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UN MIRTO CON... ROBERTO SORRENTINO

UN MIRTO CON... ROBERTO SORRENTINO
domenica 3 marzo 2024, 00:02Un mirto con...
di Matteo Bordiga

Roberto Sorrentino, portiere-saracinesca del Cagliari negli anni Ottanta, introduce la delicatissima sfida di questo pomeriggio contro l’Empoli, snodo potenzialmente cruciale in ottica salvezza.

Roberto, come vede la gara del Castellani, che i rossoblù di Ranieri affronteranno dopo aver centrato due ottimi pareggi con Udinese e Napoli?

“Premetto che sono molto amico del tecnico empolese, Davide Nicola. A mio parere lui è sempre stato molto sottovalutato… forse perché il suo inizio di carriera non è stato così folgorante. Ma è un ottimo allenatore, affidabilissimo e preparato. Ora si stanno accorgendo tutti che, ovunque vada, porta le sue conoscenze e propone un calcio brillante e piacevole.

Dall’altra parte, anche con Claudio Ranieri ho un rapporto di sincera amicizia. E credo proprio che domani sarà una bella sfida, che il Cagliari non può in alcun modo permettersi di perdere. Io penso che ai sardi, per il calcio che esprimono, manchi qualche punto in classifica. C’è tuttavia ancora margine per conseguire la salvezza, ma sarà fondamentale fare risultato al Castellani. E io sono convinto che i rossoblù questo pomeriggio non perderanno: uno come Claudio ha sempre centrato i suoi obiettivi, e nel suo caso – come in quello di qualsiasi altro allenatore – non parlerei di miracoli. I miracoli nel calcio non esistono: esiste semmai una programmazione, che riposa su una serietà di fondo. E sul lavoro quotidiano. Tutte prerogative e tratti distintivi di mister Ranieri.”

Che gara si aspetta tra gli azzurri e i rossoblù? Una partita equilibrata e molto tattica? Oppure crede che una delle due formazioni prenderà in mano il pallino del gioco e cercherà di imporre il suo calcio?

“Al netto delle assenze di Pavoletti e di Petagna, pedine importanti per l’attacco di Claudio, non credo che il Cagliari affronterà l’Empoli all’arma bianca, con l’idea di pressare alto e di fare subito male ai toscani. Secondo me si chiuderà e punterà sulle ripartenze, e non potendo contare sui due principali riferimenti offensivi – sui due centravanti più fisici – non potrà certo affidarsi ai lanci lunghi, ma dovrà impostare l’azione dal basso. Per cui mi aspetto una squadra compatta, che si alzi e si abbassi uniformemente, in maniera armonica. Un Cagliari non d’assalto, ma di attesa. Le transizioni saranno fondamentali. E sarà fondamentale tenere la palla bassa, sviluppando azioni in linea.”

Roberto, una riflessione sulla difesa del Cagliari, che fin dall’inizio del campionato subisce decisamente troppe reti. Diversi elementi che compongono il pacchetto arretrato sono giovani – alcuni dei quali debuttanti in serie A – e ogni tanto commettono degli errori di inesperienza. Come è possibile limitare al massimo queste amnesie e, in quanto al sistema difensivo, a suo avviso è preferibile una marcatura a zona – come quella attualmente applicata dai sardi – o un approccio a uomo?

“Se inserisci dei giovani, gli errori di inesperienza devi metterli in conto. Però mi sembra che la difesa contro il Napoli, nell’ultima partita, si sia ben disimpegnata. Partirei dalla prestazione offerta coi partenopei e continuerei su quella strada. Marcatura a uomo o a zona? Nella zona non è che non si marchi, ma si marca – appunto – nella propria zona di competenza. La scelta del sistema dipende dall’allenatore: se hai dei difensori particolarmente abili nella marcatura magari preferisci l’approccio a uomo puro. Però almeno da vent’anni a questa parte si adotta la zona mista, cioè si marca a uomo nella zona. Si tratta di meccanismi complicati, ma Claudio sa bene come istruire i suoi giocatori.”