Il giallo ormai va in automatico

Il giallo ormai va in automaticoTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 4 novembre 2014, 11:51Approfondimenti
di Massimiliano Morelli

Scavalcato quel cronista pronto ad annunciare a poco dall'inizio di Lazio-Cagliari che Avelar sarebbe mancato ai lotitiani e non ai cagliaritani, mi soffermo sul fischietto brindisino che al debutto in A arbitrò il Cagliari (contro il Bologna) mostrando cinque cartellini gialli senza colpo ferire a Conti, Canini, Astori, Ekdal e Nainggolan; e poi di nuovo diresse Cagliari-Sampdoria con gialli elargiti a Ekdal, Conti e Rossettini. Insomma Conti è sempre nei suoi pensieri, Ekdal compare due volte su tre e aggiungiamo pure stavolta come diceva Andreotti che “a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. 
Zdenek Zeman  in maniera signorile spiega che i suoi non hanno giocato il primo tempo e afferma un laconico “si sono ricordati tardi che giocavamo una partita di campionato”; fosse stato “mazzarriano” su certe azioni stoppate sul nascere per una trattenuta di maglia, un calcetto o una gomitata avrebbe scritto una sceneggiatura da kolossal. Però il buco sul ginocchio di Ibarbo avrebbe meritato maggiore attenzione da parte di un arbitro considerato fra i migliori e premiato col “Giorgio Bernardi”, che viene assegnato dalla sezione Aia di Bologna. Dove e come ha esordito in serie A l'“amico Fritz”? Ah, già... a Bologna, ma magari è una casualità.



Certo, si poteva confidare in qualcosa di meglio rispetto al 4-2 romano, ma risulta evidente sin dai primi attimi che i rossoblù sono meno “furbetti” nel protrarre il fallo sistematico; e poi se una squadra allenta la presa perché un suo giocatore prende un colpo in testa e il “signore in giallo” di turno neanche ci fa caso dando il “la” alla marcatura laziale, diventa un gioco da ragazzi strabordare nel primo tempo. Finisce col boemo che torna due volte nella sua Roma per raccogliere un pugno di sabbia. Non se ne abbia a male, la capiamo signor Zeman e crediamo nelle sue teorie. Anche perché nel secondo tempo, conquistato in dieci uomini e vinto 2-1, abbiamo visto ancora una volta le potenzialità della squadra e quella manovra di gioco piacevole da osservare pure in caso di sconfitta. Il tutto con buona pace dell'ex portiere della Lazio chiamato a far da spalla al cronista di turno, che presumiamo possa aver visto un'altra partita. A proposito: quando una bandiera del Cagliari potrà avere l'onore di commentare la “sua” squadra?