Ventura: “Nazionale? Ho fatto pace con incubi e fantasmi. Spalletti è la scelta giusta”

Ventura: “Nazionale? Ho fatto pace con incubi e fantasmi. Spalletti è la scelta giusta”TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Carlo Giacomazza/TuttoSalernitana.com
venerdì 25 agosto 2023, 13:45Ex rossoblù
di Paola Pascalis

L'ex tecnico del Cagliari Giampiero Ventura ha parlato oggi sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, trattando diversi temi e soffermandosi in particolare sulla Nazionale.

Delusioni mondiali: mister, è possibile fare un paragone?

"Ho fatto pace con incubi e fantasmi. Ma resto sorpreso quando ancora oggi si dice che l’uscita contro la Svezia fu un disastro epocale, nonostante la Svezia arrivò poi ai quarti di finale del Mondiale, e l’uscita quattro anni dopo contro la Macedonia del Nord, che era settantesima nel ranking mondiale, viene considerata solo un incidente di percorso. Nel 2022 la colpa era di tutti, nel 2018 di uno solo. Ma è inutile rivangare il passato...".

Da tifoso azzurro, non è rimasto colpito anche lei dal modo in cui si è chiuso il rapporto tra Mancini e la Nazionale?

"Quando non si conoscono bene le situazioni è difficile dare giudizi. Mancini dice una cosa, la Figc un’altra. Ma è chiaro che dal punto di vista dell’immagine ne siamo usciti male e si doveva trovare un modo diverso".

Inizia l’era Spalletti, suo allievo ed amico. E’ la scelta giusta?

"Assolutamente si. Sono felice per l’Italia e per Luciano. Dopo il campionato stravinto col Napoli questa è la ciliegina sulla torta della sua importante carriera. È un impegno non facile ma avrà stimoli enormi. L’ho visto crescere, l’ho cercato come giocatore, l’ho aiutato ad iniziare la carriera di tecnico. Gli faccio un grande in bocca al lupo".

Lei come Spalletti è sempre stato un allenatore "di campo" ed ha provato sulla sua pelle quanto sia diverso il ruolo di ct. Che consiglio si sente di dargli?

"Ho letto su alcuni giornali che basta mettere questo al posto di Lobotka e quello al posto di Zielinski e l’Italia somiglierà al Napoli... Ma non funziona così. In un club lavori tutti i giorni sulla testa dei giocatori e sugli schemi. In Nazionale il tempo è poco e non riesci a imporre il tuo modo di giocare. La differenza tra i due ruoli è abissale. Non è un problema di qualità, voglia o professionalità degli atleti, ma di tempo. Le cose non si improvvisano. Lo scudetto di Spalletti al Napoli è figlio del lavoro dell’anno precedente. Luciano ha subito due gare decisive, dovrà adattarsi in fretta".

La pressione sui c.t. è enorme, quanto è difficile sostenerla?

"Servono spalle larghe perché non è solo la pressione dei media ma di una intera nazione. Luciano dovrà andare avanti con le sue idee, le sue conoscenze e la sua personalità. Se andrà dietro ai commenti dei giornali e della marea social, rischia di venirne travolto. Ma l’aspetto positivo è che il suo arrivo è stato accolto da tutti con grande enfasi. Poi, certo, conteranno i risultati ma l’apertura di credito c’è".