Giro girotondo, tutti giù per terra

Giro girotondo, tutti giù per terra
martedì 1 giugno 2021, 15:30Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

Un infantile girotondo con tante panchine che saltano e con progetti pluriennali ridotti in frantumi. Il calcio italiano ancora si distingue per il gusto della novità a tutti i costi, per il desiderio di nuovi amanti, per nozze destinate a precoci separazioni. E mentre la Dea Atalanta si coccola il suo Gasperini, sotto il segno della continuità, le altre vivono vicende da telenovelas brasiliane.

All’Inter il tradimento è di Antonio Conte. Gli riesce la prima notte d’amore pagata fior di quattrini, lo scudetto, e poi scappa per paura forse di non sapersi ripetere. Il piano di ridimensionamento delle società, una questione anche morale in un paese che soffre, è il pretesto per il divorzio. La paura è che la compagna rappresentata da Marotta gli tolga qualche certezza e soprattutto non gli compri rassicurazioni maggiori. Forse consapevole che in terra italiana Juventus, Milan, Atalanta e Napoli, non staranno certo a guardare e la lotta nel futuro ritornerà accesa. In Europa poi, i fallimenti sono senza soluzione di continuità.

Vincere è il presupposto base, anche senza costruire niente di solido. In una situazione in cui le bandiere possono tornare di moda, con contratti annualmente meno pesanti ma più estesi nel tempo, ecco che servono dei buoni gestori che sappiano da subito trattare con lo spogliatoio. Quel che ha saputo fare Simone Inzaghi con la Lazio. Ecco perché l’occasione fa l’uomo ladro e le lusinghe nerazzurre condite da quattrini, incantano più delle sirene di Lotito.

La Lazio che non la prende bene, ma ha un Sarri nel motore. Lui, a differenza di Pirlo, nell’anno di Juve non ha convinto ma ha vinto. Senza dargli il tempo di poter dimostrare che i risultati potevano crescere.

Comportamento coerente bianconero che ha verificato sulla propria pelle che Allegri non era un pirla, e che i risultati ottenuti non erano affatto al di sotto delle potenzialità della squadra. Il suo ritorno è un rapporto rinsaldato. Separazione di pochi anni senza totale divorzio. E sono tanti i calciatori bianconeri che esultano, dimostrando che non tutti gradivano i successori del tecnico livornese.

Insomma, dopo il tweet di De Laurentis tutti hanno ballato il valzer in tempi in cui è necessario cambiare registro. Non è più pensabile fare spese folli. Nel Cagliari è stato chiamato a chiarirlo il Direttore Sportivo Capozucca. A lui il compito di liquidatore. Non ci saranno più investimenti, se così possono chiamarsi, come quello di Godin. È difficile riavere Nainggolan. Soprattutto non sarà più possibile caricarsi di contratti milionari. Nel Cagliari ce ne sono troppi, non solo Godin, e la strada che porta all’identità con conferme pluriennali sembra essere la giusta soluzione per costruire un progetto graduale e soprattutto, duraturo, cosa rara anche in Sardegna. Limitare le partenze, fare qualche sacrificio, ma in particolare investire sulla fedeltà. Non sarà forse più possibile avere milionate all’anno e si cercherà di dare sicurezza abbassando la quota ma estendendola nel tempo con contratti più lunghi.

Cragno sembra essere il sacrificio possibile, ma guai svendere per bisogno. Saranno le pretendenti a dover avere l’acqua alla gola. Trattenere e legare con solidi contratti i pezzi migliori. Sfrondare le inutili spese, sarebbe già un successo. Magari ritornando nel proprio cortile e valorizzando i ragazzi che per la maglia si butterebbero sul fuoco. Concetto base per costruire la squadra di una terra e di un popolo. È giunta l’ora che smetta di essere uno slogan per diventare una filosofia aziendale. In tempi di default  è la formula per ritornare a sognare uno scudetto in provincia. Dove cuore e passione possono ancora compensare alle differenze economiche che rimarranno comunque notevoli tra le fameliche super potenze e le affamate “piccole” società.