Unione Sarda - Eupremio Carruezzo, il bomber-detective

Unione Sarda - Eupremio Carruezzo, il bomber-detectiveTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Alberto Mariani
giovedì 21 aprile 2011, 11:37Ex rossoblù
di Francesco Aresu

Aveva una lunga chioma castana e con quel nome non passava certo inosservato, ma per i compagni era semplicemente Tony . Professione attaccante. Lo scrittore Luciano Marrocu gli ha poi dato un tocco letterario, trasformandolo in un detective impegnato in spinose indagini ambientate nel ventennio fascista. Ma a Cagliari Eupremio Carruezzo ha lasciato il segno soprattutto per un gol al Padova (uno dei tre realizzati in due stagioni, dal 1998 al 2000) con il quale i rossoblù di Giampiero Ventura hanno ipotecato la promozione in serie A. Bomber generoso ma sfortunato, almeno in Sardegna dove ha collezionato più infortuni che soddisfazioni, perché lasciata l'Isola è riuscito a dare il meglio di sé con la Lucchese di cui è diventato addirittura il capitano. L'ultima stagione l'ha giocata nel 2008 in Lega Pro con il San Marino. Ora ha 41 anni e fa il procuratore. «Il lavoro più bello del mondo».
Subito una curiosità, Carruezzo, come nasce il soprannome Tony?
«Me lo mise ai tempi del Barletta Mauro Nardini, che voi conoscete bene essendo pure lui passato per Cagliari, anche se in tempi diversi dai miei. Lo fece per abbreviare il nome, poi diceva che somigliavo ad Antonio Banderas. Da allora sono diventato Tony Carruezzo anche per mia madre».
Più gioie o dolori con il Cagliari?
«Il primo campionato in B ero la riserva di Muzzi e Silva, mica male. Comunque sono riuscito a segnare tre gol.

Poi sul più bello, l'anno dopo in A, mi sono infortunato».
Un ko dietro l'altro.
«In ritiro a Brunico nei test mi viene riscontrata un'anomalia cardiaca, poi rientrata. Ma dopo un solo giorno di allenamento salta fuori l'ernia inguinale: operato. Brucio le tappe, rientro contro il Milan, ma la domenica successiva il nuovo patatrac: rottura del crociato. Stagione finita e arrivederci Cagliari».
Eppure i tifosi la ricordano ancora con piacere.
«E io loro, mi sono stati accanto nel momento più difficile della carriera. Quando qualche anno fa sono atterrato all'aeroporto di Elmas per andare poi a Villasimius in vacanza mi è venuta la pelle d'oca. Forse i tifosi mi volevano bene perché ero un giocatore generoso».
E dalla lunga chioma.
«Già, la chioma. Tra l'altro me la tagliai proprio pochi giorni prima dell'infortunio. Carruezzo come Sansone: persi i capelli, persa la forza».