UN MIRTO CON... CLAUDIO ONOFRI

UN MIRTO CON... CLAUDIO ONOFRITUTTOmercatoWEB.com
domenica 24 dicembre 2023, 00:45Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Claudio Onofri, ex calciatore con un passato illustre soprattutto nel Genoa ed ex allenatore (tra le altre) anche del Grifone rossoblù - oltre che popolare commentatore e opinionista televisivo - non risparmia critiche al Cagliari di Claudio Ranieri dopo l’ennesima sconfitta rimediata in campionato, questa volta al “Bentegodi” contro il Verona.

Claudio, ha seguito il match tra i sardi e gli scaligeri? Il “turning point” decisivo è stato, come parrebbe evidente di primo acchito, l’espulsione di Makoumbou a inizio ripresa?

“Sicuramente si è trattato di un episodio chiave. Ma credo anche che subito dopo, sul primo gol dei gialloblù, la difesa del Cagliari sia andata in bambola. Le responsabilità della retroguardia isolana sono sotto gli occhi di tutti: Augello e Hatzidiakos dovevano contrastare Ngonge in maniera diversa. In particolare il greco sarebbe dovuto uscire prima sull’avversario, cioè nel momento in cui l’attaccante veronese è rientrato sul mancino. Invece gli è andato incontro con colpevole ritardo.

Poi un appunto sulla gestione del finale di gara: è vero che mettendo in campo attaccanti come Luvumbo e Lapadula al fianco di Pavoletti puoi anche costruirti qualche occasione per pareggiare, ma sinceramente in dieci contro undici rischi più di prendere il secondo gol che di raddrizzare la partita. La mossa finale di Ranieri, che ha lasciato in campo un unico difensore centrale vero e proprio, ha sortito l’unico effetto di mandare più volte in porta gli attaccanti veneti, che alla fine hanno raddoppiato. Certo, teoricamente ci poteva pure stare, perché per il Cagliari sarebbe stato importantissimo riuscire almeno a pareggiare. Ma credo che si sarebbe potuto lanciare l’assalto all’1-1 anche in maniera un po’ diversa.

Certo che ora la situazione in classifica comincia a complicarsi. A mio parere bisognerebbe smetterla di dire che il campionato è appena iniziato: siamo ormai alla fine del girone d’andata…”

Che giudizio si sente di dare sulla qualità del gioco del collettivo rossoblù? La sensazione, osservando le partite del Cagliari, è che ci sia troppa improvvisazione nella costruzione della manovra e, soprattutto, poca varietà di soluzioni offensive. Spesso si alza (male) la palla per la testa di Pavoletti, sperando nelle sue sponde a vantaggio degli altri attaccanti o dei centrocampisti, o si punta insistentemente sui cross dalle fasce a centro area, talvolta anche in assenza della torre livornese. Insomma, mancano inventiva e imprevedibilità…

“Un allenatore a mio avviso deve dare uno spartito di riferimento alla squadra, che poggia su un lavoro svolto metodicamente in allenamento durante la settimana. I frutti di questo lavoro devono poi vedersi in campo la domenica. Chiaramente puoi anche adattarti, in certe circostanze, alle caratteristiche degli avversari, ma una tua impronta di gioco la devi avere. Faccio sempre l’esempio di Gian Piero Gasperini: lui che affronti il Crotone o il Real Madrid gioca sempre alla stessa maniera, nel senso che negli allenamenti e nella preparazione alla partita propone sempre quel determinato modo di concepire il calcio. Ecco, Ranieri non è quel tipo di allenatore: è un tecnico che si adatta all’avversario, un grande comunicatore e, indubbiamente, un personaggio dotato di straordinario carisma. Però poi in campo, nelle sue squadre, a volte si vedono cose che sono frutto del pensiero e dell’interpretazione individuale del calciatore, non di una precisa disposizione o indicazione che gli è stata data dalla panchina. Ovviamente parlo per iperboli: non mi permetterei mai di sostenere che Ranieri non sia un tecnico preparato e vincente. Ma ho l’impressione, vedendo giocare il Cagliari, che talvolta le dinamiche di gioco siano un po’ – per così dire – istintive.

Prendiamo come termine di paragone il Genoa di Gilardino. Ultimamente sta facendo bene e raccogliendo dei risultati importanti, sia in casa che in trasferta. Pur potendo contare su una batteria offensiva che a mio parere, se confrontata con quella del Cagliari, risulta inferiore. Numericamente ma anche qualitativamente. Da una parte hai i vari Pavoletti, Lapadula, Shomurodov, Luvumbo e Oristanio; dall’altra, se si fa male Retegui devi far ricorso a Puscas, che non è propriamente un giocatore da serie A. Alla luce di tutto ciò, dal Cagliari mi aspetterei qualcosa di più rispetto a quanto è stato fatto finora.

C’è in particolare un giocatore che mi piace nel club isolano, ed è Oristanio. In generale i mancini che giocano sulla fascia destra mi piacciono tutti, perché rientrano sul piede forte e inventano calcio attraverso le sovrapposizioni dei terzini. Quando poi si accentrano possono liberare il tiro o illuminare gli attaccanti con dei filtranti o dei tocchi smarcanti.

In definitiva sono convinto che i sardi possano salvarsi, ma devono assolutamente migliorare sul piano del gioco.”