UN MIRTO CON... GIGI MAIFREDI

UN MIRTO CON... GIGI MAIFREDITUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
sabato 30 dicembre 2023, 00:05Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Per diversi anni fu l’alfiere di un calcio nuovo e avveniristico, votato al gioco d’attacco e a una spregiudicatezza che, all’epoca, era appannaggio di pochissimi allenatori.

La mentalità propositiva che veicolava e la sua voglia di sviluppare un football scintillante ed esteticamente ricercato - perfettamente espressa dal suo Bologna di fine anni Ottanta – fecero breccia solo parzialmente nel mondo-Juve. Infatti l’esperienza bianconera, mai definitivamente decollata, si concluse – tra vittorie roboanti e inusitate sconfitte contro avversarie tecnicamente inferiori – con un deludente settimo posto finale e con l’esclusione dalle coppe europee.

Quello fu il turning point sfortunato della carriera di Gigi Maifredi: un’avventura in panchina che, alla luce delle idee innovative propugnate dal tecnico di Lograto, avrebbe potuto e dovuto fruttargli maggiori soddisfazioni.

Aggiornatissimo sul calcio attuale italiano e internazionale, oggi Maifredi segue le vicende della serie A con passione e partecipazione. E – come sempre, del resto, nella sua vita – ha le idee ben chiare sia sulla lotta scudetto che sulla zona retrocessione.

Gigi, lei ritiene che la lotta scudetto sia un affare privato tra Inter e Juventus o crede che siano ancora possibili dei colpi di coda da parte di qualche – attardata – inseguitrice?

“Attribuire delle concrete chance scudetto alla Juventus è davvero sorprendente, se ci pensiamo. Alla luce di quanto i bianconeri hanno mostrato sul campo, appare difficile che – benché si trovino a pochi punti di distanza in classifica – possano insidiare l’Inter. I nerazzurri negli ultimi quattro anni si sono migliorati progressivamente, e adesso dispongono senza dubbio del miglior organico della serie A: il campionato lo possono perdere solo loro.

La Juve, da par suo, fa bene a cercare di mettere i bastoni tra le ruote all’undici di Simone Inzaghi, ovviamente con le armi che ha. E le armi che ha non sono certo il gioco e la brillantezza della manovra, ma le qualità dei singoli giocatori. Se l’Inter dovesse perdere dei colpi, allora crescerebbe l’entusiasmo in casa bianconera e, magari, potrebbero esserci degli spiragli per una rimonta e un sorpasso. Quanto alla possibile ‘terza incomoda’, francamente non ne vedo nemmeno una. A parte Milan e Napoli, che l’anno scorso si sono espresse ad altissimi livelli, le altre squadre sono più o meno sempre state di contorno: dalla Lazio alla Roma, non hanno mai dato l’impressione di poter essere realmente competitive per il tricolore.”

Il successo di questa Juventus, che non eccelle dal punto di vista dell’espressione calcistica ma - piaccia o non piaccia - inanella risultati positivi in serie e si è attestata al secondo posto in classifica, è dovuto anche a uno scadimento del calcio italiano? In altre parole: gli uomini di Allegri vincono perché si è abbassato il livello tecnico della serie A?

“Io credo che la Juve sia figlia del suo allenatore e anche della società attuale. Vincere è la priorità assoluta, ma il cosiddetto ‘corto muso’ è uno spot negativo per il calcio: se tu pensi di vincere solo grazie a un colpo di fortuna o a un’invenzione estemporanea dei tuoi solisti, possiamo tranquillamente intonare il De profundis a quello che era stato definito come ‘il gioco del calcio’, ovvero uno spettacolo, un divertimento.

L’Inter, per essere chiari, in questo momento è l’unica formazione della nostra serie A che potrebbe giocare in Premier League. Le altre esprimono calcio solo a tratti. Per quanto riguarda il discorso più generale, è chiaro che il calcio italiano è scaduto. Una volta qui da noi venivano a giocare i migliori interpreti di questo sport a livello mondiale. Oggi raccogliamo i calciatori che non riescono a trovare un posto in Premier League o negli altri tornei top del continente. Siamo diventati un ripiego.”

Passando alla lotta per i primi quattro posti che danno l’accesso alla Champions League, chi vede favorito aldilà di Inter e Juventus? Fino a che punto vanno tenute in considerazione le “rivelazioni” Bologna e Fiorentina?

“Intanto direi che per fortuna ogni tanto emergono a sorpresa queste squadre che danno fastidio alle solite note… Altrimenti assisteremmo sempre allo stesso, ripetitivo tran tran che abbiamo osservato negli ultimi anni. Come dice lei, Inter e Juve sono praticamente fuori concorso, perché già quasi certe di un posto in Champions. Se dovessi puntare qualcosa sugli ultimi due posti disponibili, il terzo e il quarto, scommetterei su Milan e Napoli, che alla lunga verranno fuori. Anche se il mio cuore mi spingerebbe a dire Bologna: sarebbe bello se gli emiliani potessero tornare protagonisti in una competizione europea di primo piano. Thiago Motta, da calciatore, ha avuto modo di imparare tanto dai migliori allenatori in circolazione. In più negli ultimi due anni si è avvalso del lavoro di un grande manager come Giovanni Sartori, che ha giocato un ruolo determinante nel costruire una rosa attrezzata e competitiva. E poi c’è il valore aggiunto di Zirkzee, un attaccante che sta stupendo tutti e sta rendendo aldilà delle più rosee aspettative. Se si manterrà sui livelli attuali il Bologna potrebbe davvero dire la sua in ottica quarto posto.”

Gigi, un suo parere sul Cagliari di Ranieri, impantanato nelle paludi melmose della bassa classifica. I sardi, dopo un mese discretamente brillante a cavallo tra ottobre e novembre, a dicembre hanno palesato i soliti limiti: gioco stentato, poca varietà di soluzioni offensive, difesa fin troppo perforabile. Ha seguito fin qui il cammino dei rossoblù?

“Sì, ho visto diverse partite. Certe volte il Cagliari ha incontrato delle oggettive difficoltà, però può contare su un allenatore navigato come Ranieri che cercherà di limare i difetti e di esaltare i pregi della squadra. Tra le indiziate alla retrocessione credo che proprio i rossoblù siano quelli che hanno le maggiori chance di salvarsi. Del resto dal Frosinone in giù sono tutti coinvolti, e la lotta per la salvezza si decide quasi sempre verso la fine della stagione: stranamente, come per magia, certe squadre nel rush finale del campionato fanno punti che prima non riuscivano a ottenere. Quindi direi che occorre attendere e vedere cosa succederà più avanti.”