UN MIRTO CON... GIACOMO BANCHELLI

UN MIRTO CON... GIACOMO BANCHELLITUTTOmercatoWEB.com
© foto di Lorenzo Marucci
mercoledì 14 febbraio 2024, 00:25Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Dalla sua carriera non ha avuto quanto avrebbe meritato. Era un centravanti d’area di rigore ma dotato di una tecnica più che discreta, opportunista e rapace sotto porta, abile tanto nelle conclusioni sia di destro che di sinistro quanto nel gioco aereo. A Cagliari ha vissuto una parentesi sfortunata tra il 1996 e il 1997, coincisa con un lungo infortunio e con una dolorosissima retrocessione in serie B, in seguito al ferale spareggio di Napoli col Piacenza. Tuttavia in maglia rossoblù ha mantenuto la lusinghiera media di un gol segnato ogni centottanta minuti, a confermare i rimpianti per quello che Giacomo Banchelli da Vinci, nobile e illustre cittadina vicino a Firenze, avrebbe potuto essere e non è stato.

Giacomo, a Cagliari è un momento di crisi e panico generale. La squadra non sembra rispondere agli input del tecnico, il quale a sua volta ha schierato, nelle ultime partite, delle formazioni che hanno fatto parecchio discutere. Che via d’uscita intravede in una situazione come questa?

“L’unica via d’uscita è il lavoro: non ne esistono altre. Ranieri non ha mica la bacchetta magica: le formazioni che ha presentato ultimamente le avrà decise in base all’avversario di turno. Io ho visto la partita contro la Lazio: sinceramente i biancocelesti sono di una spanna superiori al Cagliari.

I rossoblù, c’è poco da girarci intorno, dovranno giocarsi la salvezza con Empoli, Verona, Salernitana, Sassuolo e forse un paio di altre squadre. Ma si sapeva dall’inizio del campionato: non mi sembra una gran novità. La squadra è stata costruita per ottenere la permanenza in serie A proprio sul filo di lana. Rispetto alla gara con la Lazio posso dire che sono rimasto abbastanza sorpreso dal fatto che Lapadula sia stato lasciato da solo là davanti. Mi aspettavo che Ranieri gli affiancasse Petagna o Luvumbo, che poi è entrato nel secondo tempo. Riguardo la difesa, il Cagliari ha tre centrali molto forti fisicamente che però non sono dei fulmini di guerra in velocità, e qualche volta può andare in sofferenza.

Lo stesso Ranieri penso sia consapevole del fatto che ci sarà da lottare fino all’ultimissima giornata. Io però credo che alla fine l’obiettivo verrà centrato: il tecnico romano sa bene come parlare alla squadra e come gestire l’ambiente in situazioni simili. La sua esperienza e il suo equilibrio saranno la salvezza del Cagliari.”

Anche se in questo momento gran parte della piazza gli contesta l’atteggiamento troppo passivo e remissivo del Cagliari soprattutto nei primi tempi delle partite, quando anziché fare gioco la squadra si limita a contenere gli avversari e a tentare qualche timida sortita in contrattacco. Anche con la Lazio si è visto un calcio arraffazzonato e piuttosto improvvisato nei primi quarantacinque minuti di gara.

“Penso che l’idea di Ranieri fosse quella di andare al riposo sullo 0-0, neutralizzando l’attacco laziale nel primo tempo, per poi inserire la seconda punta e alzare il baricentro della squadra nella ripresa.

Poi, detto fra noi, parliamoci chiaro: non mi sembra che il Cagliari abbia tutta questa qualità a centrocampo per permettersi di fare gioco. Quali sarebbero gli uomini che dovrebbero impostare l’azione? A parte Viola e Gaetano non vedo grandi palleggiatori o mediani capaci di dettare i tempi ai compagni. Tecnicamente mi piace Luvumbo, ma va sfruttato soprattutto in contropiede. Lapadula è un attaccante centrale, certo, ma se lo lasci da solo là davanti poi non puoi cercarlo con le palle lunghe, perché non ha le caratteristiche per reggere il confronto fisico coi difensori avversari. È normale che in questo modo tutti i lanci verso di lui sono palloni persi. Ci fosse stato in campo Petagna - o Pavoletti - magari avrebbe potuto assisterlo con le sponde o il gioco aereo, facendo al contempo salire la squadra.  

Comunque la si metta, la situazione è questa. E io credo che Ranieri, così come la società, sapesse perfettamente che ci sarebbe stato da soffrire le pene dell’inferno per salvarsi la pelle. L’allenatore è l’ultimo che metterei in discussione: ora vedremo cosa accadrà a Udine, dove andrà in scena uno scontro diretto da brividi.”

Giacomo, il Cagliari è la squadra di serie A col peggior rendimento in assoluto contro le cosiddette big: zero punti raccolti nelle gare con Lazio, Roma, Milan, Inter, Juventus, Napoli e Atalanta. Come spiega questo dato così eclatante? È un problema di mentalità o di scarsa qualità dell’organico?

“Sarò sincero e devo ripetermi: io tutta questa qualità nella rosa rossoblù non la vedo. C’è Viola che dà del tu al pallone, certo, ma non è uno di quei trequartisti tutti estro e fantasia che ti saltano l’uomo e creano la superiorità numerica. Inoltre è piuttosto statico, e non dimentichiamoci che ha 34 anni. C’è Gaetano, che sabato ha fatto un gran gol. Però quanti minuti ha totalizzato in serie A? Al Napoli non giocava praticamente mai.

Faccio l’esempio dell’Empoli. A parte che hanno appena preso un allenatore specializzato in salvezze come Davide Nicola, e premettendo che a Empoli non ci sono le stesse pressioni che ci sono a Cagliari, tecnicamente secondo me i toscani sono superiori ai sardi. Proprio dal punto di vista qualitativo: in mezzo al campo sono più attrezzati.

Parlando di attaccanti, per Lapadula parla la sua storia personale: centravanti esplosivo e in grado di fare la differenza in serie B, ma in serie A – dacché mondo è mondo – ha sempre segnato col contagocce. Se poi viene lasciato da solo in balia di due o tre difensori… ecco, diciamo che per lui la vedo dura.”