L'ultimo posto del Cagliari: il colpevole è certificato. Il fallimento di un progetto tecnico. Allarme difesa: ecco qual è il problema. Il blocco mentale di Joao

L'ultimo posto del Cagliari: il colpevole è certificato. Il fallimento di un progetto tecnico. Allarme difesa: ecco qual è il problema. Il blocco mentale di Joao
mercoledì 6 ottobre 2021, 01:00Il punto
di Sergio Demuru
Sergio Demuru - Corrispondente da Cagliari di Tuttosport dal 2007, al seguito del Cagliari Calcio dal 1997 avendo collaborato con altre testate quali Il Giornale di Sardegna e Sardegna 24.

Ultima in classifica. Situazione disarmante per una squadra come il Cagliari. Serve a poco provare a smascherare un colpevole visto che oramai è certificato: regge sessanta minuti, poi va regolarmente in barca. Irreale se si considera l’organico, rapportato alla mediocrità di un campionato che sinora boccia la compagine rossoblù. La condizione atletica è ai minimi storici e lo ha rimarcato Mazzarri al termine del confronto col Venezia. Non accusa velata alla precedente gestione, quanto una constatazione di fatto. Resta la fotografia di un Cagliari che ha messo in mostra una discreta personalità per parte del confronto con i lagunari, ma limitata nel tempo. Non basta la verve di alcuni elementi che si dannano l’anima per costruire qualcosa di concreto, vedi Marin e Nandez, se poi non c’è la collaborazione di tutti.

È il fallimento di un progetto tecnico che è andato via via sgretolandosi e Mazzarri è sicuramente il meno colpevole di tutti essendosi ritrovato a gestire un’imbarcazione che fa acqua. Ora arriva la sosta, che è una sorta di manna dal cielo, considerato il momento. Alcuni partono per rispondere alle chiamate delle nazionali di competenza, ma il tecnico non si ferma ed ha già cominciato a lavorare sul campo con i resti della squadra che rimangono in sede. E vi sarà parecchio da fare. Va anzitutto registrata la difesa, al momento la peggiore del campionato dopo lo Spezia ed assieme a quella del Genoa.

Un campanello d’allarme da tenere sotto osservazione. Bisogna anzitutto avere l’identità di una squadra operaia, che lasci da parte le sottigliezze tecniche. Nella linea arretrata si sono notati gli errori più grossolani, non tanto nell’ultimo turno con il Venezia, quanto nelle uscite precedenti. Ci sarà pure un motivo per il quale le reti incassate sono ben 16, media superiore a 2 gol a partita.

La linea a 3 non calza a pennello e spesso si trova a mal partito soprattutto quando deve contrastare elementi veloci che creano opportunità soprattutto sulle corsie esterne. In questo contesto parte delle responsabilità vanno attribuite ai centrocampisti, non in grado di filtrare la manovra avversaria. Nandez ha tante qualità, ma non può fare il boia e l’impiccato. Quando affonda lascia la sua catena di destra priva di protezione ed in quel caso dev’essere il mediano che opera dalla sua parte (spesso Marin, più raramente Deiola) ad incaricarsi di “coprire” per far recuperare il compagno.

Situazioni tattiche che devono essere necessariamente provate in allenamento per farsi poi trovare pronti in partita. In un contesto tanto deficitario, almeno si notano passi avanti nella condizione di Caceres e Godin. Il primo migliora di partita in partita (col contagiri il pallone che ha consentito a Keita Baldé di realizzare il gol del momentaneo vantaggio), mentre il secondo è sempre più autoritario negli stacchi aerei e negli anticipi.

Resta da definire la consistenza dalla cintola in su. Joao Pedro ha avuto un calo di condizione evidente. Pur non lesinando l’impegno. Il brasiliano ha forse un blocco mentale, dovuto alla poca collaborazione da parte dei compagni, che non lo cercano più come ad inizio stagione. Non mancano gli argomenti per Mazzarri, tecnico scafato e con tanta gavetta sulle spalle. Il suo compito è quello di far quadrare i conti. Prima possibile.