Il Cagliari è una bomba senza sicura pronta ad esplodere. Dai "colpi" di mercato agli esuberi, gli errori (non più di gioventù) del club rossoblù. Ma le possibilità di recupero sono ancora intatte

Il Cagliari è una bomba senza sicura pronta ad esplodere. Dai "colpi" di mercato agli esuberi, gli errori (non più di gioventù) del club rossoblù. Ma le possibilità di recupero sono ancora intatte
giovedì 18 novembre 2021, 10:30Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

La sosta (come la notte) porta consiglio. Riflessioni di metà novembre per rinvangare errori commessi. Non più di gioventù come scappatoia insulsa, considerato che la società presieduta da Giulini ha sette anni compiuti e dovrebbe già esser scafata per evitare di farsi buggerare in sessioni di mercato sempre insidiose, dove l’inghippo si nasconde dietro l’angolo.

È inverosimile poi che un ds come Capozucca non sia scaltro al punto da non aver compreso che tanti, fra i nuovi arrivi, non avessero capacità fisiche per reggere il confronto con la massima serie. Il caso di Strootman è sintomatico. Si vede che l’olandese è l’ombra di quel giocatore ammirato a Roma (in giallorosso) e per il breve periodo a Genova, sponda Grifone. Adesso ha passo cadenzato e poca gamba, complici gli incidenti di percorso sotto forma di infortuni. Difficile capire se riuscirà a riprendersi nel lungo periodo e c’è il sospetto che nel caso di Strootman si sia voluta sfruttare l’opportunità economica dettata dal fatto che a pagare lo stipendio del giocatore sia l’Olympique Marsiglia e non il Cagliari. Addirittura la sua avventura in rossoblù potrebbe essere ai titoli di coda e sarebbe in procinto di tornare a Marsiglia prima del previsto, considerato che oramai si è chiamato fuori per manifesta inferiorità.

L’energia negativa non abbandona il Cagliari e nello stesso contesto dell’olandese va inserito Alberto Grassi. Altro elemento di indubbie capacità tecniche che però si porta dietro i rimasugli di una rottura del crociato che evidentemente hanno influito su quelle che sono state finora le prestazioni, anche se è stato utilizzato col contagocce dall’attuale tecnico rossoblù. Il solo Keita Baldé è pervenuto integro ed ha comunque risposto non appena è entrato in sintonia con i compagni, per poi fermarsi a causa di una fastidiosa tonsillite, che ha richiesto addirittura il ricovero ospedaliero. Non bastasse, anche Caceres non è apparso in condizioni fisiche smaglianti e solo ultimamente ha potuto aggregarsi stabilmente al gruppo ed allenarsi con continuità. La fragilità fisica del complesso ha quasi sicuramente influito nelle negatività di certe prestazioni sotto traccia, che hanno fatto precipitare il Cagliari sino all’ultimo posto.

E poi gli esuberi. Tanti giocatori che magari covavano la speranza della titolarità e che invece si sono ritrovati in panchina o comunque utilizzati per brevi spezzoni. E questa è una componente importante nel contesto dell’armonia all’interno del gruppo. Se si vedono in panchina volti delusi e depressi è chiaro segnale di malcontento, che mal si coniuga con quelli che sono gli interessi del collettivo.

Mazzarri è arrivato al posto di Semplici e si è ritrovato fra le mani una patata bollente. In cuor suo il tecnico ex-Inter e Napoli pensava di appianare tutto facendo leva sulla propria esperienza maturata in anni di panchina nella massima serie. Uno spogliatoio sicuramente sfilacciato e forse incline alla contestazione verso il tecnico di turno non lo ha aiutato.

Insomma, Cagliari che è diventato una bomba senza la sicura e pronta ad esplodere. Ed i risultati sono davanti agli occhi di tutti. Ma il pessimismo è l’ultimo gradino prima della totale depressione. Meglio provare a guardare al bicchiere mezzo pieno. Le possibilità di recupero ci son tutte, visto e considerato che sono state giocate solo 12 giornate di campionato. La storia (e lo scorso torneo) insegna che la speranza è l’ultima a morire.