Modesto: "Il Cagliari nel cuore. Ma ora mi godo la Champions"

François Modesto ex giocatore del Cagliari, ha rilasciato una lunga intervista all'Unione Sarda. Ha parlato della sua carriera a 360°. Ecco di seguito l'intervista:
Modesto, che cosa si prova a vincere uno scudetto?
«Non pensavo di vivere così tante emozioni, tra l’altro non avevo ancora smaltito la delusione per la finale di Coppa di Francia persa contro il Paris Saint Germain. Bello, bellissimo. Ma la scoperta più grande è stata la Grecia, la passione con la quale vivono il calcio, ventiquattr’ore su ventiquattro».
Ha lasciato Montecarlo giusto in tempo.
«Mi dispiace che il Monaco sia retrocesso. Io ho avuto la fortuna di vivere esperienze durature, cinque anni a Cagliari, sei appunto a Montecarlo. Non cambierei una virgola della mia carriera».
Perché ha scelto la Grecia?
«Non facendo parte dei programmi della nuova proprietà del Monaco, ho valutato diverse offerte e alla fine sono stato convinto dal presidente dell’Olympiakos. Inizialmente ero molto combattuto, lo ammetto. Poi mi hanno invitato per una settimana ad Atene, ci sono andato con tutta la famiglia giusto per curiosità. Dopo due ore ho firmato il contratto, stregato dai tifosi, dallo stadio, dalle strutture e da un progetto ambizioso».
La prima parola in greco che ha imparato?
«Kalimera, ossia buongiorno. Il greco non è facilissimo. Per fortuna al campo possiamo comunicare in più lingue essendo la squadra composta da svedesi, danesi, spagnoli, argentini, brasiliani, belgi, marocchini, algerini, greci, poi ci sono io, corso».
Pronto per la Champions League?
«Prontissimo. Penso che giocare in Champions sia il massimo per un calciatore, a me è successo già due volte col Monaco. Non vedo l’ora di conoscere il nome del nostro avversario».
Potrebbe esserci ancora il Cagliari nel suo futuro?
«Dal punto di vista affettivo ci sarà per sempre visto che ormai mi considero un tifoso, mia moglie e cagliaritana e, finita la carriera, mi stabilirò definitivamente a Cagliari. Professionalmente è un’altra storia. Io sono convinto che è meglio non tornare in una squadra, soprattutto dove hai fatto bene. Il Cagliari è il passato, comunque il primo amore, la società che ha creduto in me quando ancora avevo 19 anni. E quindi non si scorda più».
Eppure di recente c’è stato un contatto.
«Tre anni fa per l’esattezza. Poi il Cagliari ha pensato ad altri giocatori, io stavo bene al Monaco e alla fine non se n’è fatto più nulla».
Che cosa resta del suo Cagliari?
«Senza dubbio Daniele Conti, l’unico della mia epoca. Ricordo ancora i primi anni, io, lui, Suazo, Lopez, eravamo tutti giovanissimi».
Conti diventerà il giocatore più presente nella storia del Cagliari.
«E se lo merita davvero. All’inizio i problemi al ginocchio lo hanno condizionato, ma lui è stato più forte anche delle avversità. Ormai è diventato un leader, ma soprattutto ha dimostrato in campo tutto il suo valore».
Il momento più bello in rossoblù?
«Beh, la vittoria della promozione contro la Salernitana ce l’ho ancora dentro. Del resto le vittorie importanti lasciano sempre il segno. Quello poi era davvero un bel gruppo, eravamo tutti molto uniti».
L’allenatore più importante?
«Reja».
Perché le vostre strade non si sono più incrociate?
«Capita. Con il mister ci sentiamo spesso, mai per lavoro, però».
Qual è il suo prossimo obiettivo?
«Arrivare il più lontano possibile in Champions League e, magari, rivincere lo scudetto, ormai ci ho preso gusto».
Modesto, è proprio sicuro che col Cagliari sia finita?
«Penso di sì. Poi nel calcio mai dire mai».