Centottanta minuti per sperare ancora. Agostini ha dato la scossa, ma ora tocca ai giocatori...

 Centottanta minuti per sperare ancora. Agostini ha dato la scossa, ma ora tocca ai giocatori...TUTTOmercatoWEB.com
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sabato 14 maggio 2022, 15:23Il punto
di Giuseppe Amisani
Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

di Giuseppe Amisani

Il peggiore incubo si è materializzato nel breve volgere di una settimana. Prima la Salernitana ha battuto il Venezia nel recupero di campionato e poi ha tenuto a bada, sfiorando il successo, un Cagliari che così ha visto sfumare il sogno del controsorpasso. Epilogo di campionato amaro per i rossoblù che ora dovranno giocare alla morte gli ultimi centottanta minuti della stagione per evitare la retrocessione. Con la consapevolezza che anche sei punti potrebbero non bastare in caso le altre compagini in lotta per la salvezza non rallentassero il passo. A peggiorare la situazione, poi, ci sono gli scontri diretti che, Sampdoria a parte, vedono gli isolani in svantaggio con tutte le altre pericolanti. Peggio di così, insomme, non poteva andare e in attesa di interrogarsi sui motivi che hanno portato a questa delicatissima situazione, il Cagliari dovrà concentrare tutti i suoi sforzi sulla salvezza. Cambiata la guida tecnica, con Alessandro Agostini che ha lasciato la formazione Primavera per prendere il posto di Walter Mazzarri, ora saranno i giocatori a doversi rimboccare le maniche perché gli alibi sono davvero terminati. Per tutto il campionato si è cercato di dare delle giustificazioni ad un organico che, sebbene costruito per ben altri obiettivi, rischia di perdere la categoria. Un epilogo sciagurato quello di una eventuale retrocessione alla quale nessuno vuole pensare. Neppure davanti all'evidenza che dice che i rossoblù sono, tra le squadre in lotta, quelli messi peggio dal punto di vista psicologico. La fiammata di inizio 2022 aveva ridato fiducia alla compagine isolana che, però, con le sette sconfitte nell'arco di otto giornate, ha visto precipitare le sue quotazioni.

Il cambio in panchina ha dato quel pizzico di scossa che era lecito attendersi ma non è stata detemirnante. È stato un po' come mettere una pomata su una ferita profonda perché è evidente che le cause del tracollo non possano essere ricercate solo nella gestione Mazzarri. Il tecnico livornese avrà le sue colpe, come tutti i protagonisti (in negativo) di questa annata stregata. Ma ora saranno i giocatori a doversi chiamare fuori. Come? Difficile individuare una strada ma di sicuro si parte da quel briciolo di serenità che Agostini ha provato a riportare nello spogliatoio, attingendo alle qualità tecniche di un gruppo comunque, almeno sulla carta, competitivo. Ci vorrà, poi, un animo decisamente più battagliero perché solo così la situazione potrà essere riportato in un binario meno terrificante. A Salerno la condotta ordinata e la voglia di lottare hanno fruttato un punto, anche se in modo da perfetto film horror. A tempo scaduto il Cagliari aveva un piede e mezzo in serie B ma ci ha pensato Altare con la sua incornata prepotente, su angolo di Baselli, a rimettere le cose in pari al centesimo minuto di gioco. Un punto per sperare condito dalle lacrime dettate da un mix di rabbia ed emozione del gigante rossoblù che dovranno essere il punto d'inizio della disperata scalata salvezza. L'Inter prima, con una Unipol Domus al colmo della capienza e pronta a fare la sua parte, per poi chiudere la stagione a Venezia, saranno i due prossimi step per Joao Pedro e compagni. Appuntamenti da non fallire perché l'inferno, intravisto all'Arechi, è ancora dietro l'angolo.