CALCIO E IDENTITÁ  

CALCIO E IDENTITÁ  
mercoledì 11 maggio 2022, 01:00Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

di Vittorio Sanna

Il rosso del cuore e il blu del cielo e del mare. Non è un caso che il rossoblù sia il colore del Cagliari, dell’Iglesias, della Tharros, del Bosa, della Torres, del Castelsardo. Solo l’Alghero delle sette città regie non ha mantenuto il rossoblù.  Erano città che avevano poteri amministrativi di autogoverno che esercitavano attraverso propri rappresentanti eletti chiamati consiglieri. Avevano anche poteri politici, in quanto i loro rappresentanti, chiamati sindaci, costituivano uno dei tre bracci del Parlamento del Regno (lo stamento reale). La rappresentanza era inibita ai nobili, era del popolo. Quei colori rossoblù non sono solo una maglia da indossare per giocare a pallone. Sono il simbolo di una identità forte, di una autonomia, di un orgoglio che non conosce padroni. Il calcio è capace di rigenerare tutti questi valori, pur non conoscendo la storia. Nello sport sono state travasate a mo’ di gioco tante di quelle dinamiche che erano nel carattere e nello spirito dei Sardi. Spirito che è rimasto certamente nella spirale del DNA e che molti non riescono a tradurre. Vincere o perdere non è la parte più importante. Lo è l’ESSERE, il carattere, il modo, lo stile per confrontarci con il mondo, per dialogare con il mondo. La Sardegna, a differenza di ciò che caratterizza il nostro oggi, non è mai stata lontana dal contesto internazionale. È stata spesso al centro, soprattutto per le sue ricchezze, per il suo territorio, per la sua posizione strategica. Una lezione di identità al mese sarebbe opportuna per recuperare dallo stillicidio distruttivo che ci ha fatto calare nei panni dei pochi, dei pazzi e dei disuniti. Ci ha fatto entrare in una parte che molti recitano perfettamente, essendo da Sardi o da false guide dei Sardi, i primi a denigrare e distruggere, disprezzare e bocciare. 

In questi giorni amari di calcio è ritornato forte quel desiderio di identità. Di rivedere bandiere sventolare per difendere non solo l’immagine ma la sostanza di un popolo che nei Giganti di pietra, i nuraghi e le statue, i mono e i mega liti, ha simboli unici nel mondo. Il calcio è la potenzialità massima di questa diffusione culturale, ma non sempre riesce a trovare spazio nei suoi giorni di business e competizione con le squadre principali. Per questo è nata la Natzionale Sarda. Non per disfattismo o concorrenza, non per separatismo ma per confronto. Per ragioni culturali e sportive. Vestire la maglia della Sardegna è un’emozione per molti, anche per i più giovani. È la consapevolezza di voler diventare ambasciatori del nostro essere. È il desidero di proiettare l’Isola nel mondo, perché, con la sua faccia, con le sue ricchezze e con le sue debolezze, possa unirsi senza cancellarsi. Lottando solo contro se stessa. Contro i Sardi che hanno paura di perdere la falsa identità di feudatari di culture, ritenute superiori. Rifiutando l’idea di se stessi.




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VITTORIO SANNA  - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.