GIOCHIAMO A CORTO MUSO

GIOCHIAMO A CORTO MUSO
venerdì 10 novembre 2023, 00:45Il punto
di Vittorio Sanna
Vittorio Sanna, giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari

di Vittorio Sanna

Per vincere basta mettere il muso davanti. Non servono trenta gol, grande spettacolo: se hai un gol in più a fine partita, hai vinto, tutto il resto sono chiacchiere. Intenditore di cavalli Massimiliano Allegri ha nella teoria “corto muso”, esposta in conferenza alcuni anni fa in conferenza stampa, il suo “cavallo” di battaglia. Capitò così anche in occasione della sua prima vittoria a Torino contro la Juventus da allenatore: Cagliari in vantaggio con Biondini, raggiunto e superato da Sissoko e Nedved e poi ancora raggiunto e superato da Jeda e Matri. Esulta la nostra memoria che può anche andare a pescare chi c’era nella panchina bianconera: Claudio Ranieri. 

La filosofia del “corto muso” Allegri la sta facendo produrre al massimo anche in questo campionato, lasciandosi scivolare sulle spalle le critiche. Anzi, in sintonia con il gesto di un altro livornese, il nostro Leonardo Pavoletti. A Cagliari, lui come Ranieri oggi, vinceva spesso inseguendo e sabato sera i contenuti potrebbero essere gli stessi, magari a parti invertite. L’entusiasmo dei rossoblu nella scala emotiva, da maggiore energia della logica bianconera e chissà non possa compensare quelle che sono le differenze tecniche delle rose a confronto. 

È importante che il Cagliari sappia giocare di squadra, come giocano di squadra i bianconeri. Solo così la gara può essere decisa dalla singola giocata, non necessariamente frutto della fantasia di un calciatore, ma anche dalla mossa dello scacchista, in questo caso l’allenatore. Lo dicono i fatti che gli ultimi dieci gol del Cagliari sono frutto di mosse dalla panchina che non si possono liquidare come semplici eventi fortunati. L’empasse che si raggiunge in molti momenti dei novanta minuti di una partita dice spesso della capacità reciproca di prevedere le mosse avversarie. Questo succede con la tattica e succede con i singoli pezzi messi in campo. Se un calciatore schierato all’inizio non ha il cambio di passo, non stravolgo l’assetto generale, metto in campo qualcosa di diverso che, prima di essere letto e neutralizzato, potrebbe creare disorientamento del quale approfittare.

Tutto questo per dire che non c’è un risultato scontato, malgrado il Cagliari nella prima parte di stagione abbia pagato i prevedibili gap dettati dal calendario, ma in una fase di crescita e assestamento. Ora è diverso. Il vento dell’entusiasmo, la serenità, l’ampiezza delle scelte, la fiducia nel tecnico, possono fare la differenza. Perché basta talvolta mettere il musetto davanti. Sarebbe bellissimo riuscire a vincere la seconda volta a Torino contro la Juve nel XXI secolo, a panchine invertite e soprattutto a “corto muso”. Ranieri forse quella sera un minimo sollievo lo ottenne dal pensiero di essere stato sconfitto dal Cagliari che gli diede la Serie A. Magari sarà lo stesso sollievo di un altro allenatore che il debutto e la consacrazione nella massima serie la ottenne guidando la stessa panchina. Avendo il raro “tempo e pazienza” di aspettarlo. Una situazione inusuale e originale concessa dall’allora Presidente Cellino che, cinque sconfitte e un pareggio in avvio, generalmente non le ha mai digerite. Una virtù rossoblu che merita di essere premiata.

VITTORIO SANNA  - Giornalista e scrittore, per i tifosi rossoblù "la voce del Cagliari". Nella sua trentennale carriera ha raccontato in radiocronaca oltre 700 partite, quasi 600 in serie A. Uno dei più accreditati storici del Cagliari. Autore del libro "La Terra dei Giganti", appena uscito nelle librerie. Un viaggio nella storia dello sport e della relativa statuaria sportiva, dalle prime civiltà ai giorni nostri. Una sezione con i profili degli 88 olimpionici e paralimpici sardi nelle Olimpiadi e Paralimpiadi moderne finora riportati alla luce attraverso un continuo lavoro di ricerca.