La Nazione - Serie A , ’Tu vuò fa l’italiano’. Il sorpasso dei club stranieri: Usa padroni nel Belpaese

La Nazione - Serie A , ’Tu vuò fa l’italiano’. Il sorpasso dei club stranieri: Usa padroni nel BelpaeseTUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 10:00Rassegna stampa
di Redazione TuttoCagliari

"Serie A , ’Tu vuò fa l’italiano’ Il sorpasso dei club stranieri Usa padroni nel Belpaese". Così titola stamattina La Nazione. Il calcio italiano sta cambiando pelle. Per la prima volta nella storia della Serie A, la maggioranza dei club sarà controllata da proprietà straniere: 12 su 20 le società passate in mani estere, contro 8 realtà ancora a capitale italiano. Un sorpasso simbolico ma concreto, che segna una nuova fase per il massimo campionato.

Un fenomeno ormai strutturale, non più legato alle mode o agli investimenti spot. In Serie B la tendenza è più contenuta, ma comunque significativa: sette squadre su venti sono sotto il controllo di imprenditori stranieri.

Il confronto con i grandi campionati europei non lascia spazio a sorprese: in Premier League la maggior parte delle squadre è nelle mani di investitori americani o fondi arabi, mentre in Francia il Paris Saint-Germain è il simbolo della proprietà qatariota. E in Italia? A dominare sono stati spesso i club con alle spalle capitali esteri: fondi, magnati e miliardari, a volte con legami con l’Italia ma con passaporti di altri paesi.

Tuttavia, la Serie A continua a resistere con otto club rimasti nelle mani di imprenditori italiani. Tra questi ci sono il Napoli di Aurelio De Laurentiis, fresco di due scudetti negli ultimi tre anni, e le solide presenze di Juventus (Agnelli), Lazio (Lotito), Torino (Cairo), Cagliari (Giulini), Sassuolo (famiglia Squinzi), Lecce (Sticchi Damiani) e Cremonese (Arvedi).

L’addio dell'Udinese alla famiglia Pozzo dopo quasi 40 anni di gestione segna un altro passaggio storico. Così come la retrocessione del Venezia – in mani statunitensi – e la caduta del Monza in Serie B, che ha sancito la fine dell’era Fininvest nel calcio, sostituita dal fondo americano Beckett Layne.

Il calcio italiano si uniforma dunque a un trend globale. Come per i grandi marchi industriali, anche per i club sportivi l’interesse degli investitori internazionali è cresciuto esponenzialmente. Ma a fare la differenza, rispetto ad altri settori, è la carica emotiva e simbolica che un club porta con sé: non solo business, ma città, storia e passione popolare.