Il Cagliari chiude mini ciclo con l'Empoli: la classifica spaventa, ma c'è aria di svolta. Mazzarri ha una sosta per amica. Il fine giustifica i mezzi: Giulini ha visto giusto?

Il Cagliari chiude mini ciclo con l'Empoli: la classifica spaventa, ma c'è aria di svolta. Mazzarri ha una sosta per amica. Il fine giustifica i mezzi: Giulini ha visto giusto?
mercoledì 22 settembre 2021, 02:01Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

Una sosta per amica. Archiviata la Lazio con un pareggio che ha mostrato palesi segni di ripresa nel Cagliari dopo l’avvicendamento in panchina e l’arrivo di Walter Mazzarri, ecco stagliarsi all’orizzonte la sagoma di Aurelio Andreazzoli ed il suo Empoli, poi ancora il Napoli al “Diego Armando Maradona” ed a chiudere il tris il Venezia all’ “Unipol Domus”. Mini ciclo non terribile, ma di un’importanza capitale, prima che il campionato si fermi di nuovo per gli impegni della Nazionale di Roberto Mancini. Mazzarri non vede l’ora.

Potrà lavorare finalmente sui dettagli per quindici giorni ed inculcare la sua idea di gioco che a grandi linee ha messo in vetrina all’Olimpico, imbrigliando i biancazzurri e facendo leva su una cerniera nella zona nevralgica, che ha tolto il respiro alle fonti di gioco avversarie. È anche vero che nel periodo di sosta non ci saranno i convocati per le rispettive selezioni nazionali che dovranno rispondere alle chiamate dei Commissari Tecnici di riferimento, ma tant’è, chi resta potrà immagazzinare al meglio i dettami del tecnico.

Non è certo uno sprovveduto il neo-mister rossoblù. Il suo credo tattico è a misura d’uomo e per applicarlo non servono particolari alchimie, ma concentrazione e tanta applicazione. Diversi i movimenti rispetto a quelli richiesti dalla precedente gestione, che era sicuramente più sparagnina nella interpretazione delle partite. La fase difensiva non fine a se stessa, ma assistita da tutta una serie di meccanismi concatenati tra loro e che dovranno essere oliati col trascorrere del tempo.

Tra l’altro Mazzarri ha potenziato la corsia di sinistra, laddove in passato vi erano state parecchie problematiche che avevano coinvolto, in tempi successivi, tutta una serie di elementi che è evidentemente non erano adatti alla bisogna. Poi i movimenti a fisarmonica dei centrocampisti, per fungere da supporto ai difensori, hanno fatto il resto, atti com’erano ad intasare le porzioni di campo interessate dall’offensiva avversaria. La mentalità sarà fondamentale nell’interpretazione del modulo. Il quoziente di apprendimento dei giocatori appare elevato, tutti cercano di rispettare le consegne ed a Roma hanno preferito far valere là qualità del gruppo piuttosto che ergersi a protagonisti personalmente.

Magari ancora qualche strafalcione va corretto, anche in maniera robusta se necessario. Mazzarri non è certo il tipo che le manda a dire. All’Olimpico nel confronto con i biancazzurri ha utilizzato, invero un po’ a sorpresa, una linea difensiva a 4 che solo sporadicamente aveva proposto nelle sue precedenti esperienze. Anzi, ad onor del vero, Mazzarri è sempre stato un fiero sostenitore, convinto la sua parte, di una linea 3 rinforzata. A questo punto si potrebbe aprire un dibattito all’infinito sulle opportunità di affidarsi ad uno schieramento arretrato che finora non era mai stato preso in considerazione. Se si valutano i risultati, contro la Lazio ha funzionato, seppur con qualche tentennamento fisiologico, considerato che era stato provato solo in allenamento. Una linea da perseguire, soprattutto quando il Cagliari dovrà affrontare partite dove vi sarà da soffrire allorquando gli avversari fossero in possesso di una maggior tasso tecnico. Diverso il discorso se si hanno di fronte compagini meno attrezzate.

Mazzarri dirige una rosa qualitativamente di buon livello, con giocatori capaci di inventare la giocata dalla cintola in su. È accaduto con la Lazio e potrà verificarsi anche in altri contesti. Per adesso c’è da accontentarsi di un cambio di mentalità che non dev’essere fine a se stesso. L’arrivo di una nuova guida tecnica storicamente ha sempre determinato una scossa ed il Cagliari non fa eccezione, anche se la classifica comincia a far paura con i ragazzi di Mazzarri che veleggiano al penultimo posto (a pari punti con la Juventus è dietro solo la Salernitana ancora a secco di punti dopo 4 giornate).

Il percorso di crescita è appena cominciato, ora sono da sviluppare tematiche sempre più precise e non tanto complesse. Che potranno essere sviluppate solo con il lavoro giornaliero sul campo. Questa settimana non c’è tempo per andare a fondo alle problematiche, considerato che il turno infrasettimanale assottiglia i giorni di allenamento. Resta però la cartolina dell’Olimpico, che deve far pensare in positivo.

Quest’anno il presidente Giulini ha voluto dare la scossa dopo tre giornate di campionato, senza attendere ulteriormente che la situazione potesse degenerare. Certo, è parso un comportamento irriconoscente nei confronti di un allenatore che ottenne una salvezza insperata nella scorsa stagione, ma se è vero che il fine giustifica i mezzi, il patron potrebbe aver visto giusto. Resta addirittura il rammarico di non aver portato via i tre punti dall’Olimpico. Con un pizzico di determinazione in più poteva esser chiusa. E questo la dice lunga su quello che potrà riservare il futuro.