QUI PONTE DI LEGNO - Pavoletti: "Ultimo anno? Vediamo, ma ad ora faccio fatica a dire che possa essere l'ultimo"

Direttamente dalla sala stampa situata nell'albergo in cui sta alloggiando il Cagliari, tra poco alle 12.15 Leonardo Pavoletti interverrà in conferenza stampa per fare un bilancio di questi primi giorni di ritiro. Segui la diretta con noi!
Comincia la conferenza stampa
Prime impressioni da capitano di questo ritiro - Siamo al nono ritiro con il Cagliari, forse 8 perché il primo lo avevo fatto con il Napoli ed ero arrivato a Settembre. Sempre bello iniziare una stagione con grandi propositi e progetti. La società ha fatto un grande passo con coraggio con la scelta del mister e dello staff. Ci ha spronato molto questa scelta e va verso una direzione di appartenenza. Fabio è venuto qui come giocatore, è cresciuto e poi era stato riportato in società. Con la Primavera ha fatto grandissime cose, è un bel segnale che fa ben sperare tutti. Siamo molto contenti sia del messaggio che del coraggio e di avere Fabio come allenatore.
Si parla sempre del tuo ultimo anno - Lo sto vivendo bene, so che potrebbe essere l'ultimo ma ad ora faccio fatica a dire che possa essere l'ultimo. Valuto giorno dopo giorno e spero di vivermi questo ultimo anno nel migliore dei modi da giocatore e non da spettatore, ma questo lo capirò nei prossimi mesi. Quando avrò il quadro completo sarò il primo ad annunciare la cosa. Non nascondo che la partita di Verona mi lascia ancora quella voglia e capacità di dire che gioco ancora bene in Serie A. L'unica cosa che potrebbe buttarmi giù è il ginocchio. Vediamo, per ora sento dei benefici ma non sono ancora pronto. Quando sarò al 100%, avrò tutte le sensazioni e risposte che sto cercando.
Dopo la carriera da giocatore - La carriera so che sta andando verso i titoli di coda. Ogni tanto con l'immaginazione vago e mi posso immaginare in altre vesti rispetto a Fabio. Nella vita si cambia e si trovano altre risposte anche in quello che cerchi e strada facendo. Mi vedo sempre all'interno del calcio, la mia vita è stat influenzata e caratterizzata dal calcio, mi vedo più in veste di direttore sportivo, ma si deve capire se sono capace, se mi piacerà. Lo capisci solo mentre lo fai. Magari pensi di essere bravo e invece è uno stress e non lo fai volentieri. Mi piacerebbe anche capire le intenzioni della società, dove mi vedrebbero e cosa potrei dargli in una figura non da calciatore.
In A sono arrivati De Bruyne, Immobile, Dzeko, Modric. Chi oltre a Pavoletti può incidere di più? Sarà bellissimo sfidarli e vederli. De Bruyne e Modric hanno sempre fatto altri campionati, sono molto più curioso di vedere loro. Non vedo l'ora di sfidarli. Poi sono contento che Immobile sia tornato, Dzeko: sono grandi ritorni, ma sappiamo cosa possono fare.
Come vedi i giovani del Cagliari? Credo che alcuni anni di gavetta, un po' di panchina, magari potevano essere usati un pochino di più. Ma il campionato, soprattutto quando fai la salvezza, ci sono partite che sono un po' trabocchetto. E' giusto farli crescere con tranquillità, non devono sentire il carico della vittoria, della sconfitta o del peso della squadra. Ora credo che siano pronti ad essere protagonisti. Il campo ha sempre il verdetto finale, il giovane gioca se è bravo e dà tutto. Se viene ritenuto valido, bisogna avere la pazienza di aspettarlo se sbaglia. Ma se uno gioca è perché negli allenamenti è meglio di quell'altro. Poi magari ci sono anche dinamiche di moduli e varie sfaccettature, ma uno bravo che si allena bene poi gioca. Prati lo vedevo bene anche l'anno scorso, è stato penalizzato dal cambio di modulo a centrocampo.
Qual è il tuo ruolo dentro il campo quest'anno? Ti sei dato un obiettivo? L'altro anno avevo detto 10 gol, ma ero tornato molto carico e stavo bene secondo me. Credo che sia stato un anno in cui sono entrato spesso in campo facendo bene le cose che mi venivano richiesto. Poi naturale, provare sempre a rimontare non è facile. Magari rispetto all'anno di Ranieri, in cui veniva cercato più il cross, l'anno scorso ho avuto meno occasioni. E' stato l'anno in cui fisicamente sono stato meglio. Difficile dirti l'obiettivo di quest'anno perché sono arrivato a fine stagione con l'infiammazione al ginocchio. A Verona non ero messo benissimo, le magie dei fisioterapisti mi hanno dato una mano, ma poi non riuscivo ad allenarmi. La mia figura credo che sia molto importante all'interno dello spogliatoio, parlo molto, sono noioso. Spero per la squadra di rientrare presto per avere il polso della squadra e questo è il mio obiettivo e poi non vorrei finire l'anno senza gol.
Che consiglio dai ai giovani? Il ruolo dei senatori? E' più facile dare l'esempio ai ragazzi. Il consiglio che do sempre è che abbiamo tante ore libere, poi un'ora e mezzo e dure ore al campo e devi essere concentrato al cento per cento. A me dà noia se entri con il cellulare, credo nella concentrazione e nella determinazione e vivere per il Cagliari. Non devi avere altri pensieri nella testa. Rispetto a quando ero giovane io c'è meno concentrazione, fino all'ultimo secondo siamo con il cellulare in mano. I ragazzi si devono preparare un pochino prima. Senatori e capitani? Dopo la retrocessione ci siamo trovati io e Ale, abbiamo parlato bene e creato una sintonia per riportare una serenità dentro lo spogliatoio. Lui e io eravamo il nocciolo dello spogliatoio e insieme abbiamo ricreato entusiasmo e regole, cose importanti per fare andare il gruppo verso una direzione. Ognuno ha le sua mansioni. Piano piano abbiamo cercato di trasmettere ai ragazzi più giovani di trasmettere valori e principi che oggi o domani esce Pavoletti e viene rimpiazzato dal prossimo. Facendogli vedere i fatti, Piano piano deve diventare una catena di montaggio che non si perda mai quei principi e valori che il Cagliari deve tenere ben presenti.
Pisacane parla spesso con te e Mina: non lascia mai nessuno indietro - Ho visto un uomo innamorato di quello che fa. Ha delle idee, sa che all'inizio ha bisogno di spiegarlo più volte anche allo stesso ragazzo, anche perché l'anno scorso si difendeva in modo diverso. Se non credi nel tuo allenatore e non senti la voglia di percepire quello che ti vuole dare si parte a rallentatore e quindi devo fare i complimenti a Fabio. Sto scoprendo un lato fantastico di Fabio.
Rog confermato? Riesci a chiamare Pisacane "Mister"? Naturale che con Fabio, vederlo allenatore dopo che era compagno di squadra, è stata una bella emozione ma mi devo sforzare di chiamarlo Mister. Perché abbiamo passato tante cose dentro e fuori dal campo. Markolino che ne ha passate quanto me o anche di più, sarebbe bello averlo tutto l'anno con noi. So che si sono parlati e stanno valutando giorno dopo giorno la cosa, ma questa apertura mi fa ben sperare.
Quanto è importante ripartire da Piccoli e (eventualmente) come si riparte senza Piccoli? Per ora non ho avuto segnali da parte sua di voler andare via, poi quando leggi certe cose a volte la testa parte. Il mio consiglio per lui è fare un anno da leader vero, l'anno scorso era da scoprire. Abbiamo bisogno di lui e gli farebbe molto bene fare una stagione da Piccoli come leader di questa squadra. Tutti i ragazzi sanno quanto è forte, tutti gli vogliamo bene. Secondo me farebbe un grave errore a pensare di voler andare via. Poi ognuno deve fare ciò che vuole. Per ora però non ho ravvisato nessun segnale che mi faccia pensare ad un giocatore che non vuole rimanere.
Borrelli? Si sta presentando bene, per uno grande e grosso come lui so che il ritiro non è la parte migliore per farsi scoprire, ma si vedono delle cose ottime da attaccante. Ha fatto già due campionati importanti e arriva in un momento giusto per provare a fare qualcosa di importante.
A margine:
Quest'anno abbiamo creato un laboratorio sportivo e abbiamo fatto dei test preliminari di forza, è un mio nuovo progetto. Abbiamo creato subito una collaborazione con il Cagliari per questo. Mi piaceva farlo presente. Voglio creare valori a Cagliari e per il Cagliari, so che funziona, ma deve essere conosciuto e provato.