Parma, Delprato: "Contro Cagliari e Como sono mancati i gol"
Enrico Delprato, difensore e capitano del Parma, ha parlato ai microfoni dei media presenti — tra cui TMW — in occasione della presentazione del libro “Capitani per sempre” di Gianfranco Coppola. Il giocatore ha raccontato il proprio ruolo di leader e ha commentato il momento della squadra, reduce da alcuni risultati altalenanti: "Sto cercando di dare il mio contributo. Ormai è il terzo anno con la fascia, piano piano si impara sempre qualcosina in più".
Che cosa ha detto a Suzuki?
"Ci dispiace, cerchiamo di stargli vicino tutti noi suoi compagni. Perdiamo sicuramente una pedina importante, sappiamo che dovrà stare fermo un bel po' di tempo. L'unica cosa è la vicinanza nostra, solo questo".
Che significa essere capitano?
"Rappresentare i tuoi compagni, cercare di star loro vicino in quelle che sono le necessità della squadra e poi bisogna sempre stare attenti un po' a tutti, comportarsi in un certo modo con i più grandi, con chi gioca di più, con chi gioca di meno e mostrare sempre a tutti vicinanza e supporto".
Ha detto qualcosa alla squadra dopo il 2-2 contro il Milan?
"Soltanto complimenti perché significa tanto per noi portare a casa un pareggio sudato e importante contro una squadra forte. Non era facile, sotto 2-0 potevamo anche spingerci tutti in avanti e prendere il terzo. Siamo stati bravi, Adrian (Bernabé, ndr) ha fatto un gran gol e ha riaperto la partita, poi nel secondo tempo siamo scesi in campo con un altro piglio e abbiamo ripreso la gara".
La squadra ha fatto vedere di lottare nella stessa direzione.
"Noi su questo non avevamo dubbi, con tutti gli allenatori che ci sono stati abbiamo dimostrato che il gruppo fosse unito e quest'anno ancora di più. Deve essere la nostra forza di quest'anno".
A che punto è il suo processo di crescita?
"È in continua evoluzione. Abbiamo questa settimana per sistemare le cose che non vanno, è inevitabile perché se abbiamo questa classifica… Bisogna ripartire dalla base, poi l'unione della squadra e il sacrificio ci sono sempre stati. Queste sono cose importanti, ma non devono bastare".
Ha segnato, ma contro il Milan poteva fare altri gol.
"Il mio ruolo è quello di difendere, devo dare il meglio lì, poi se arrivano i gol sono contento. Ho la capacità di leggere dove può andare la palla e cerco di fare il massimo".
Ha dato anche un segnale tirando 4 volte in porta.
"Sì, sono mancati i gol, non la pericolosità, abbiamo avuto diverse occasioni. Mi viene in mente la partita contro il Como, ma anche quella contro il Cagliari. Questo è dettato anche dagli infortuni avuti, abbiamo perso Ondrejka e Oristanio, che sono due giocatori che uniscono centrocampo e attacco, che sono quelli che possono portare a essere ancora più pericoloso. Pellegrino, Cutrone, Bernabé, Djuric e tutte le punte stanno facendo un lavoro difensivo importante, non è facile essere lucidi davanti alla porta. Dovremo essere bravi a supportarli un po' di più, ad alzare il baricentro per facilitare il loro lavoro".
C'è stato bisogno di un suo discorso dopo Bologna?
"No, non sono uno a cui piace parlare. Preferisco dare l'esempio sul campo, tanti ragazzi sono così. Poi bisogna avere la lucidità di analizzare le cose che non vanno e quella di Bologna non è facile perché siamo rimasti presto in 10 contro una squadra forte, poi c'era l'acquazzone… Bisogna dare il giusto peso alle cose, anche a Roma. Contro il Como se vincevamo non c'era niente da dire… Bisogna avere l'attenzione giusta per analizzarle e poi ripartire".