CON IL NAPOLI NIENTE E' IMPOSSIBILE. CRONISTORIA DI UNA RIVALITA' SPORTIVA

CON IL NAPOLI NIENTE E' IMPOSSIBILE. CRONISTORIA DI UNA RIVALITA' SPORTIVA
sabato 24 febbraio 2024, 00:45Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

di Vittorio Sanna

Un giorno i nipotini vi chiederanno come mai quando il Cagliari incontra il Napoli, e viceversa, niente è impossibile. Sarà compito di qualsiasi nonno sardo saper raccontare una storia di grande rivalità sportiva che somiglia ai litigi in casa fra fratelli dispettosi. Due identità forti sparse per il mondo che non  scordano da dove sono partite, che amano la terra di origine, che non conoscono profeti in patria. Non tutti sanno che la società che rischiò di portare via Riva da Cagliari è stato proprio il Napoli di Achille Lauro. Tutto era accordato se Andrea Arrica non avesse portato fuori l’asso dalla manica. Era l’estate del 1967 e l’azionariato popolare non bastò a sanare le casse rossoblu. C’era già l’accordo per vendere Riva ma Arrica informò Angelo Moratti che attraverso suoi quattro funzionari comprò le azioni e le consegnò ai rappresentanti politici della Regione per non far scoppiare la scintilla della sommossa popolare.

Ma è molto dopo che la rivalità divenne forte. Dalla vendita di Fonseca in poi. Dall’acquisto della società Cagliari Calcio da parte di Massimo Cellino che molti pensarono avvenne con il battesimo dei colleghi di grano, uno dei quali, D’Ambrosio, che era vicino Napoli calcio. Era finita l’Era Maradona e ricominciare senza era un’impresa. Fonseca divenne il primo pomo della discordia. 

Lo spareggio al San Paolo del 1997 estese all’intero Stato Napoletano un sentimento di forte contrarietà. L’esodo per lo spareggio con il Piacenza divenne il viaggio organizzato da Caronte verso un inferno, per il trattamento che venne riservato alla Sardegna in crociera sportiva. Una Lampedusa tutta italiana.

A guadagnarci è stato solo il campo. Dopo essersi scansate a lungo, il ritorno al Sant’Elia in Serie A segnò il primo gustoso boccone di un calcio che rinnova la sua bellezza. Il giorno della memoria, 27 gennaio 2008. Nei minuti di recupero pareggio e sorpasso con Matri e Conti, roba per cuori forti. L’inizio di una straordinaria rimonta.

L’anno dopo, senza storia. Dopo il pari in extremis al San Paolo, ancora Conti, la storia si ripete, la netta vittoria in casa con i gol di Jeda e uno strabiliante Lazzari con inchino. Per poi lentamente, far scivolare il piatto della bilancia dall’altra parte. Memorabile il 3-3 del dicembre 2009. Sotto di due gol a un quarto d’ora dalla fine, il Cagliari capovolse il risultato con Larrivey, Matri e Jeda, appena entrato. Era il 90°. Al sesto minuto di recupero il pari di Bogliacino.

Solo l’antipasto di un altro finale grottesco. Al 94° sullo 0-0, ultima palla in attacco del Cagliari che non si copre le spalle e sul contropiede Lavezzi punisce l’undici di Bisoli. 

È storia di tredici anni fa e oltre. Il Cagliari di Giulini sa come si vince negli ultimi minuti ma con il Napoli non l’ha mai fatto. Un misero pari e 2 miseri gol in 8 confronti nell’Isola, contro i 20 gol del Napoli. La città ha recuperato punti con l’omaggio a Riva al fianco di Maradona. La squadra diventerà più simpatica se si riuscirà a batterla. Nel segno di una rivalità che rimanga nell’ambito del pallone che rotola in campo per novanta minuti più recupero. Garantito da chi l’ha già vissuto: con il Napoli, niente è impossibile.