CAGLIARI, EFFETTO CALIMERO 

CAGLIARI, EFFETTO CALIMERO 
martedì 2 novembre 2021, 00:52Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

“Tutti ce l’hanno con me perché sono piccolo e nero!”: ai più grandi non c’è bisogno di spiegarlo, alle nuove generazioni può essere presentato come l’effetto Calimero. È l’atteggiamento del Cagliari che si sta convincendo di essere un pulcino disgraziato, vittima delle ingiustizie, forse anche incapace di potersi difendere da solo. “Difendere”, parola che sembra essere associata a obbedire per una strategia tattica che Mazzarri è convinto sia la strada da percorrere per uscire dal difficile momento. Come attraversare con cautela un campo minato, non di corsa, saltando via con poche vittorie, ma a passettini timidi e regolari. Un suicidio, come quello messo in campo a Bologna.

Finché non è esplosa la prima mina, il gol di De Silvestri, concordato a tavolino. Senza una strategia allora si è pensato di affidarsi al caso. Non il casino organizzato caro a Eugenio Fascetti ai tempi di Bari e Lecce, il casino e basta, sperando nei muscoli di Pavoletti nelle invenzioni di Marin e Joao Pedro e nella corsa di Nandez. Perché il poco tempo a disposizione negli allenamenti il Cagliari lo spende per la disposizione a testuggine e contrattacco e non per fare in modo che la classe di Marin continui a crescere, che le corse di Nandez, Zappa e Bellanova non siano a vuoto, e i cross per Pavoletti organizzati metodicamente e non del tutto fortuiti. Non è così che si recupera il tempo perso. Se ne perde altro, soprattutto se la confusione in fase di impostazione e attacco dilaga.

Capita invece che l’attacco scomposto e disordinato ti faccia incassare anche altro gol, di quelli per cui avevi speso tanto tempo per non incassarli. Ci vuole uno psicologo, una squadra di psicologi, una ditta organizzata che prenda sotto cura la squadra, i suoi dirigenti, lo staff tecnico, perché stabilisca le strategie adatte per ritornare a credere in se stessi e relazionarsi l’uno all’altro. Fosse anche la vecchia cura della nonna, un allenatore di casa, un allenatore di polso, un allenatore anche che sappia trasmettere sicurezza e adeguatezza.

Bisogna rigenerare le risorse e ripartire da quelle, dalle certezze di ognuno dei protagonisti per scrivere una nuova sinfonia che porti alla salvezza. “Fuga in sol minore dalla zona retrocessione”. Fiati e archi per chi ha fiato e frecce, voci calde e sicure e non tremanti mani nelle redini di un mostro imbizzarrito cieco e sordo. Niente bipolarismi, comportamenti isterici, ma neanche alibi per pensare che  “È un’ingiustizia…” come diceva Calimero, il pulcino di Carosello a cui qualcuno alla fine diceva che non era nero ma soltanto sporco. Una bella ripulita da paure e filosofie complicate. Solo con l’umiltà e la saggezza si potrà esorcizzare una squadra posseduta da spirito negativo. Un senso di inadeguatezza che calato dall’alto ha invaso ogni angolo di spogliatoio.

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VITTORIO SANNA  - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.