Ci risiamo con la tiritera

Ci risiamo con la tiriteraTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
mercoledì 2 ottobre 2013, 10:04Approfondimenti
di Massimiliano Morelli
Massimiliano Morelli cura per TuttoCagliari.net una tagliente rubrica di spigolature dedicate al mondo rossoblù, viste attraverso il tubo catodico. Classe '63, Morelli è giornalista e scrittore. Ha al suo attivo una decina di pubblicazioni

Non bastassero le manfrine, le notizie sparate a vanvera, i finti scoop estivi e le susseguenti figure barbine di chi in estate assicurava che l'argenteria di famiglia cagliaritana sarebbe stata trasferita in blocco in continente, la tiritera la riprende un noto quotidiano sportivo, pronto a giurare che Nainggolan andrà all'Inter. Cioè... nel titolo di pagina 4, piede pagina fra l'altro... tanto perché è uno scoop... ma una volta certe notizie da sconquasso mondiale – gli scoop,  appunto - non stavano posizionate in prima pagina, caratteri cubitali, nove colonne? Comunque, scavalcate le nostre illazioni da scemi del villaggio ma non da creduloni, tentiamo di raccapezzarci al termine del pezzo scritto dal cronista di turno, che in realtà non s'affida a fatti certi ma a supposizioni morattiane del tipo “Thohir è indonesiano, anche Nainggolan e quindi l'affare è fatto”.

A noi intrigherebbe leggere altre notizie, non necessariamente legate al mercato di riparazione, che comincerà fra tre mesi, fra le altre cose, neanche domani mattina. Interesserebbe sapere, magari proprio al tifoso interista, qualcosa sulla fumosa questione legata alla cessione dell'Inter, che al momento appare come un “accendiamo il fuoco e prepariamo la brace”, perché di ciccia se n'è vista davvero poca. E ai cagliaritani può bastare il sapere che Daniele Conti è brutto e cattivo, con quei suoi 133 cartellini gialli, anche se l'unica notizia degna di nota è la protesta apparsa sul sito ufficiale del club; ma quella, certo, per il cronista di turno “è una non notizia”. Non fa vendere, del resto a chi può interessare la lamentela di lavoratori che per questioni di principio e cavilli burocratici si ritrovano a fare i pendolari pure quando dovrebbero lavorare a casa? Ecco, invece di ipotizzare, ci aspetteremmo conferme; e al posto di illudere, vorremmo essere informati. Già, ma poi si chiederebbe troppo a chi vuol fare tutta tara e cerca l'ingannevole titolo pur di vendere una manciata di copie. Non ci si lamenti del fatto che in Italia i giornali non si vendono: il lettore (che paga) non scende più dalla montagna del sapone.