Cagliari: tanta spesa, poca resa. Il caso monte-ingaggi

Cagliari: tanta spesa, poca resa. Il caso monte-ingaggi
venerdì 10 febbraio 2023, 09:00Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

di Sergio Demuru 

Il monte-ingaggi del Cagliari non combacia esattamente con quelle che sono le risultanze di un torneo con tanti alti e bassi. A Modena si sono rivisti i fantasmi della precedente gestione e Ranieri ha potuto fare ben poco per cambiare l’inerzia. Ciò riporta alla discussione sui compensi che la società elargisce ai propri dipendenti, vedi i calciatori, per potersi esprimere ai massimi livelli in cadetteria: ha fatto di tutto per stimolare la rosa anche dal punto di vista prettamente economico.

A parte Gaston Pereiro, ceduto al mercato di riparazione, che aveva un ingaggio non proporzionato al rendimento dell’uruguaiano nel suo periodo a Cagliari e che ha scaricato la società da un onere robusto (poco più di 2 milioni e centomila euro annui), gli altri con retribuzioni “pesanti” sono rimasti.

Anzitutto Nandez, altro sudamericano che ha comunque mostrato di tenere particolarmente alla maglia che indossa, il quale si mette in tasca più di 2.300.000 euro a stagione. È anche vero che Nandez è un lusso a questi livelli, tanto che in estate, ma anche nel mercato di riparazione, è stato concupito da diverse società della massima serie sia in Italia che in altri paesi europei e sudamericani. Il suo rendimento al momento non è stato pari alla sua valutazione sul mercato ed a ciò che percepisce. C’è da ammettere che in alcune partite sin qua disputate ha avuto un ruolo importante, ma mai determinante. L’augurio per i “supporters” rossoblù è quello di ritrovarselo nella forma migliore quando le gare conteranno per tentare la scalata alla massima serie che a questo punto della stagione deve limitarsi solo ed esclusivamente ad avere la migliore “griglia” possibile nei “play-off”.

Anche Gianluca Lapadula ed Antonio Barreca sono su livelli medio-alti per la categoria attestandosi sul 1.750.000 entrambi. Con una differenza sostanziale: il primo, dopo un inizio incerto, è riuscito a trovare una discreta cadenza realizzativa, mentre il secondo viene utilizzato con il contagocce e non giustifica l’esborso nei suoi confronti.

Così come del resto Nicolas Viola (1.327.000) che è più in panchina che in campo almeno sino a questo punto del torneo e che non ha mai messo in vetrina doti particolari al netto degli infortuni che gli sono capitati. La Reggina ci ha provato ad accaparrarsi le sue prestazioni, ma tutto è andato in fumo e Viola resta a disposizione di Ranieri.

Poi via via tutti gli altri con Pavoletti che si è fatto carico di rinunciare ad una parte dell’ingaggio dello scorso anno per restare in rossoblù, ma che tuttavia ha un introito di un milione e quasi 300 mila euro.

Alla resa dei conti, con queste cifre che non sono astronomiche, ma che tuttavia incidono sulle casse societarie, ci si aspetta che la squadra possa almeno battersi sino alla fine per una pronta risalita. Il presidente Giulini la sua parte l’ha fatta e sicuramente il quasi nullo mercato in entrata a gennaio è lo specchio fedele di una situazione già pesante economicamente. Il totale del monte ingaggi è poco più di 21 milioni annui, che costituiscono un lusso, soprattutto se rapportato alle altre squadre della cadetteria, Genoa e Parma escluse.

Se si pensa poi al tecnico Ranieri che percepirà sino a fine stagione dai 650 ai 700 mila euro con un’opzione di un milione e mezzo in caso di promozione per l’anno prossimo, si ha un quadro importante che necessita di entrate per far fronte a tutte le uscite, imprevisti compresi.