Parma, Djuric: "Corsa salvezza? Stabilità emotiva fondamentale, ogni punto vale tantissimo"
L'attaccante del Parma Milan Djuric, intervenuto ieri in diretta a RadioTV Serie A. Le sue parole:
SULL’EMILIA ROMAGNA
«Era destino che tornassi in Emilia Romagna, sono partito con il Cesena e sono cresciuto calcisticamente e come uomo lì. Ho girovagato e ora sono tornato, c’è un filo che mi lega con questa regione».
SUL CALCIO ITALIANO
«Il campionato di Serie A è cambiato tanto, è molto più fisico rispetto ad una volta. Magari ci sono un po’ meno giocate spettacolari, la tecnologia ha aiutato tanto anche a scegliere nuovi giocatori anche tanto dall’estero. Ci sono aspetti positivi e negativi ma il livello è alto e continuerà a crescere negli anni».
SULL’ESSERE LEADER
«Sono molto più grande di tutti i miei compagni quindi mi sento responsabilizzato nei loro confronti. Siamo una squadra molto giovane e quindi cerco di comportarmi nel modo corretto sia in campo che fuori. Sono convinto che mi prendano come esempio su tanti aspetti, sento questa responsabilità e cerco di aiutarli a crescere velocemente perché il calcio non ti aspetta soprattutto quando fai un campionato dove ogni punto è importante. Mi sento un leader insieme a tanti altri miei compagni».
SUL PARMA
«Ci sono tanti ragazzi che hanno grande potenziale, è normale quando cambi tanto soprattutto da campionati esteri serve tempo, anche il mister è giovane e viene da un altro campionato e da un altro tipo di calcio. Noi più grande dobbiamo aiutare, spingere tutti nella stessa direzione. Ci vuole tempo, ma siamo sulla strada giusta, stiamo crescendo, lo abbiamo dimostrato anche contro il Milan. Avremo degli alti e dei bassi, ma dobbiamo raggiungere il nostro obiettivo».
SULLA MODERNITÀ DELLA SOCIETÀ
«A Parma non ci manca niente il livello è molto alto da tutti i punti di vista, dal centro sportivo alle tecnologie usate dallo staff del mister, i direttori, la società, siamo seguiti in tutti i minimi dettagli. Sia all’interno dello spogliatoio che dal punto di vista societario la direzione è quella di cercare di fare dei passi avanti e stabilizzare il Parma in Serie A per un lungo periodo e tutti stiamo spingendo in questa direzione. La società è ambiziosa, c’è un percorso da fare e noi siamo all’interno di questo percorso».
SULLA LOTTA SALVEZZA
«Non deve mancare la forza del gruppo perché in campionati così difficili dove ci sono e ci saranno delle partite in cui subirai sconfitte bisogna restare uniti e compatti. Stabilità emotiva è fondamentale senza farsi influenzare troppo dal risultato. Serve restare concentrati sapendo che ogni punto vale tantissimo e essere positivi. C’è un gruppo di ragazzi giovani che hanno fame e voglia di dimostrare, è un boost importante per tutti, per noi e per la piazza. Questi sono i consigli che do io durante tutta la settimana e durante le partite».
SULLA PARTITA CONTRO IL VERONA
«A Verona ho conquistato una salvezza molto difficile e sofferta nel playout con lo Spezia, è una piazza a cui sono legato, la mia famiglia è stata molto bene. Sarà bello tornare al Bentegodi, sarà una partita difficile perché sono una squadra con qualità che forse avrebbe meritato di avere qualche punto in più. Noi ci stiamo preparando, siamo agguerriti, cercheremo di fare la nostra partita come abbiamo sempre fatto, speriamo di spuntarla noi».
SU CUESTA
«Il mister è un ragazzo molto giovane che ha tanta fame, molto preparato, lavora tantissimo. Quando arriviamo la mattina lo vediamo che è già a lavoro con lo staff da un paio d’ore. Ha tantissima energia e positività, anche lui sta facendo un percorso. Ci dà delle indicazioni e anche noi cerchiamo di dare dei piccoli consigli su certe cose. È un lavoro di collaborazione continua, sicuramente mi ha colpito la cura dei dettagli sua e del suo staff».
SULL’ACCENTO ROMAGNOLO
«Sono nato in Bosnia ma abito a Pesaro da una vita, quindi il nostro accento è questo e sono abituato così, anche con mia moglie e i bambini».
SULLA SUA INFANZIA
«Ho realizzato il sogno che avevo da bambino, il sogno di tanti ragazzi. Io ci penso quando vedo mio figlio che ha 8 anni e vado a vederlo quando gioca. Vedo nei suoi occhi e in quelli dei suoi compagni la voglia di fare, il sogno. Io quel sogno l’ho realizzato e sto continuando a realizzarlo e quella è la mia forza e la mia benzina per cercare ogni giorno di fare dei passi avanti nonostante sia un giocatore di 35 anni»
SULLA PESCA
«Ultimamente seguendo i bambini faccio fatica per il tempo, mi fa rilassare, è un momento che ti fa staccare la testa. Ogni tanto serve, la mia testa è abituata a staccare ogni tanto, penso che ognuno di noi ne ha bisogno».