronde gran parte della formazione titolare è quella che ha giocato gli ultimi anni con il 4-3-1-2 molto difensivo. Nelle prime quattro gare di campionato si vedono piccoli segnali positivi anche nelle sconfitte, ad eccezione della sfida dell'Olimpico contro la Roma. Nella Capitale il Cagliari si presenta troppo timorosa e perde senza mostrare un minimo di gioco offensivo.



La svolta e i primi segnali di Zemanlandia - 28 settembre 2014, stadio San Siro: 1-4, Zemanlandia distrugge i nerazzurri di Mazzarri con una prova eccezionale, la stampa si esalta. Il boemo ha conquistato tutti, i media locali e anche quelli nazionali. Il Cagliari sembra giunto ad una svolta. Una settimana più tardi sfiora il colpaccio in casa dell'Hellas Verona grazie ad una prestazione maiuscola, alla fine arriverà la sconfitta al 90' ma nell'ambiente rossoblù ci sarà soddisfazione. Successivamente arriveranno il pareggio interno contro la Sampdoria (rimontando un doppio svantaggio), la larga vittoria in casa dell'Empoli e l'ottima partita disputata contro il Milan al Sant'Elia che ha portato però un solo punto.

Zemanlandia sì, ma solo per un tempo - Sono seguite altre quattro gare giocate in stile zemaniano. Peccato che la squadra non sia riuscita a giocare in questo modo per più di un tempo. Troviamo infatti le gare contro Lazio (in trasferta), Genoa (in casa), Napoli (in trasferta) e Fiorentina (in casa). Il Cagliari in questa fase della stagione si è ritrovata a giocare bene solo dopo aver subito un gol. All'Olimpico alla fine del primo tempo i rossoblù perdevano 3-0, nella ripresa si è andati vicini al 3-3, subendo il gol del 4-2 solamente al 92' in contropiede. Nelle gare contro i liguri e contro i partenopei sono arrivati due pareggi in rimonta, rischiando - nella ripresa - di portare a casa l'intero bottino. Infine arriviamo alla gara contro i viola, il match che ha decretato il crollo totale della squadra: una gara giocata ottimamente per un'ora, ma i gol sono stati realizzati dagli avversari. Psicologicamente una mazzata, i giocatori hanno smesso di credere nella mentalità del boemo?

La confusione e il crollo - Dopo la gara contro la Fiorentina la squadra ha perso l'entusiasmo e forse anche un po' di fiducia nei metodi e nelle idee di Zdenek Zeman. Sono seguite infatti quattro gare poco apprezzabili dal punto di vista del gioco: contro il Chievo il black-out della squadra ha portato ad un deludente 0-2, successivamente a Parma si è giocata la gara della paura con uno 0-0 che ha mosso la classifica ma non ha dato sicurezze ai giocatori. Infine la sconfitta casalinga contro la Juventus, arrivata dopo la clamorosa decisione di Zeman di schierare un inedito 4-4-2 difensivo, vista la presenza di ben quattro centrali difensivi più Balzano e Avelar. In mezzo anche la sfida di Coppa Italia contro il Modena, recuperata in extremis sia all'interno dei 90' regolamentari, sia nei tempi supplementari. Alla fine sono stati decisivi i calci di rigore.