Cagliari, agonia trasferta finita e discorso salvezza chiuso. Ora il decimo posto

Cagliari, agonia trasferta finita e discorso salvezza chiuso. Ora il decimo posto
© foto di Fonte foto: cagliaricalcio.com
lunedì 27 febbraio 2017, 07:00Il punto
di Pietro Piga

Il colpo di grazia è servito. Il Cagliari, centotrentatré giorni dopo l’ultima volta contro l’Inter, ritrova la vittoria lontano dal Sant’Elia. E lo fa contro il Crotone (2-1), disperato e caccia dei tre punti per risorgere e sperare nella salvezza, che vende cara la pelle e non molla fino al 95’. La formazione guidata da Massimo Rastelli, che non centrava il successo da cinque giornate, può brindare e mettersi il cuore in pace, perché i punti di vantaggio sulla terzultima in classifica sono 16 e dunque, a tredici turni dal termine del campionato, la permanenza in serie A è in cassaforte. Il decimo posto, obiettivo dichiarato da Tommaso Giulini e sottolineato da altri giocatori durante le ultime settimane, dista 4 lunghezze ed è da mettere nel mirino.

LA GARA DELLE CONFERME. Si attendeva il ritorno a 4-3-1-2, vista la disponibilità di Borriello e la condizione fisica ritrovata di Joao Pedro, ma Massimo Rastelli non è stato dello stesso avviso. Ha riproposto il 4-4-1-1 come a Genova, che aveva portato in dote un punto prezioso, cambiando un solo elemento: infatti, a causa della squalifica di Tachtisidis, è stato schierato Barella, di rientro dal turno di stop. Quindi, fiducia confermata a Gabriel (seconda gara consecutiva a difesa dei pali), Padoin (laterale di destra), Pisacane (centrale difensivo), Joao Pedro (trequartista) e Sau (unico riferimento offensivo). E così, un’altra panchina per Di Gennaro e Borriello, entrambi subentrati nel corso del secondo tempo. A dimostrazione del fatto che Rastelli, dopo un lungo periodo di sofferenza in trasferta dei suoi, ha trovato le contromisure per non sfigurare e il “coraggio” di lasciare a riposo dei pezzi da novanta che possono risultare decisivi durante la gara. Il 4-4-1-1, che può diventare un 4-4-2 e un 4-3-3 durante i vari momenti del match, sembra essere il bandolo della matassa per i rossoblu.

DOUBLE FACE. Brutto e possibile, il Cagliari del primo tempo. L’aggressività del Crotone sul portatore di palla, che ha disturbato e affievolito la costruzione dell’undici sardo, e il continuo gioco sugli esterni, è stato letale. Il vantaggio calabrese, che giunge al 9’, nasce sì da un errore – clamoroso – di Bruno Alves che consente a Trotta di lanciare Stoian; ma è pur vero che sia Pisacane, sia Padoin, stringono troppo verso l’interno dell’area di rigore e favoriscono il numero 12 del Crotone (incubo del pomeriggio per Padoin), che supera Gabriel con un preciso diagonale. Le pecche del Cagliari sono molteplici: baricentro troppo basso ed errori in disimpegno, di scelta e di misura. L’assenza di un playmaker, ruolo occupato per l’occasione da Dessena, che non ha superato l’esame, è evidente e pesa nel film tattico per un’ora. Avrebbe fatto più comodo, fin dall’inizio, Di Gennaro. Se contro la Sampdoria i rossoblu (ieri in maglia bianca) avevano creato e avrebbero meritato di andare a segno più di una volta, all’Ezio Scida è tutto il contrario; ma, alla prima sbavatura della retroguardia di Davide Nicola, puniscono: Joao Pedro, sull’assist di Isla e il seguente rinvio sballato di Claiton, non sbaglia un rigore in movimento. La presumibile strigliata nell’intervallo da parte di Rastelli, finalmente, fa cambiare faccia al Cagliari. Innanzitutto, si passa al 4-3-3: Isla avanza nel tridente offensivo sulla destra, il suo posto a centrocampo viene preso da Ionita, Joao Pedro recita la parte del falso nueve e Sau si allarga sulla sinistra. Nel secondo tempo, i sardi hanno in mano il pallino della sfida, gestiscono gli attacchi, seppur fumosi, degli avversari e fanno valere il superiore tasso tecnico. Incidono le sostituzioni, su tutte quella di Borriello, che rileva Padoin. L’attaccante, in uno dei primi palloni toccati, realizza una rete da bomber puro, decidendo l’incontro con l’undicesimo timbro in campionato, il quindicesimo stagionale (ora Vieri dovrà pagargli la vacanza) e il novantesimo in serie A. Dopo l’1-2, il Cagliari, con l’ingresso di Capuano e con Joao Pedro che si sacrifica e arretra nella linea dei centrocampisti, si disegna col 5-4-1. Il Crotone, da lì in avanti, non fa granché. Da elogiare il lavoro prezioso e sporco di Ionita e Barella, rispettivamente a destra e sinistra, che disinnescano le sortite avversarie che creavano problemi nel primo tempo. La prestazione cuore e polmoni di Pisacane, invece, non fa più notizia.

MARZO DI FUOCO. Le due trasferte sono andate, ora un tris di sfide contro compagini che veleggiano nei primi otto posti della classifica e lottano per la qualificazione in Champions League ed Europa League. Si tratta dell’Inter, che il Cagliari ospiterà domenica pomeriggio, della Fiorentina, che attenderà i rossoblu il 12 marzo all’Artemio Franchi, e della Lazio, che sbarcherà al Sant’Elia il 19 marzo. Impegni sulla carta proibitivi in cui la formazione di Rastelli, giocando come sa, può togliersi soddisfazioni e scalare posizioni, avvicinandosi al decimo posto.