Quella volta ando cosi - Riva subito carnefice della "Vecchia Signora"

lunedì 15 dicembre 2014, 13:00Altre notizie

Cagliari-Juventus 1-0, 31 gennaio 1965.

Quasi un testacoda. Il primo assoluto dei Cagliari-Juventus vede i bianconeri al terzo posto, con dodici lunghezze in più del Cagliari terzultimo (all'epoca la vittoria valeva due punti). Ma la data è di quelle che si riveleranno favorevoli ai rossoblù nei confronti contro i bianconeri: 31 gennaio. Sarà la data in cui Ventura avrà la meglio su Lippi ('99) , ma soprattutto del 2-3 all' “Olimpico” di Torino ('09) targato Allegri. Tiddia, oltre ad annicchilire il temibile Da Costa, pone le premesse per un suo personale primato: è l'unico nella storia ad aver vinto col Cagliari contro la Juventus prima da giocatore (appunto questa) poi da allenatore ('80). Direttore di gara è signor Concetto Lo Bello. Si, proprio quello del 2-2 a Torino il 15 marzo 1970, e come avverrà allora, è sempre Riva a punire Anzolin. Ma all'interno del gol, vi è un altro significativo dettaglio: Gigi lo firma col destro, fatto per lui desueto. Ma non unico: sempre ad Anzolin, segnerà col destro il 10 novembre 1968, in occasione della prima vittoria rossoblù nella storia in casa della Juventus. Il mister dei piemontesi è il paraguayano Heriberto Herrera, proprio colui che avvallò il trasferimento di Nenè in Sardegna. Il paulista si prende qui la meritata rivincita. A parziale attenuante dei piemontesi, l'infortunio alla caviglia occorso al centravanti Combin a metà primo tempo. Tuttavia, fino ad allora era già il Cagliari a fare la partita, sfiorando il gol due volte con Nenè su calcio piazzato, poi con un tiro/cross di Martiradonna che lambisce la traversa. Il portiere rossoblù Colombo rimane pressocchè inoperoso fino al 71', quando blocca un'innocua girata di Sivori. Ma nel finale è ancora il Cagliari a mancare il 2-0, con Cappellaro che servito da Nenè non riesce a superare l'estremo difensore bianconero. Alla partita hanno ufficialmente assistito 30 mila paganti, in realtà molti di più, se si contano gli assiepati nel vecchio muro di cinta di Ponte Vittorio e gli immancabili “arrampicati” sugli alberi con vista sull' “Amsicora”.