ESCLUSIVA TC - IVO PULGA: "L'organico del Cagliari è un po' deficitario per la serie A, soprattutto in difesa. Ma ora c'è da stare compatti e da remare tutti nella stessa direzione: le concorrenti sono tutte lì, e la salvezza è a portata di mano"

ESCLUSIVA TC - IVO PULGA: "L'organico del Cagliari è un po' deficitario per la serie A, soprattutto in difesa. Ma ora c'è da stare compatti e da remare tutti nella stessa direzione: le concorrenti sono tutte lì, e la salvezza è a portata di mano"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca
martedì 6 febbraio 2024, 16:36Primo piano
di Matteo Bordiga

Nulla è perduto. Nonostante una prestazione censurabile come quella di ieri sera. Nonostante una squadra che a febbraio inoltrato non ha ancora una sua precisa fisionomia tecnico-tattica e che in certe partite, per usare una metafora ungarettiana, sembra stare “come d’autunno sugli alberi le foglie”. Nonostante una fragilità difensiva disarmante e un’incapacità cronica di produrre gioco dalla cintola in su, anche a causa dell’atavica mancanza di un collante in grado di collegare centrocampo e attacco.

Nonostante tutto questo, prova a consolarsi Ivo Pulga – ex mediano tuttofare del primo Cagliari di Claudio Ranieri ed ex allenatore rossoblù ai tempi della gestione Cellino – la salvezza è ancora lì, a portata di mano. “Merito” – o, meglio, colpa – delle dirette concorrenti, che non riescono a fuggire e, in buona sostanza, tengono lo stesso passo incerto e zoppicante degli isolani.

Ivo, come ci si rialza dopo una gara disastrosa come quella contro la Roma? All’Olimpico la sensazione è stata quella di vedere una squadra sfaldata, senza una bussola e senza certezze, totalmente in balia dell’avversario.

“Ieri sera non ho visto la partita. Poi ho dato un’occhiata agli highlights. Certo, una sconfitta a Roma poteva essere messa in conto, ma il Cagliari ha perso male. Ora c’è da stare uniti, tutti insieme, in vista delle prossime, decisive sfide. Per fortuna le dirette concorrenti vanno alla stessa velocità del Cagliari, quindi nulla è perduto. L’ambiente deve compattarsi attorno alla squadra, alla società e allo staff tecnico per cercare di venire fuori da una situazione oggettivamente difficile, ma non disperata. Già dalla gara di sabato con la Lazio, che vive un momento molto negativo e ultimamente è parsa in crisi di gioco e di identità, bisognerà svoltare. Del resto, con due vittorie di fila le prospettive di classifica potrebbero cambiare radicalmente. Tante sono le formazioni coinvolte nella lotta salvezza, e quasi tutte tengono un passo simile a quello dei rossoblù. Addirittura la stessa Salernitana, se venerdì dovesse battere l’Empoli nello scontro diretto, potrebbe tornare in corsa.

SI sapeva che questo sarebbe stato un campionato di sofferenza per il Cagliari. Ma tutto sommato i sardi sono lì, nel gruppone. Ora c’è da stare calmi e da rimboccarsi le maniche: la permanenza in serie A è a portata di mano. E l’undici di Ranieri ha tutte le carte in regola per giocarsi le proprie chance fino alla fine.”

Ranieri, dall’inizio del campionato a oggi, non ha praticamente mai schierato due volte la stessa formazione. Il tecnico romano cambia spesso anche assetto, passando da una difesa a quattro a una difesa a tre e impiegando a corrente alternata il trequartista dietro le punte. Domanda provocatoria: ma non è che il mister stesso, ultimamente, è un po’ in confusione? Modificare costantemente la fisionomia della squadra è un segno di incertezza o è invece un modo per adattarsi, di volta in volta, alle caratteristiche dell’avversario?

“Questo francamente non lo so. Quando Ranieri era il mio allenatore, tanto tempo fa, una volta trovata la quadra difficilmente cambiava formazione. Vero è che quello era un altro calcio, con dinamiche completamente diverse da quello attuale. Però quando il mister individuava l’assetto giusto e gli uomini sui quali puntare con continuità, andava dritto per quella strada. Raramente, salvo infortuni e squalifiche, modificava l’undici iniziale. Magari oggi lo fa perché i calciatori della rosa rossoblù sono tutti interscambiabili: forse, dal suo punto di vista, uno vale l’altro. Ma non posso dirlo con certezza. Bisognerebbe vivere il gruppo e conoscere i giocatori dall’interno.”

La sensazione è che fino a oggi il Cagliari abbia mostrato la miglior versione di sé quando è sceso in campo con il trequartista dietro alle due punte. Il modulo 4-3-1-2 è stato quello che ha consentito ai sardi di togliersi le (poche) soddisfazioni che hanno raccolto in questa travagliata stagione. Va dunque riproposto? È la base dalla quale ripartire?

“In effetti il 4-3-1-2 è stato un modulo utilizzato dal mister in più di una circostanza. Ribadisco che dall’esterno è difficile dare delle risposte. In ogni caso, a mio parere la rosa del Cagliari per la serie A è un tantino deficitaria. Si possono accampare molte scuse al riguardo: innanzitutto il fatto che si sia vinto il campionato di B solo ai playoff, e dunque c’è stato poco tempo per allestire un organico adeguato alla massima serie. Ma, comunque la si metta, il parco giocatori ha dei limiti evidenti. In particolare penso al reparto arretrato, che è parecchio risicato e che ogni settimana manifesta le proprie lacune: la squadra prende sempre gol, e molti dei difensori non conoscono la categoria. Purtroppo incassare tante reti è deleterio per una compagine che lotta per la sopravvivenza. E il Cagliari, vuoi per una distrazione del singolo, vuoi per un errore di reparto, si trova costantemente a dover inseguire il risultato.

Detto ciò, io resto fiducioso. Le dirette concorrenti sono tutte raccolte in pochi punti, per cui c’è ancora la possibilità di sfangarla. Ripeto: bisogna stare tutti uniti e compatti e, insieme, superare il momento di impasse. Già contro la Lazio, sabato, ci sarà l’occasione di ripartire. E i biancocelesti non se la passano molto meglio dei rossoblù…”