Lulù Oliveira, doppio ex: "Il Cagliari non vuole fermarsi, ricordo la partita del tuffo..."

Cinque stagioni (in due tranche) a Cagliari, tre a Firenze (95 presenze e 27 gol in viola). Sempre da protagonista, impossibile da non amare, Luis Airton Oliveira Barroso, per tutti Lulù, fa sempre un passo indietro verso le emozioni allorché si gioca Cagliari-Fiorentina. E così sarà domenica, in una gara importante (per diversi motivi) sia per i sardi che per i toscani.
Oliveira, intervistato da fiorentina.it, ha esternato il suo attaccamento al popolo viola e alla società gigliata, nonostante abbia da tempo scelto di vivere in Sardegna. "A me fa tanto piacere che la gente ancora ricordi quello che il Falco ha fatto in quei tre anni che ha passato a Firenze. Avevamo dei giocatori molto importanti come Batistuta, Rui Costa, il sottoscritto, Toldo, Padalino, Cois e tanti altri, senza dimenticare nessuno. Era una squadra che giocava sopratutto per vincere, noi non ci accontentavamo mai del pareggio. A volte è capitato anche di perdere qualche partita, fuori e in casa…Ma penso che quelli siano stati gli anni più belli della Fiorentina, i più belli sopratutto per i tifosi".
Che partità sara domenica? "Il Cagliari al momento è carico, e in grande salute. Dopo il pareggio contro la Juve non vogliono più fermarsi. La Fiorentina si trova in un momento molto delicato, dopo la sconfitta contro il Lecce la situazione è peggiorata tantissimo. C’è malumore da parte dei tifosi, che dopo tutto, hanno anche ragione. Aspettiamo qualche colpo vincente da parte della società”.
Oliveira non si nasconde, sa che "alla Fiorentina mancano i Batistuta e i Rui Costa di allora, giocatori che facciano la differenza" e si augura che "i viola possano uscire da questa situazione il prima possibile”. C'è spazio ovviamente per l'amarcord: si giocava a Firenze, e il 4-2 in rimonta contro il Cagliari di Ventura (spettacolare, in vantaggio con O'Neill e De Patre) volle dire Campioni d'Inverno: "In quel periodo c'era Trapattoni, che mi ha fatto giocare in un posto totalmente diverso da quello in cui il mister mi aveva abituato a giocare. Mi sono adattato perché avevo voglia di giocare, di essere in campo e dare il massimo. Come ho sempre fatto, non solamente con la maglia della Fiorentina, ma anche con le altre che ho portato. Per noi, essere i Campioni d'Italia d'Inverno è stata una cosa veramente importante”. Tanto da ‘rischiare’ anche di vincere lo scudetto. "Abbiamo avuto la sfortuna dell'infortunio di Batistuta e sopratutto la partenza di Edmundo per il carnevale di Rio. Lì, dal mio punto di vista, è crollato qualcosa: il nostro capitano era uno che dava a noi giocatori, dentro lo spogliatoio e fuori, una grinta immensa perché un giocatore vincente trasmette forza ai propri compagni”.
Ma il ricordo speciale è per il S.Elia: "Mi ricordo una partita, Cagliari-Fiorentina, in cui io indossavo ancora la maglia del Cagliari: stagione ‘95-‘96 e quel volo plateale in area che indusse Pairetto a decretare un rigore inesistente. Scontato con gli interessi. Mi ricordo che quando sono arrivato a Firenze i tifosi mi cantavano "e inventa il rigore che non c'era, e inventa il rigore che non c'era, e inventa il rigore che non c'era, eeeh, Oliveira!". Oliveira, il "tuffatore”. Un’etichetta poi sostituita con quella più semplice de "Il Falco”. Piano piano ho iniziato a conquistare i tifosi viola, che allora mi hanno dedicato un'altra canzone che faceva più o meno così "che importa se a passarla ti ci vuole un’ora, che fretta c'era, scarta tutti Oliveira, che fretta c'era, scarta tutti e facci un goal! (sulle note di Maledetta Primavera ndr)".